Le strategie e gli indirizzi definiti dal Dap (che prevede invarianza fiscale e azioni di recupero dei livelli di elusione ed evasione fiscale nei tributi di competenza regionale) si caratterizzano per quattro linee principali: la definizione di una complessiva RIFORMA ISTITUZIONALE; il contributo delle politiche regionali alla COMPETITIVITA’ DEL SISTEMA ECONOMICO REGIONALE (sostegno a industria, turismo, commercio, agricoltura, all’innovazione e alla green economy, all’istruzione, formazione e politiche per il lavoro ma anche semplificazione amministrativa, sostenibilità dello sviluppo, difesa dell’ambiente, infrastrutture e sistema dei trasporti); la RIFORMA E IL RIASSETTO DEL SISTEMA DELLA SANITÀ E DEL WELFARE regionale, con riferimento alle politiche per la salute e quelle per il sociale, all’interno del quale si inseriscono le politiche per l’abitazione e quelle per l’immigrazione; la preparazione alla nuova fase della PROGRAMMAZIONE DEI FONDI COMUNITARI per il periodo 2014 – 2020 per rilanciare, secondo la «Strategia Europa 2020», il sistema economico e promuovere una «crescita intelligente», sostenibile e solidale.
Il capitolo INFRASTRUTTURE verrà affrontato sia per quanto riguarda quelle immateriali (superamento del digital divide e facilitazione dell’accesso alle tecnologie dell’informazione) che quelle viarie (strade, ferrovie, aeroporto e trasporti pubblici). Mentre per quanto riguarda l’AMBIENTE verrà definita la ‘Strategia energetico ambientale regionale 2020’, incentrata su: produzione da fonti rinnovabili, efficienza energetica, green economy. Sarà anche redatto il PIANO DELLA QUALITA’ DELL’ARIA ma il fulcro dell’azione su questo versante saranno acqua e rifiuti: nel settore idrico verrà predisposto il regolamento in materia di scarichi, sarà elaborata la proposta di regolamento sull’utilizzazione agronomica dei reflui zootecnici e verranno messi in campo gli interventi per la definizione del deflusso minimo vitale dei corsi d’acqua. L’obiettivo previsto dal PIANO REGIONALE DEI RIFIUTI, il raggiungimento del 65 per cento di raccolta differenziata entro il 2012, non sarà conseguibile nei tempi previsti, anche se la riorganizzazione dei servizi di raccolta per il passaggio dalla raccolta stradale al sistema domiciliare del ‘porta a portà sta portando risultati molto apprezzabili. I Comuni dovranno provvedere, entro il 2013, alla riorganizzazione in senso domiciliare dei servizi di raccolta dando priorità alle zone più densamente abitate in maniera da raggiungere quote di raccolta differenziata quanto più prossime agli obiettivi stabiliti dal Piano regionale. Nel corso del 2012 verrà poi data attuazione alle disposizioni in materia di premi e sanzioni per i Comuni che raggiungono o non raggiungono gli obiettivi fissati in termini di raccolta differenziata.
È previsto l’aggiornamento dell’attuale PIANO REGIONALE DEI TRASPORTI che scadrà alla fine del 2013. Si potrà poi procedere all’affidamento dei servizi di trasporto regionale attraverso una specifica gara, tenendo conto che il territorio regionale costituirà un bacino di riferimento unico e che dunque sarà più facile evitare sovrapposizione di servizi, tratte, orari, e assicurare un controllo più puntuale ed efficace della qualità dei servizi erogati. A ciò si dovrà accompagnare una nuova politica delle tariffe, con l’introduzione di un unico titolo di viaggio, valido per l’intero territorio regionale, e di una tariffa unica che tenga conto di aree servite e chilometri offerti. «Nel 2012 si faranno sentire gli effetti delle manovre finanziarie del Governo nazionale, che impongono tagli profondi alle risorse disponibili delle Regioni e degli Enti locali, riducendo le risorse previste per la sanità regionale, inasprendo le regole del patto di stabilità interno e tagliando i trasferimenti statali, che comportano e comporteranno complessivamente per la Regione Umbria minori risorse pari a 243 milioni per il 2011, 305 milioni per il 2012, 330 milioni per il 2013 e 375 milioni per il 2014. La risposta della Regione si concretizza nella scelta di aprire una grande stagione di riforme istituzionali. Si tratta quindi di ridefinire le competenze, avvicinarle ai territori e ai cittadini con l’obiettivo di costruire percorsi di relazione con la pubblica amministrazione più snelli, meno burocratici e meno onerosi. Sul welfare e le prestazioni sanitarie i dati ufficiali mettono in evidenza l’elevata qualità dei servizi assicurati ai cittadini e la contestuale situazione di equilibrio finanziario di questi settori. Dovrà essere individuato, già dal 2012, un nuovo modello della sanità regionale basato sull’appropriatezza organizzativa, per ridurre i costi e rendere massimo il numero di cittadini che accedono a prestazioni efficaci.
Verrà dato seguito alle LINEE DI INDIRIZZO PER IL RIORDINO DEL SISTEMA SANITARIO predisposte dalla Giunta regionale nel settembre 2011: maggiore interconnessione tra le due Aziende ospedaliere di Perugia e Terni; revisione degli attuali ambiti delle Aziende Usl, con il passaggio da quattro a due Usl territoriali». I NUMERI DEL DAP: La spesa regionale per il personale passerà dai 71,27 milioni di euro del 2010 ai 66,96 previsti per il 2012. Le spese di funzionamento dell’istituzione e quelle per il Consiglio regionale scenderanno rispettivamente da 12,96milioni (15,79 nel 2010) a 11,64 e da 20,99 (22,28 nel 2010) a 20,98 nel 2012. L’unico aumento di imposizione fiscale deciso dalla Regione (4 centesimi per litro di benzina per autotrazione) riguarda la ricostruzione delle zone del comune di Marsciano colpite dal terremoto del dicembre 2009. La riflessione e la preparazione della nuova stagione comunitaria, che si avvierà nel 2014, saranno anticipate già a partire dal 2012, al fine di affrontare nel modo più efficace i nuovi compiti e obiettivi contenuti a livello europeo nel programma cosiddetto Lisbona 2020, conservando quello che è uno dei vanti «europei» dell’Umbria, cioè la pratica di aver sempre rispettato i tempi di spesa dettati dalla Unione europea per evitare la perdita dei fondi.
INDICATORI SITUAZIONE ECONOMICA L’Umbria, è scritto nel Dap, «ha pagato un prezzo elevato nella negativa fase congiunturale, registrando una perdita di prodotto superiore alla media italiana. Dopo una «timida» ripresa nel 2010 i principali indicatori della situazione economica tendono a peggiorare (primi nove mesi del 2011). Si prefigura un »brusco raffreddamento congiunturale, a partire dal 2011, cui seguirebbe un 2012 negativo«. (raffronto primi nove mesi 2010-2011) Produzione. Stock di imprese: crescono le cessazioni di attività (+579), anche se il saldo tra nuove iscrizioni e cessazioni rimane positivo, si riduce da 1090 a 323 unità. Export. Dopo un 2010 con »buona« ripresa (anche se inferiore al dato nazionale) si rileva un »deciso« rafforzamento con un incremento del +14,9 (superiore al dato nazionale al 13,5%) in cui il settore »metalli« incide per il 2,1%. Andamento export: 2010-19,0%; 2011-10,8; 2012-4,7; 2013-6,6; 2014-7,4. Immatricolazioni autovetture. Calano del 17, 9% (media nazionale -13,1%) Occupazione. Il secondo trimestre 2011, rispetto al periodo precedente fa registrare un incremento degli occupati (+3.600) frutto di un forte incremento degli occupati dipendenti, soprattutto uomini, e di una riduzione di circa 4 mila unità degli occupati indipendenti, soprattutto donne (-5.139 unità). Un valore, quest’ultimo, che l’aumento di circa 2 mila occupate dipendenti non riesce a compensare e che fa ridurre per il secondo trimestre consecutivo l’occupazione femminile in Umbria. Tasso di disoccupazione. Andamento: 2010, 6.6%; 2011, 5.9; 2012-6.3; 2013, 6.3; 2014, 5.9. Tasso di occupazione. Andamento: 2010, 40.9%; 2011, 41.00; 2012, 40.8; 2013, 40.7; 2014, 40.7. Credito. Rallentamento del sistema creditizio; difficoltà per famiglie e imprese. In forte riduzione la raccolta delle famiglie (-5,7%, contro il -1,8% nazionale); aumento dei prestiti «in sofferenza» delle imprese umbre (+43,1%, contro il 42,4% nazionale). Spesa pubblica: si riducono fino ad annullarsi »i gradi di libertà dei governi regionali e delle autonomie locali, in quanto la scure dei tagli non solo mette a repentaglio la (comunque modesta) capacità di “dare una mano” al sistema economico in chiave anticiclica; difficoltà di impostare un’azione di stimolo dei «driver» di crescita e di sviluppo di medio lungo periodo. Aree di crisi industriale. Nocera (ex Merloni) e Terni, con lo scorporo dell’inox da parte di ThyssenKrupp, «unitamente al restringersi della spesa pubblica per trasferimenti sociali (che tanto conta nella formazione del reddito disponibile degli umbri), rappresentano fattori di preoccupazione particolare». Pil. Andamento: 2010, 1.3%; 2011, 0,6; 2012, -0.3; 2013, 0.6; 2014, 0.9. Consumi finali famiglie. Andamento: 2010, 1..4%; 201, 0.9; 2012, 0.0; 2013, 0.7; 2014, 0.9. Investimenti fissi lordi. Andamento: 2010, 2.5%; 2011, 1.0; 2012, -0.8; 2013, 1.0; 2014,1.9. Valore aggiunto. Andamento: 2010, 1.5%; 2011, 0.7; 2012, -0.3; 2013, 0.7; 2014,0.9. Il livello del Pil umbro, non tornerebbe al disopra del massimo «storico» del 2007 prima del 2016 degli strumenti disponibili a livello regionale«.