Ammontano in tutto a 655.600 euro le risorse che la Regione destinerà alla programmazione delle attività 2022-2023 del Piano regionale per la prevenzione, cura e riabilitazione del disturbo da gioco d’azzardo. Documento che prevede «un intervento organico, definito e coordinato in ambito regionale e attuato in maniera articolata nei territori – sottolinea Palazzo Donini – e si basa sul coinvolgimento e la partecipazione di Usl, Enti locali, del privato sociale e delle associazioni, lungo tutta la filiera dalla progettazione all’attuazione degli interventi, comprese le attività di monitoraggio e valutazione».

Libro blu Gli ultimi dati a disposizione sono contenuti nel Libro blu dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli. Nel 2020, anno segnato dalla pandemia, in Umbria la raccolta (cifra dalla quale vanno tolte le vincite) è stata pari a 554 milioni di euro; un sostanziale dimezzamento rispetto al miliardo e 30 milioni di euro dell’anno prima. Il picco è stato toccato nel 2016 (1,099 miliardi di euro) e da allora il calo è stato costante. Nelle tasche degli umbri attraverso le vincite sono tornati 405 milioni nel 2020, 784 nel 2019 e 801 nel 2018. Questi numeri si riferiscono alle reti fisiche, mentre è difficilissimo per ragioni tecniche avere dati regionali relativi a tutto il settore del gioco online, in forte crescita negli ultimi anni.

I dati A livello nazionale secondo il Libro blu la raccolta online è stata pari a 49,2 miliardi di euro (+35 per cento rispetto al 2019), il 55,7 per cento delle giocate complessive in Italia; per la prima volta quindi, come logico date le chiusure imposte per contenere il virus, la raccolta online è stata superiore a quella ‘tradizionale’. A incidere maggiormente sono i giochi di carte e quelli «di sorte a quota fissa», che valgono oltre due terzi della raccolta totale online; in aumento anche il poker cash e i giochi a base sportiva. Al 2019 risalgono invece i dati della rilevazione Gaps Umbria (Gambling adult population survey 2019), realizzata dal laboratorio di Epidemiologia e ricerca sui Servizi sanitari afferente all’Istituto di Fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche, attraverso un’indagine campionaria in 27 comuni umbri.

L’indagine Il 41 per cento della popolazione umbra residente, di età compresa tra i 18 e gli 84 anni, ha giocato d’azzardo, in percentuali maggiori tra gli uomini e i più giovani. Tra chi ha giocato nel corso dell’ultimo anno, i giochi più praticati sono stati il gratta&vinci (80 per cento), preferito soprattutto da donne e dalla fascia di età 45-64 anni, seguito da Superenalotto (44 per cento), Lotto (30 per cento) e scommesse sportive (20 per cento), praticate queste ultime soprattutto da uomini. Per il gioco fisico le prevalenze più alte per quanto riguarda il gioco nella vita si registrano nel distretto dell’Assisano e per il gioco negli ultimi 12 mesi a Orvieto e Terni; riguardo al gioco d’azzardo online, le prevalenze più elevate si riscontrano nel territorio dell’Alto Chiascio. Per il 15 per cento dei giocatori umbri 18-84enni che hanno giocato d’azzardo negli ultimi 12 mesi, il profilo di gioco risulta essere a rischio. Percentuali particolarmente elevate si registrano nei territori dell’Alto Tevere, Valnerina, Media Valle del Tevere e Narnese-Amerino.

I profili Tra i giocatori con un profilo a rischio, i giochi più praticati nel corso dell’ultimo anno sono stati il gratta&vinci (83 per cento), il superenalotto (53 per cento), il Lotto (49 per cento) e le scommesse sportive (40 per cento); questa tipologia di giocatori ha frequentato prevalentemente luoghi quali bar, tabacchi e ricevitorie (64 per cento), casa propria o di amici (17 per cento) e le sale scommesse (11 per cento). Nell’ultimo anno, il 13 per cento dei giocatori con profilo a rischio ha trascorso, in media, più di 30 minuti al giorno per il gioco d’azzardo onsite e il 25 per cento sarebbe disposto a impiegare oltre 10 minuti per raggiungere un luogo di gioco. Infine, relativamente alle credenze associate alla possibilità di diventare ricchi giocando d’azzardo, più della metà dei giocatori con profilo a rischio ritiene che sia possibile se il giocatore è fortunato (62 per cento) e, per il 24 per cento, se è bravo. Il gioco d’azzardo ha un impatto di assoluto rilievo, oltre che sullo stato di salute, a livello socioeconomico. Negli ultimi anni in Italia la spesa per il gioco d’azzardo è costantemente aumentata, passando da 96 miliardi di euro nel 2016 a oltre 110 miliardi di euro nel 2019.

Le azioni Il Piano regionale prevede una serie di azioni, coordinate da una cabina di regia regionale, che coinvolgono tutti i rappresentanti di enti, associazioni e istituzioni a vario titolo interessati, come referenti dell’Anci e Federsanità Anci Umbria, Aziende sanitarie locali, Zone sociali e Comuni. Nel corso di una giornata di studio poi saranno analizzati i punti di forza e le criticità emersi nella fase di implementazione delle precedenti programmazioni regionali. Nel complesso l’obiettivo è quello di passare da una risposta di primo ‘soccorso’ a un «sistema strutturale di servizi e interventi».

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