Un momento del tavolo di confronto

di Daniele Bovi 

Il confronto sul Defr, il Documento di economia e finanza regionale, deve avvenire con largo anticipo rispetto a quanto fatto quest’anno. In sintesi è questa la richiesta fatta giovedì da imprese e associazioni a Palazzo Donini, dove la presidente Donatella Tesei ha incontrato le parti sociali per parlare del Defr. Un documento che, complice la scadenza elettorale del prossimo autunno, non ha un orizzonte triennale. Al centro quindi c’è il 2024 tra cose fatte, progetti già avviati e da completare.

Il dialogo Il Documento è stato preadottato dalla giunta venerdì scorso mentre oggi ha ricevuto il via libera definitivo. Il passo successivo sarà l’approdo in consiglio regionale per la discussione e il varo. Nell’ambito di una discussione che viene raccontata come costruttiva, le parti sociali hanno chiesto per il futuro di essere convocate con largo anticipo, così da poter costruire insieme alcune linee guida; richiesta sulla quale c’è stata l’apertura di Palazzo Donini. Se questa è la richiesta comune, nei diversi interventi ognuno ha sottolineato alcuni elementi specifici: i sindacati hanno chiesto attenzione su lavoro povero, sicurezza e controlli, le imprese che il meccanismo burocratico legato ai diversi bandi avviati sia veloce, così come devono essere rapidi i pagamenti legati al mondo della formazione. E poi ancora temi come la sofferenza del mondo del commercio, i bassi salari e così via. Alcune associazioni hanno già presentato le loro osservazioni, altre lo faranno a breve.

Il Documento Il Defr si inserisce in un contesto molto complesso, con la crescita in forte rallentamento (come spiegato mercoledì da Bankitalia), tensioni geopolitiche e incertezze, ma anche con un tessuto industriale che pare più preparato a reggere gli urti. Per il 2024 lo scenario è quello di un peggioramento congiunturale, nell’ambito del quale la Regione – oltre a non aumentare le tasse – ha individuato dieci aree di azione che vanno dal sostegno alle imprese allo sviluppo infrastrutturale e delle opere pubbliche, dalla sanità al piano energetico, dalla ricostruzione agli interventi su strutture strategiche come l’ampliamento e l’ammodernamento dell’aeroporto e del complesso di UmbriaFiere, dalla crescita del turismo e del marchio Umbria «a una forte manovra di sostegno – spiega in una nota Palazzo Donini – alle famiglie e alle fragilità».

Pnrr e non solo Fondamentale ovviamente sarà il «pieno utilizzo dei Fondi comunitari» e la messa a terra pur tra tanti problemi – dal ruolo delle Regioni alle difficoltà dei Comuni – del Pnrr. Piano che, secondo le stime dell’Aur (l’Agenzia Umbria ricerche) potrebbe garantire se correttamente attuato una crescita del Pil di 1,1 punti l’anno e 5.300 assunzioni  ogni dodici mesi. La Regione poi sottolinea che continuerà a prestare attenzione su due problemi come la denatalità («le politiche attuate richiederanno anni di impiegano per iniziare a far vedere i risultati) e i bassi salari. 

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