di Dan.Bo.
Nonostante non manchi vento contrario, in Umbria uno dei pochi settori a guardare all’immediato futuro con ottimismo è quello dell’edilizia. Il dato emerge dall’ultimo aggiornamento congiunturale sull’economia umbra redatto dagli economisti della filiale perugina di Banca d’Italia.
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Ottimismo In un contesto complicatissimo tra tassi d’interesse in forte rialzo per combattere l’inflazione, tensioni geopolitiche e un’economia in rallentamento (in Umbria come nel reso del paese), le valutazioni delle imprese del settore intervistate da Bankitalia «restano improntate all’ottimismo, nonostante le possibili ricadute negative dell’incremento dei costi di finanziamento – è detto nel rapporto – e dell’atteso ulteriore affievolimento degli effetti del Superbonus».
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Espansione In particolare nel primo semestre dell’anno l’espansione del settore è proseguita, anche se con un’intensità inferiore rispetto al biennio precedente (grazie anche ai vari bonus). «Alla minore spinta derivante dalle misure di incentivo fiscale – nota Bankitalia – si è contrapposta la crescita degli investimenti degli enti pubblici territoriali, che hanno cominciato a beneficiare dei progetti finanziati dal Pnrr». E a proposito del Piano, oltre quattro imprese su dieci hanno segnalato di essere coinvolta in lavori legati al Pnrr. Al 10 ottobre scorso risultavano assegnati 1,8 miliardi mentre alla fine di giugno erano partite gare per 630 milioni.
BANKITALIA: «ECONOMIA UMBRA IN FORTE RALLENTAMENTO»
I numeri Tra i dati positivi anche l’aumento di ore lavorate: +6 per cento nel primo semestre secondo le Casse edili delle due province, mentre nel 2022 la crescita era stata del 21,6 per cento. Per quest’anno invece la metà delle aziende intervistate si attende un incremento del valore della produzione, mentre il 30 per cento una stabilità. A rallentare invece, complici il forte rialzo dei tassi di interesse, è la compravendita di immobili: nel primo semestre -19 per cento per le abitazioni e -11 per cento per il settore non residenziale, con quotazioni in calo (-1,9 e -1,4 per cento) per entrambi i settori.
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Terremoto Prosegue poi sullo stesso passo dello scorso anno la ricostruzione post terremoto: «Gli interventi ancora da effettuare – nota Bankitalia – riguardano in misura significativa edifici che hanno subito danni di rilevante entità, il cui ripristino risente della complessità burocratica e realizzativa». Stando ai dati risalenti ad aprile, delle 1.500 domande presentate per gli edifici con danni gravi, ne erano state accolte quasi la metà (46 per cento), con lavori conclusi solo in un caso su due. Per i danni lievi invece le percentuali viaggiano intorno al 70 per cento.