di Chiara Fabrizi
Sessantacinque lavoratori di nuovo a casa, a cui si aggiungono gli altri trenta che in attesa di essere ricollocati. Chiusura della fabbrica di Narni con relativo stop alla produzione di elettrodi di grafite. E soprattutto sito industriale da bonificare radicalmente con tempi e risorse tutt’altro che certi.
La posizione di Elettrocarbonium
Elettrocarbonium a rischio Sono questi i pesantissimi rischi che si stanno correndo in queste ore sugli stabilimenti di Sgl Carbon nei quali, ormai da un anno, opera con la formula del comodato d’uso (scaduta il 31 dicembre) in prospettiva dell’acquisto Elettrocarbonium, la creatura di casa Morex, che al tavolo di dicembre con le organizzazioni sindacali ha assicurato di aver già firmato commesse in grado di garantire la produzione minima per tutto il 2016, pari a circa 500 tonnellate mese, anche se da più parti si attende ancora di conoscere il piano industriale.
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Compravendita Ma l’operazione di rilancio, comunque complessa come già visto a ottobre, è precipitata a seguito dell’ultimatum recapitato il 4 gennaio da Sgl Carbon che a Morex ha richiesto entro 20 giorni la restituzione di impianti e immobili. La partita che si gioca su due binari, da una parte la compravendita del sito di Narni che vecchia proprietà e nuovi imprenditori devono definire, dall’altra la bonifica dell’area su cui da 120 anni opera Sgl Carbon su cui è in corso una conferenza servizi con le istituzioni, a cominciare da Regione e Comune.
Bonifica e impasse Ed è proprio qui che l’operazione si sarebbe impantanata. Stando a quanto risulta per la bonifica in continuità produttiva Sgl Carbon dovrebbe sborsare, in virtù del piano di caratterizzazione sul livello di inquinanti nel sito, una cifra compresa tra 5 e 7 milioni di euro. Ma se sul punto si potrebbe pure trovare l’accordo, più complessa sarebbe la partita sugli impegni futuri nel caso in cui l’industria di Narni dovesse fermarsi con l’area che dovrebbe a quel punto essere bonificata radicalmente (si parla di 100 milioni), ma anche nell’ipotesi in cui, con gli impianti in funzione e gli operai al lavoro, dovessero emergere criticità ambientali da sanare.
Manleva Di ufficiale non filtra alcunché ma a quanto pare, Sgl Carbon sarebbe a caccia della cosiddetta manleva, ossia una quantizzazione del danno ambientale chiaramente superiore ai 5-7 milioni previsti per la bonifica in continuità, che verrebbe versata dalla multinazionale per essere sollevata da qualsiasi responsabilità futura. Obbligazioni di questo tipo vengono però assunte a livello ministeriale su siti di interesse nazionale (sin), classificazione in cui Narni non rientra, anche se è chiaro che per l’operazione esistono procedure che, a volerlo, potrebbero pure essere prese a riferimento per confezionare l’accordo sugli stabilimenti di via del Lavoro.
Tavolo al Mise L’impressione dei sindacati è che nessuno tra Sgl e istituzioni locali voglia fare mezzo passo indietro per compierne uno in avanti, scongiurando la perdita di posti di lavoro, il collasso del progetto di rilancio e pure il rischio di non riuscire ad avviare neanche un quarto degli interventi di bonifica necessari, e in questo senso vale la pena ricordare che Sgl Carbon è in liquidazione. Da qui l’urgenza di tornare al ministero dello Sviluppo economico possibilmente in settimana per tentare di sbloccare la pericolosa impasse tornando a prendere in mano gli accordi dell’operazione Elettrocarbonium definita tra le parti proprio sotto l’egida del governo. Ma al momento il tavolo richiesto da Regione, Comune, organizzazioni sindacali e pure dal senatore Gianluca Rossi non risulta convocato.
Forza Italia bacchetta la maggioranza Nelle ultime ore a intervenire sulla vicenda, replicando alla maggioranza politica di Narni, è stato il coordinamento comunale di Forza Italia:«Leggiamo con stupore la posizione furbesca della maggioranza che ha prima rinviato dal 28 dicembre al 7 gennaio il consiglio comunale, salvo poi accomodarsi in aula senza il capogruppo del Pd, quello del Psi, l’uscita anzitempo del consigliere Marcotulli e di altri esponenti della maggioranza. L’odg della minoranza chiede la bonifica e l’applicazione di tutti i dettami di legge per garantire la bonifica delle aree, ma il voto è stato rinviato alla prossima seduta sia perché la maggioranza non l’avrebbe votato che per avere aggiornamenti del sindaco sul tavolo ministeriale. Al Pd di Narni diciamo anche di leggersi la nota di Elettrocarbonium che individua responsabilità precise in capo a Regione, Provincia e ministero. Per quanto ci riguarda la legge sulle bonifiche va rispettata e non esistono deroghe, fermo restando che in consiglio non è mai arrivato il piano industriale di Elettrocarbonium, elemento senza il quale Forza Italia non può e non vuole dare più deleghe in bianco a chicchessia. Troppi su questa vicenda ci hanno messo il cappello e organizzato iniziative, come la campagna elettorale portando la Marini all’interno dello stabilimento, sbandierando la vittoria, ma il risultato è oggi sotto gli occhi di tutti. Non si può chiamare la città alla lotta unita quando le cose non vanno per poi fare gli eroi al momento di auliche vittorie. Ora ci chiedete la collaborazione e l’unico modo per averlaè allontanare chi ha fallito. Sgl dovrà fare la bonifica che le compete per legge e la trattativa non può certo prevedere modifiche e/o soluzioni diverse. Il nuovo imprenditore deve rispettare il piano industriale e se c’è, come detto, sarebbe interessante sapere chi l’ha visto e se sono individuati anche i finanziamenti previsti e probabilmente anche aspetti riguardanti la bonifica e allora ad ognuno il suo. Finora ciò che abbiamo appreso purtroppo da alcuni fatti e voci dei lavoratori, sono vicende di grande difficoltà. Il sindaco e l’assessore allo sviluppo economico, che è anche un ex dipendente della Sgl oltreché ex rappresentante sindacale, hanno gestito la vicenda in totale autonomia non mettendo a conoscenza di quanto si stava deliberando né i rappresentanti dei lavoratori né il consiglio comunale per cui il risultato di oggi è da ascrivere alla loro totale responsabilità. Al prossimo consiglio garantiamo che vigileremo come sempre in modo attento e responsabile lo dobbiamo ai lavoratori già assunti, quelli licenziati e coloro ancora in mobilità, ma non certo per il richiamo di questa maggioranza della quale non ci fidiamo più».
M5s annuncia interrogazione: le dieci domande di Liberati Domenica sulla delicata vicenda Elettrocarbonium è intervenuto anche il capogruppo regionale del M5s Andrea Liberati che ha annunciato un’interrogazione e messo sul tavolo dieci domande: «Dov’è anzitutto il piano industriale dell’acquirente Morex? Quali garanzie economiche e occupazionali offrì all’epoca Morex? Sono ancora valide le promesse di riassunzione del personale esposte allora, considerando che Sgl Carbon ha richiesto recentemente a Morex la restituzione di immobili e impianti a causa “del mancato avveramento delle condizioni sospensive nei termini previsti dagli specifici contratti stipulati tra le parti private”? Chi e perché non avrebbe rispettato il contratto? È vero che nelle settimane passate sono già stati licenziati tre giovani? È vero che i commensali abituali di alcuni protagonisti avrebbero ottenuto un più facile rientro? E cosa accadrà invece al personale ancora rimasto fuori, specie se alieno a certi convivii? È vero che Morex, già incentivato finanziariamente dalle istituzioni, avrebbe richiesto garanzie da Gepafin? Le ha ricevute? E quante risorse proprie avrebbe finora immesso Morex? È vero e opportuno che l’assessore comunale di riferimento e competente per materia sia la stessa persona che, in passato, è stata in aspettativa da Sgl? È vero che, in questi mesi, gli stipendi sono stati a lungo impagati e/o liquidati in ritardo? Come mai il sindacato non ha levato parola in merito? Considerando che, secondo il report della caratterizzazione prodotto dalla stessa SGL, reso noto nel marzo 2015 dal M5S: un campione di acqua di falda (Non legata all’acquedotto) registrava valori di trielina 12.800 volte superiori alla soglia massima prevista; 18 campioni su 39 presentavano tenori eccedenti per il ferro anche fino a 30 volte sopra il tasso di allarme; il manganese è risultato nove volte oltre il livello massimo ammesso, con superamenti anche per gli Ipa; quale tempistica per la bonifica, considerando anche che una sapiente politica di riqualificazione ambientale potrebbe generare decine e decine di posti di lavoro, con l’impiego di ditte e maestranze in loco? Secondo alcuni spifferi ministeriali, SGL aveva lanciato l’idea di incentivare la mobilità con cifre pari a ben cinque volte quelle poi mediamente erogate (circa 100 mila a fronte di circa 20 mila), ma a condizione di liquidare l’intero personale, comunque agevolando in tal modo coloro che erano più vicini alla pensione, fatta salva la doverosa bonifica. Perché tali voci spuntano solo adesso?».
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