di Re.Te.

La vertenza della Sgl Carbon di Narni sbarca in consiglio regionale, dove sono state presentate due distinte interrogazioni da parte del capogruppo di Rifondazione comunista, Damiano Stufara e del consigliere Massimo Buconi, del Partito socialista.

Stufara Il capogruppo di Rc chiede di sapere «quali azioni siano previste per mantenere la produzione degli elettrodi di grafite, fondamentali nella produzione di acciaio», e propone «di intervenire presso il governo nazionale per ottenere in tempi rapidi il riconoscimento dello stato di ‘crisi industriale complessa’ per il comprensorio industriale ternano-narnese».

Rischio chiusura Ripercorsa la storia recente, Stufara ricorda che «l’amministrazione comunale e le rappresentanze sindacali sono concordi nel ritenere che le recenti decisioni dell’azienda preludano all’intenzione di chiudere lo stabilimento di Narni già nel mese di marzo del 2014, previsione che risulterebbe peraltro avvalorata dall’avvenuta cessazione delle forniture di materia prima».

Buconi «La giunta regionale – chiede il consigliere socialista – spieghi quali iniziative intende adottare affinché anche attraverso il coinvolgimento del governo, si possa far retrocedere la multinazionale Sgl Carbon dai suoi
intenti attuali, auspicando un tavolo specifico allo scopo di aggredire e risolvere le problematiche che costituiscono un ostacolo alla massima competitività del sito produttivo».

Gli accordi Anche secondo Massimo Buconi «risulta evidente l’intento di chiudere la fabbrica, sacrificandola a favore di altre realtà meno efficienti e professionalizzate, come alcuni siti europei. Questo pur di fronte all’impegno dell’amministrazione di dare vita ad un percorso in seno ai ‘patti dei sindaci’ per consentire di ottenere risultati sia sul versante dell’abbattimento dei costi energetici, gravosi per l’azienda, che su quella della riduzione della co2, attraverso il piano attuativo delle energie sostenibili (Pes). Un percorso precedentemente accettato dal management locale fino al 18 settembre salvo ora ontrapporre una nuova strategia del
tutto incomprensibile».

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