di Dan.Bo.

«Essere la regione più attrattiva per le imprese che vogliono investire in sostenibilità è l’obiettivo per i prossimi dieci anni». Così Vincenzo Briziarelli, confermato lunedì presidente di Confindustria Umbria, aprendo l’assemblea dell’associazione in programma al Teatro Lyrick di Assisi. Assemblea nel corso della quale è stato presentato anche lo studio «Umbria 2032», affidato a The European House–Ambrosetti, promosso da Confindustria e realizzato con il contributo di Regione, Sviluppumbria, Fondazione Perugia, Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni e Camera di Commercio dell’Umbria.

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Umbria 2032 Lo studio tratteggia una possibile Umbria del 2032 e suggerisce una serie di azioni per centrare gli obiettivi: «Vogliamo – ha detto Briziarelli – che sia una regione caratterizzata dalla sostenibilità nella sua accezione più ampia». Diciassette i progetti ritenuti centrali su infrastrutture, sviluppo industriale e capitale umano. Per gli industriali si va dalla stazione dell’Alta velocità MedioEtruria all’estensione della banda ultralarga, da Terni come «laboratorio per la manifattura green» all’investimento sui giovani fino a rafforzamento dell’Its, formazione universitaria, ricerca, trasferimento tecnologico e potenziamento dell’Università di Perugia. Sul fronte infrastrutturale Confindustria guarda anche al Nodino («il Governo assicuri la copertura finanziaria») e all’aeroporto «che ha reso l’Umbria più accessibile» e dalla cui compagine societaria l’associazione è uscita ormai da tempo.

«L’uomo al centro» Il tema scelto per l’assemblea è «L’uomo al centro», che «riassume la nostra prospettiva e ci impegna ad adottare nelle imprese e nella società i comportamenti conseguenti». Un uomo «al centro delle imprese, del rapporto con la tecnologia e delle politiche di sviluppo». Briziarelli ha parlato di un «contesto in continua trasformazione rischia di disorientarci», da qui la necessità di mettere alcuni «punti fermi». Tra questi il fatto che l’industria umbria «è solida» nonostante le tante crisi degli ultimi anni, «molto più internazionale» rispetto a un decennio fa» e dinamica. Al netto di questo scenario, «discontinuità» serve riguardo alle due grandi trasformazioni che riguardano l’industria e non solo: intelligenza artificiale e sostenibilità; due temi che «cambiano il paradigma di fare impresa e generano una frattura con il passato».

IA In entrambi i casi gli industriali vogliono affrontarli come fenomeni «da governare con saggezza». Se da un lato l’IA porterà opportunità alle imprese bisogna fare attenzione agli «enormi rischi» che riguardano soprattutto giovani e alcuni settori produttivi. I primi per Briziarelli non devono «appiattirsi» su di essa, mentre per quanto riguarda i secondi «la creatività fondata su algoritmi preimpostati potrebbe mettere in secondo piano la sensibilità e l’inventiva umana che sono invece le fonti più autentiche e distintive del made in Italy».

Il Polo Ovviamente «Diverso è il caso per i comparti più tecnologici che con l’intelligenza artificiale possono esaltare le loro prestazioni». In generale per Confindustria serve «collaborazione tra uomo e tecnologia. Non si tratta di scegliere l’uno o l’altra, perché sarà l’alleanza tra i due a fare la differenza». Su questo fronte l’associazione firmerà presto la convenzione insieme al ministero per il Made in Italy e gli altri 11 soggetti promotori dell’«Umbria digital data», il Polo europeo di innovazione digitale che «sarà a disposizione delle imprese per assisterle nella trasformazione digitale, con servizi di altissima qualità offerti a costi nettamente inferiori a quelli di mercato».

Sostenibilità ed Europa Quanto alla sostenibilità, Briziarelli ha sottolineato che le imprese non devono solo fare reddito ma anche «essere sostenibili». «Una trasformazione radicale, non tattica» semplicemente per adattarsi a quello che chiede il mercato. Confindustria quindi sposa in pieno questo paradigma purché «non sia un sogno irrealizzabile»: l’associazione boccia l’addio ai motori endotermici dal 2035 a favore di quelli elettrici e il meccanismo delle quote Co2, promettendo che su questo e altri temi partirà un confronto con i parlamentari in vista delle elezioni europee del 2024. «L’Europa – ha detto Briziarelli – deve dare obiettivi ambiziosi e realisticamente perseguibili, lasciando però libere le imprese di scegliere come raggiungerli».

L’economia italiana Venendo invece al contesto nazionale, Briziarelli ha parlato di un’economia italiana in rallentamento (mercoledì toccherà invece a Banca d’Italia fare il punto sulla congiuntura umbra), nell’ambito della quale si è inserita una manovra finanziaria «equilibrata ed espansiva» da parte di un governo «di cui apprezziamo l’azione». Promosso il taglio del cuneo contributivo («ma deve diventare strutturale»), gli industriali umbri bocciano il salario minimo («non serve una legge sul lavoro povero bensì la produttività») e ritengono «maturi i tempi per lanciare il piano industria 5.0, che combina l’investimento digitale con quello per la sostenibilità». In generale Confindustria ha chiesto leggi semplici e chiare e piani di investimento che guardino a 5-10 anni.

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