Antonio Cappelletti

di Chiara Fabrizi

«Nella vicenda Novelli le operazioni illegittime sono numerose e cominciano da lontano, ma tra tutte la più grave ed eclatante è quella relativa alla cessione dell’azienda». Così l’avvocato Antonio Cappelletti che da fine 2013 assiste legalmente gli eredi di Luigi Novelli, gli unici che negli anni non hanno votato favorevolmente ai bilanci, né alle nomine degli amministratori della società, né al conferimento di poteri straordinari.

Cappelletti: «Cessione Novelli è illegittima, va annullata» La loro quota è stata diluita dal 25 all’1,5 per cento a seguito di operazioni societarie che sono state impugnate di fronte al tribunale delle imprese di Perugia, anche se intorno all’intricata vicenda i procedimenti giudiziari sembrano destinati a moltiplicarsi. Nel mirino c’è l’atto notarile di cessione del Gruppo Novelli alla Alimentitaliani sottoscritto il 22 dicembre a Rende (Cosenza) di fronte al notaio Leucio Gisonna: «La cessione dell’azienda – evidenzia Cappelletti – è annullabile ed è figlia di una forzatura fatta con il bene placido del ministero dello Sviluppo economico all’indomani del diniego dei soci, gli unici che in sede assembleare e con apposita delibera potevano autorizzare la cessione, trattandosi di un’operazione destinata a modificare profondamente l’assetto di una società. Nel caso della Novelli è stata completamente svuotata una società che aveva al suo interno partecipazioni con altre società e un patrimonio di alcune decine e decine di milioni di euro, certamente controbilanciato dai debiti, che a mio avviso andrebbero accertati in maniera molto più approfondita».

Concordato va a rotoli, non ci sono soldi per creditori  Ed è proprio sui debiti che i commissari giudiziali del concordato preventivo (Angeli, Sistoni e Sillani) lo scorso 24 gennaio, quindi a cessione avvenuta, hanno suonato un campanello d’allarme rilevando che «il cash-flow necessario per il pagamento dei debiti concordatari in base al piano risulta inesistente per gli anni 2014, 2015 e 2016». Nel triennio in questione i creditori avrebbero dovuto essere ristorati in quote annue per complessivi 6,5 milioni di euro ma questo non è avvenuto. Tant’è che il giudice del tribunale di Terni ha già respinto l’istanza con cui l’ex presidente del Consiglio di amministrazione tecnico, Alessandro Musaio, ha chiesto la chiusura del concordato del Gruppo Novelli aperto a fine 2013. Non solo. Il 26 febbraio scorso il giudice del tribunale di Terni con apposita nota ha invitato i commissari giudiziali a informare i creditori «affinché valutino la sussistenza dei presupposti per l’esercizio delle azioni possibili a fini della tutela dei propri interessi» indicando esplicitamente la strada della risoluzione del concordato per inadempienze, che può sfociare nel fallimento.

Commissari osservati speciali Sul punto l’avvocato Cappelletti è netto: «Il mancato rispetto del piano del concordato è un’altra irregolarità palese che si evidenzia oggi dopo un periodo di assoluto silenzio, nonostante si tratti di controlli che andavano fatto prima. Anche sotto questo profilo, infatti, ci potrebbero essere delle responsabilità da parte di chi doveva vigilare sul concordato perché – va avanti – non è possibile leggere una relazione dei commissari giudiziali in cui si dice che le note trimestrali del 2016 le hanno lette il 16 gennaio 2017, ossia dopo la cessione su cui loro stessi si sono pronunciati favorevolmente». Va detto che nel parere dei commissari del 5 dicembre 2016 la premessa e la costante del parere sulla cessione è «la carenza informativa sull’effettiva situazione economica, patrimoniale e finanziaria del Gruppo Novelli». Viene poi confermata la presentazione da parte della Alimentitaliani di un altro concordato al tribunale di Castrovillari (Cosenza) di cui nessuno conosce i dettagli.

Si poteva evitare? Ma le ombre intorno alla gestione della Novelli non finiscono: «Il mantenimento dei posti di lavoro è giustamente l’argomento più importante, tuttavia in questa vicenda ci sono una serie di questioni rimaste finora molto sotto traccia ma che sono importanti soprattutto se consideriamo che dopo la cessione nel Cda delle Fattorie Novelli srl, ossia il tesoro del Gruppo, siedono gli stessi soggetti che hanno portato la società in queste condizioni». Il riferimento è alla nomina di Torquato Novelli e dello stesso Musaio come amministratori della società in questione. Cappelletti, che è anche assessore comunale a Spoleto, sollecitato a esprimersi sul sostegno che tutti gli amministratori locali hanno accordato alla cessione degli asset del Gruppo Novelli alla Alimentitaliani dice: «Di fronte alla posizione forte assunta al tavolo dal Mise poco si sarebbe potuto fare».

@chilodice

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