«Non rifuggire dalle responsabilità proprie della istituzione regionale e svolgere un ruolo attivo in raccordo con il Mise, la Presidenza del Consiglio dei Ministri e le istituzioni europee verso un piano industriale all’altezza delle aspettative della comunità ternana, umbra, e dell’intero Paese, come dalle risultanze della Conferenza dello scorso 8 ottobre». Questo l’obiettivo dell’atto presentato in consiglio regionale martedì da Fabio Paparelli (Pd), Thomas De Luca (M5S), Andrea Fora (Patto civico), Vincenzo Bianconi (Misto), Michele Bettarelli, Tommaso Bori, Simona Meloni e Donatella Porzi (Pd). L’assemblea legislativa ha bocciato la mozione: «Il documento delle opposizioni – dice Daniele Carissimi (Lega) – non contiene indicazioni nuove rispetto agli impegni che la giunta ha già preso o che l’assemblea ha già richiesto. L’attenzione della giunta sulla vicenda Ast appare adeguata e gli impegni assunti sufficienti». Passa invece l’atto del Carroccio che impegna la giunta regionale a «stimolare la ricerca e gli investimenti in nuove tecnologie per garantire un rapporto sinergico tra ricerca e industria nel settore dell’acciaio green».

Atto delle opposizioni La mozione dalle opposizioni impegnava la giunta a «monitorare da subito la fase di transizione, coinvolgendo le istituzioni locali e le parti sociali e a svolgere un ruolo attivo nella fase di elaborazione del piano industriale presso la presidenza del Consiglio dei Ministri, anche in relazione alle opportunità descritte. Accompagnare le risorse aggiuntive relative all’area di crisi complessa con adeguate ulteriori risorse regionali per le piccole imprese e per le politiche attive del lavoro. Richiedere ai presidenti delle Regioni Lazio Marche e Toscana la
convocazione di una formale e stabile conferenza interregionale sulle infrastrutture dell’Italia mediana al fine di attuare un coordinamento strutturato e rilanciare lo sviluppo dell’Umbria e di questa parte dell’Italia, cogliendo tutte le opportunità che il prossimo settennato di fondi europei e le risorse del Pnrr offrono come opportunità unica e
irripetibile».

Area crisi complessa e acciaieria Illustrando l’atto in aula, Paparelli ha evidenziato che «molto spesso gli atti di indirizzo approvati in aula non trovano poi riscontro nelle azioni dell’esecutivo, i cui rappresentanti peraltro sono perlopiù assenti anche durante questa seduta. L’assemblea legislativa tenutasi martedì 16 novembre – aggiunge – non ha prodotto alcun atto significativo, volto a garantire un impegno costante e continuo della giunta regionale sulla vicenda Ast con una conseguente e piena assunzione di responsabilità». I Dem a gamba tesa sulla giunta: «A tutt’oggi – continua Paparelli – risultano inevasi gli impegni affidati unanimemente dall’assemblea legislativa alla giunta regionale e richiesti dalle parti sociali, sia con riguardo alla convocazione dei tavoli di monitoraggio e concertazione presso il Mise e la presidenza del Consiglio dei Ministri per la vicenda Ast, sia in merito al coinvolgimento delle parti sociali alla stesura di un nuovo accordo di programma concernente lo stato di Area di crisi complessa dei 17 comuni del sistema locale del lavoro di Terni». Area di crisi complessa: «Il rifinanziamento dell’accordo, annunciato dall’assessore Fioroni – continua il Dem – relativo all’area di crisi complessa con soli 10 milioni aggiuntivi a valere sulla Legge 181, inferiore del 50% rispetto al precedente accordo, deve essere accompagnato con risorse aggiuntive della Regione per le piccole e medie imprese e per le politiche del lavoro, come accaduto nel precedente accordo che ha visto un impegno finanziario complessivo della Regione di oltre 38 milioni di euro».

Ast ad Arvedi Incertezze per il futuro: «L’annuncio della vendita – riprende Paparelli – di ThyssenKrupp al gruppo Arvedi del sito produttivo siderurgico di Terni, pur positivo, porta con sé ancora molte pagine da scrivere, sia in relazione all’antitrust, sia in relazione alla eventuale partecipazione del Governo Italiano all’operazione e alla permanenza con quote di minoranza di ThyssenKrupp, sia relativamente alla gestione della fase di transizione e alla continuità degli investimenti in campo tecnologico e ambientale, oltre alle incertezze sul futuro del Tubificio e della stessa Sdf (una delle tre maggiori Fucine al mondo), al futuro di Aspasiel e tralasciando i roboanti annunci su un eventuale ritorno alla produzione del magnetico». Nuovo accordo di programma: «Il tema dell’Area di crisi complessa – continua – necessita di un nuovo accordo di programma che poggi su maggiori nuove risorse nazionali e regionali e sulla riattivazione dei tavoli insediati presso i ministeri dell’Ambiente, dell’Università e delle lnfrastrutture per affrontare e potenziare il tema dei fattori localizzativi e dare una risposta a vicende come quella di Treofan sul versante della riconversione industriale».

Impegni della giunta regionale Prende la parola Daniele Carissimi (Lega): «Non è vero che la mozione delle opposizioni non è stata discussa in Commissione. Quel documento è stato ritirato per presentare quello ora in aula. Non sono stato obbligato da nessuno a presentare la mia mozione su Ast. Il documento delle opposizioni non contiene indicazioni nuove rispetto agli impegni che la giunta ha già preso o che l’assemblea ha già richiesto. L’attenzione della giunta sulla vicenda Ast appare adeguata e gli impegni assunti sufficienti». Interviene allora  Simona Meloni (Pd): «Da due anni in quest’aula non si parla più delle vertenze aperte. Abbiamo richiesto la conferenza di Terni, che però si è rivelata una pantomima. Non è stato presentato il Piano industriale mentre non siamo riusciti a presentare un documento unitario che rendesse chiara l’importanza della vicenda. Anche oggi abbiamo due mozioni diverse. In questi due anni non è stato fatto praticamente nulla». Stefano Pastorelli (Lega) ribatte: «Nella mozione del collega Carissimi ci sono impegni che chiariscono quale è il nostro approccio, che è diverso da quello delle minoranze. Non bisogna mistificare la realtà. Noi cerchiamo di fare il meglio che possiamo, ottenendo anche dei riscontri da parte dell’Esecutivo. Il gruppo Lega voterà contro».

Mozione respinta Tuona di nuovo Fabio Paparelli: «State cercando di difendere l’indifendibile. Nella scorsa seduta abbiamo presentato un atto, abbiamo accettato un emendamento concordato con la maggioranza. Nonostante ciò, a seguito dell’intervento della giunta, avete votato contro la mozione, mentre il gruppo di FdI non ha partecipato al voto. Vi hanno fatto tornare sulle vostre posizioni, presentando poi una mozione senza alcun impegno concreto». Alla fine la mozione delle opposizioni viene respinta con nove voti contrari (Lega, Fi, Tesei presidente), due astenuti (FdI) e sette voti favorevoli (Pd, M5S, Patto civico, Misto).

Sviluppo sostenibile Bocciata la mozione delle minoranze, ma approvata quella di Daniele Carissimi (Lega). L’esponente del Carroccio ha spiegato: «Ast deve muoversi attuando nuovi modelli di produzione sostenibile, mettendo tra le priorità l’ambiente, le infrastrutture e il lavoro. Il futuro di gran parte del reparto produttivo ternano-narnese ha bisogno che la Regione sia parte attiva del processo di passaggio del controllo societario di Ast al gruppo italiano Arvedi. Ast è da sempre uno dei più importanti siti siderurgici europei, fiore all’occhiello nazionale nella produzione di laminati piani e acciaio inox. La transizione sostenibile di Ast è un’occasione irrinunciabile per
consentire all’impresa di mantenere un ruolo di protagonista sul mercato europeo e internazionale, ma anche sul fronte della pianificazione del territorio e della valorizzazione delle sue risorse, sia sul piano tecnologico e imprenditoriale che in termini occupazionali. La grande sfida che il nostro territorio ha davanti è andare oltre l’area di crisi complessa. L’obiettivo è un rinnovato tessuto urbano in cui la fabbrica sia perfettamente integrata con ambiente e società e non rappresenti una minaccia ambientale, ma un esempio di sostenibilità. Terni deve diventare la città green per eccellenza, ribaltandone l’immagine e la riconoscibilità nel segno della salvaguardia ambientale». Il Movimento 5 stelle si astiene, Thomas De Luca: «Dopo la bocciatura della mozione precedente presentata dalla minoranza, la cosa migliore che possiamo fare è astenerci. In questa mozione non ci sono impegni stringenti che possano afferire alla Regione, se non meramente istituzionali. Ad esempio si parla di decarbonizzazione ma non di come farla».  L’assemblea legislativa dell’Umbria, con 11 voti favorevoli della maggioranza e 3 contrari della minoranza, ha approvato la mozione.

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