Stefano Boeri (foto da www.abitare.it)

Al via tra Spoleto e Norcia il laboratorio per la ricostruzione voluto dall’architetto Stefano Boeri, consulente speciale del commissario Vasco Errani.

Laboratorio per la ricostruzione Si apre con un due giornate di lavoro in programma il 30 giugno e il primo luglio, il progetto sostenuto dalla Regione Umbria che punta a creare una cultura post terremoto utile a guidare la ricostruzione con l’obiettivo di tutelare l’omogeneità della qualità urbanistica e architettonica dei territori colpiti. A Norcia venerdì, quando è in programma anche l’apertura del Centro polifunzionale di Norcia progettato da Boeri, «si attiveranno gruppi di lavoro e tavoli tematici per ragionare anche sulla metodologia della ricostruzione oggi, che impone un cambio di passo rispetto al concetto proprio degli anni Settanta “dove era, com’era”, aprendo un dibattito sulla qualità architettonica e sulla necessità di una nuova cultura dell’uso dei materiali da impiegare in futuro».

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Boeri e Kéré sotto la Spoletosfera Sabato sera alle 22 la discussione si sposterà sotto la Spoletosfera di Spoleto, realizzata dall’architetto Fuller nel 1967 per il Due Mondi e successivamente donata al Comune di Spoleto, per l’incontro col celebre architetto Francis Kéré (fino a esaurimento posti). Alle 23 è poi in programma l’accensione simbolica della Luminaria di Ria Lussi presso i Giardini di viale Matteotti. L’indomani sempre a Spoleto, ma nella cornice di Palazzo Collicola, Boeri aprirà una sessione di dibattito e approfondimento tematico articolata in otto tavoli, uno per ogni tema della ricostruzione.

Marini: «Ricostruzione è opportunità irripetibile» Nel pomeriggio si proseguirà sessione generale in cui si approfondiranno i lavori e gli spunti che emergeranno dai tavoli: «Già al Fuorisalone di Milano, la Regione si è fatta carico di promuovere un dibattito su questo tema perché – ha detto la presidente Catiuscia Marini – siamo convinti che la ricostruzione possa costituire una irripetibile opportunità per un nuovo modello di sviluppo di un’area interna come quella della Valnerina. Qui gli interventi hanno la peculiarità di collocarsi nel cuore di aree interne di una regione a sua volta interna. Di conseguenza, l’opera di ricostruzione dovrà essere accompagnata da una visione che abbia un orizzonte molto ampio, con una grande attenzione soprattutto ai temi della coesione sociale».