Massimiliano Burelli (foto Rosati)

di Mar. Ros.

«La nomina di Jp Morgan da parte della casa madre Thyssenkrupp non rappresenta un’accelerazione nel processo di vendita del sito siderurgico di Terni. La procedura non è stata di fatto ancora aperta e dal via serviranno almeno 9 mesi per completare l’operazione». Così il numero uno di Acciai speciali Terni, Massimiliano Burelli, intervenendo alla call del Mise con i sindacati territoriali e nazionali dei metalmeccanici, le Rsu di fabbrica e le associazioni di categoria, assieme al direttore di stabilimento, l’ingegnere Massimo Calderini e il capo delle relazioni esterne dell’azienda Tullio Camiglieri.

Manca il board Thyssenkrupp Nessuno invece in collegamento da Essen. «Non è presente nessuno del board tedesco – avrebbe detto Burelli – perché fondamentalmente non ci sono novità da comunicare a questo tavolo». Alla videoconferenza convocata dal ministero dello Sviluppo economico, presenti i sottosegretari Alessandra Todde (M5s) e Alessia Morani (Pd). Considerato l’esordio dell’amministratore delegato è probabile che, se non su materie interne allo stabilimento che in genere però vengono discusse ai piani alti di viale Brin, l’attenzione si sposti sul governo. Le pressioni sull’esecutivo, in questa partita, in effetti non mancano. In collegamento c’è ad esempio Augusto Magliocchetti di Federmanager che potrebbe rivolgere direttamente alla Morani i quesiti che le avrebbe posto qualche giorno fa se si fosse trattenuta a Terni qualche ora in più. Ma sull’esecutivo, nei giorni scorsi è arrivato anche il monito di Federacciai da parte del presidente Alessandro Banzato: «Credo ormai sia imprescindibile – ha detto nel corso dell’assemblea pubblica dell’associazione – l’esigenza più volte dichiarata di istituire un Tavolo Nazionale che avvii con il Governo e le parti sociali una riflessione sulla siderurgia italiana per arrivare alla definizione di un Piano Industriale Nazionale. Un tavolo dove si possa discutere apertamente e con franchezza, trovare soluzioni che aiutino il settore a rilanciarsi e, se necessario, a consolidarsi».

Vendita Ast Il fatto che manchi ancora diverso tempo per la cessione di Acciai speciali Terni, non tranquillizza intanto lavoratori e sindacati, tantomeno alla luce di un quadro epidemiologico di Covid-19 estremamente preoccupante, con tutto quello che potrebbe derivarne e considerate le osservazioni pungenti dell’attento Magliocchetti proprio sulle modalità di vendita della fabbrica. L’esperto di siderurgia nazionale, ha recentemente chiamato in causa l’Europa perché eserciti il suo ruolo di garante della concorrenza sulle produzioni di acciaio del Vecchio continente. Quanto all’interesse della Liberty steel invece Burelli ha chiarito: «Ast non c’entra, il gruppo ha interesse per l’acciaio al carbonio». Al tavolo virtuale del Mise presenti il sindaco di Terni Leonardo Latini, l’assessore allo Sviluppo economico Michele Fioroni e i deputati umbri di Pd e Fi, Walter Verini e Raffaele Nevi.

 

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