Essere una delle imprese del settore che ha innovato di più in energia e trovarsi danneggiati come chi non investe è quanto sta capitando alla grande azienda umbra Fornaci Briziarelli, secondo il racconto del suo presidente al Sole 24 Ore. Annuncia lo scorporo dell’azienda in due unità mentre informa di essere stati costretti a fermare una linea. La questione è complicata ma può essere tradotta. Le emissioni di Co2 per unità di prodotto di questa azienda, sono tra le migliori del settore a livello europeo. Il problema però è che il calcolo non viene compiuto per unità di prodotto, ma per totalità di emissioni, per cui si finisce danneggiati per la grandezza dell’azienda e non per l’effettiva conversione energetica compiuta. Per capire meglio: una piccola azienda che non investe un solo euro in conversione energetica ma ha emissioni inferiori alle 25 mila tonnellate, ha diritto a un vantaggio sui pagamenti dei certificati verdi, mentre un’altra, come la Briziarelli che rispetto al 2005 ha ridotto la Co2 del 54%, deve pagare le cifre più alte, perché produce una quantità di emissioni superiore alle 25 mila tonnellate, per le grandi dimensioni aziendali.
Approfondieento Dieci anni fa il prezzo per tonnellata era di 4 euro, in estate era di 90, adesso è di 82 euro. Per Fbm questo significa circa 2 milioni di euro l’anno. Una cifra considerevole perché sopra la soglia delle 25 mila tonnellate si rimane in regime Ets. Significa che oltre un tetto di emissioni devi acquistare, sul mercato, crediti per compensare la Co2 prodotta. Chi invece è sotto quel limite, può passare dall’europeo Eta all’italiano Opt-out, come hanno fatto diverse aziende di laterizi concorrenti delle Fornaci Briziarelli, ma di dimensioni più piccole e con impianti più inquinanti. Secondo Vincenzo Briziarelli che è anche presidente di Confindustria Umbria, il sistema dei crediti da acquistare non ha nulla di green ma risponde a logiche speculative. Intanto tenuto conto che l’Europa non vuole saperne di cambiare le carte in tavola, allo storico marchio umbro non resta che puntare a uno scorporo dell’azienda in due tronconi così da diluire il monte totale di emissioni. Mentre una linea di produzione è già ferma.