Gli operai Novelli questa mattina a Terni (foto Toni-U24)

di Fabio Toni

Vittorio Saladino, prefetto di Terni, incontrerà la proprietà del Gruppo Novelli alla presenza delle istituzioni locali. Un primo faccia a faccia, che potrebbe tenersi venerdì, volto a chiarire gli intendimenti societari sul futuro dell’azienda. Mercoledì mattina sotto la prefettura di Terni è andato in scena lo sciopero e l’incontro col prefetto per sbloccare uno stallo che riguarda non solo gli stipendi e le prospettive dei lavoratori, ma la stessa realtà produttiva del Gruppo Novelli – Nuova Panem Srl, a partire dalle materie prime a disposizione degli stabilimenti.  Dalla farina al mangime per i 2 milioni di galline allevate a San Martino in Trignano. Lo sciopero ha riguardato i circa 700 dipendenti del gruppo, anche se molti di loro non hanno voluto arrestare la produzione. Un atto di responsabilità in una fase così turbolenta per la storica azienda agroalimentare.

Clienti e mercato Sotto la prefettura di Terni, i lavoratori hanno voluto esternare tutto il proprio disagio, dovuto anche a due mensilità pagate solo in parte (al 50% per gli impiegati e al 60% per gli altri) e l’ultima che tarda ancora ad arrivare. Il Gruppo Novelli, una delle realtà più importanti del Centro Italia con due marchi storici come Interpan e Ovito (ma ci sono anche Sadler, Spiga, Cantina Novelli e Pet Food), sconta una seria carenza di liquidità. «Siamo produttivi, abbiamo clienti e mercato. Non può finire così» urlano i lavoratori di Spoleto, Amelia, Terni, Roma e Latina. Per aprire i rubinetti del credito, le banche chiedono garanzie precise.

AUDIO – LE VOCI DEI LAVORATORI NOVELLI

Le tensioni A pesare come un macigno è il clima conflittuale interno all’azienda. «Ci sono tensioni fra i quattro soci dell’azienda, i fratelli Novelli – affermano le rappresentanze sindacali – Un conflitto che ha prodotto continui capovolgimenti nel consiglio di amministrazione e nella governance. Per questo al momento nessuno è disposto a dare fiducia all’azienda». Da qui la richiesta, espressa al prefetto di Terni Vittorio Saladino, di intervenire presso la proprietà del Gruppo e, successivamente, nei confronti del sistema creditizio. Per far sì che l’azienda possa ripartire da basi più solide. In mezzo c’è la richiesta di concordato preventivo presentata dall’azienda. Una mossa che tutela la produttività del Gruppo, ma con tutte le incognite del caso. In primis le modalità del concordato che sono state recentemente ridefinite dal governo Monti nel decreto sviluppo dello scorso giugno e che rappresentano una novità quasi assoluta.

Chiesto un tavolo In attesa delle prossime mosse, i sindacati hanno anche chiesto l’apertura di un tavolo specifico presso il ministero dello Sviluppo. Ci si interroga sulle prossime decisioni della proprietà. Per i sindacati «il nuovo consiglio di amministrazione deve avere la fiducia del tessuto economico e sociale. Attualmente – spiegano – il gruppo Novelli, per la forte conflittualità interna, non riesce ad esprimere un consiglio di amministrazione in grado di confrontarsi positivamente con il sistema bancario».

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