di Maurizio Troccoli
Cucinelli verso l’ambito traguardo delle ‘one billion companies’, del lusso italiano. E’ la speranza accesa dai numeri del primo semestre che indicano un più che raddoppio dell’utile netto (+131,4% a 50,6 milioni) e dell’indice ebit (+128% a 57,8 milioni), per ricavi in crescita del 32,4% a 415,4 milioni.
I dati Le previsioni di Cucinelli parlano di un aumento di fatturato, per il 2022 a +15%, e di un altro 10% sul prossimo esercizio del 2023, con l’obiettivo di 900 milioni di ricavi: un passo dal ristretto circolo delle ‘0ne billion companies’. Le ultime novità dell’espansione delle scuole di formazione di Solomeo e le quote di maggioranza per il lanificio Cariaggi, hanno confermato la premessa insostituibile di Cucinelli: il marchio difeso dalle oscillazioni di fenomeni momentanei, agganciato invece a iniziative di lungo respiro. La sua è una visione che, nonostante gli innovativi innesti in azienda, sia di artigianalità che di progettazione e creatività, continua a innervarsi per indicare la traiettoria. E’ così possibile per lui parlare di gusto e di bellezza in Italia e nel resto del mondo, facendo leva su quanto realizzato attorno al paesaggio, alla storia, al pensiero e al business contemporaneo. Il suo export è al 90%, Europa e Asia, senza Italia fanno il 50% degli affari e crescono rispettivamente nel primo semestre del 20,7% e del 27,2%. Dall’opificio sono stati consegnati i capi invernali, le maestranze sono a lavoro su primavera estate 2023 mentre i segnali positivi del nuovo anno iniziano ad arrivare dagli ordinativi di tutto il mondo, definiti da Brunello Cucinelli «ottimi».