di Ivano Porfiri

Internet a banda larga arriverà non solo nelle città e nei centri urbani dei comuni principali dell’Umbria, ma anche nelle 2.048 frazioni e nelle case sparse disseminate nel territorio. Lo prevede il secondo bando Infratel, che dopo mesi di attesa è stato ufficialmente assegnato a Open Fiber, la società partecipata di Enel che sta cablando in fibra ottica tutto il Paese per conto del governo. Comprese le cosiddette aree ‘bianche’ o a ‘fallimento di mercato’, dove non converrebbe al privato portare la connessione e quindi se ne fa carico lo Stato. Umbria24 ha mappato tutte queste frazioni, quindi ognuno può andare a verificare se la sua zona riceverà una connessione a banda larga.

La mappa Passa col cursore sulla mappa per visualizzare tutte le frazioni dove arriverà la connessione a banda larga previste nel bando Infratel: sono le cosiddette aree ‘bianche’ o a svantaggio di mercato. (Realizzazione: Ivano Porfiri)

Due velocità Per ciò che riguarda le aree ‘bianche’, dunque, ci sono due tipi di velocità prevista: in alcune, raggruppate nel cluster C, devono essere portati «servizi di connettività idonei a garantire in modo stabile, continuativo e prevedibile, ad ogni cliente in almeno 70% delle unità immobiliari, una velocità di connessione superiore a 100 Mbit/s in downstream e ad almeno 50 Mbit/s in upstream; ad ogni cliente nel rimanente insieme delle unità immobiliari, una velocità di connessione di almeno 30 Mbit/s in downstream e almeno 15 Mbit/s in upstream»; nelle zone raggruppate nel cluster D, invece, «servizi di connettività idonei a garantire in modo stabile, continuativo e prevedibile ad ogni cliente, nella totalità delle unità immobiliari, una velocità di connessione di almeno 30 Mbit/s in downstream e almeno 15 Mbit/s in upstream».

Le frazioni comune per comune Clicca nel link qui sotto e consulta la tabella con l’elenco completo delle frazioni: in particolare, nelle due colonne dove sono indicate le percentuali di copertura al 2018 nelle due modalità a 100 Mbit e a 30 Mbit, dove leggi 0% l’impegno è realizzare interamente la rete in fibra, dove c’è una percentuale diversa l’impegno è il completamento: CLICCA QUI

I lavori e i tempi Open Fiber, dunque, si occuperà di portare la fibra ottica, in diversi step, in tutte le zone dichiarate nel bando (c’è un allegato col dettaglio delle aree da coprire) portando la fibra ottica fino a raggiungere le singole abitazioni. Dove sono presenti “case sparse“, Open Fiber potrebbe adottare la tecnologia Fixed Wireless ovvero raggiungerle senza cavo. La tempistica sul bando è indicata in un massimo di 240 giorni cioè circa otto mesi tra progettazione ed esecuzione. I lavori partiranno a inizio anno nuovo. In linea di principio, dunque, l’orizzonte temporale sarebbe il 2018. Tuttavia,  una stima prudenziale fa propendere per il completamento nel giro di due anni. Del resto, ognuno può verificare sul sito del governo dedicato alla banda larga i tempi di copertura previsti per il proprio indirizzo.

Frazioni di Perugia Tra le aree svantaggiate, ovviamente, ci sono anche le frazioni del comune di Perugia, finora rimaste fuori dal progetto di cablatura che sta facendo da apripista a livello nazionale. Lo annuncia anche l’assessore Francesco Calabrese in un post Facebook elencandone le principali: San Martino in Campo, San Martino dei Colli,  Colombella, Piccione, Ripa, Pianello, Sant’Enea, Monte Bagnolo, Mugnano, Poggio delle Corti, Cenerente, Colle Umberto, Maestrello, Pilonico Materno, La Bruna, Rancolfo, Resina, San Giovanni del Pantano, Parlesca, Solfagnano

Tim fa un passo indietro? L’inizio dei lavori di Open Fiber sulle aree svantaggiate potrebbe coincidere con un passo indietro di Telecom? Si potrebbe intuire dall’intervista del presidente di Tim Arnaud de Puyfontaine, che dopo l’uscita di Flavio Cattaneo è diventato anche amministratore delegato ad interim. Tim ha avuto un atteggiamento super ostile nei confronti di Open Fiber e, non partecipando al bando Infratel, aveva dichiarato di voler cablare le aree svantaggiate a sue spese. «È una situazione che ho ereditato e che devo rivedere – dichiara de Puyfontaine -. Penso che avere due operatori che investono nelle medesime aree non sia ottimale né economicamente valido. E probabilmente così non si crea l’infrastruttura più efficiente. Sono aperto e pronto a considerare la situazione nell’interesse del Paese, dei clienti e degli azionisti dei soggetti coinvolti». Quindi si apre addirittura l’orizzonte, auspicato da molti, ma che sembrava lontanissimo, di un’unica rete. «Ho letto molto su questo – dice -. Sono disponibile, nel rispetto del Governo, a partecipare a una discussione aperta: non ho preconcetti, a patto che la strategia sia sviluppata nell’interesse di tutti gli stakeholder di Tim».

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