©Fabrizio Troccoli

di Marta Rosati

Si esulta per la proprietà italiana in tempi di misure anti-delocalizzazione ma non si conoscono ancora i piani industriali, ambientali e sociali che Arvedi ha in serbo per il sito siderurgico di viale Brin. Le istituzioni locali, e pure i vertici di Ast, parlano di investimenti importanti; si vocifera del ritorno della produzione di acciaio magnetico e si apprezza il lavoro che Giovanni, il cavaliere lombardo, ha fatto per la sua città, mostrando una sensibilità e un’attenzione al territorio, nello sport, la cultura e il sociale, che ne fanno un modello auspicabile anche per Terni. Intanto, che si sappia, le due città hanno molto in comune: l’acciaio, la squadra di casa in serie B, ma anche l’orgoglio per tradizioni e tratti identitari che i cittadini esprimono in modo simile, senza tralasciare l’amore per le pulsioni sessuali, o l’esaltazione del corpo femminile. Tanto per intendersi, quelle che nella Conca ternana sono le tre ‘P’, Picchia, Pallone e Pampepato, anche se sovente si utilizza la versione ‘Fere, Picchia e Pampepato’, a Cremona sono le tre ‘T’: ‘Turòon, Turàs, Tetàs’, ovvero il Torrone, il Torrazzo e le Tettone.

Tadizioni, identità e passioni Il Torrone di Cremona, diversamente dal Pampepato di Terni, non è iscritto nel Registro delle denominazioni di origine protette, delle indicazioni geografiche protette e delle specialità tradizionali garantite, ma è un dolce radicato nella tradizione pasticcera locale e a differenza del Diamante nero delle Terre di San Valentino, viene celebrato in città con una festa dedicata. Fatto sta che entrambi sono apprezzati soprattutto nel periodo di Natale. Quanto all’identità, dove Cremona sfoggia l’alta torre affiancata al duomo della città, i ternani sventolano bandiera rossoverde, l’amore per la squadra di calcio. In riferimento a picchia e tettone, nel primo caso i ternani si riferiscono all’organo genitale femminile, nel secondo i cremonesi alle forme generose che avrebbero le donne del posto. Anche nella città del violino si dice che ci sia una versione alternativa, ma in quella, al posto delle Tetàs, si legge Tugnàs, riferito al fatto che Cremona ha dato i natali a Ugo Tognazzi.

Terni-Cremona Chiusa la parentesi ‘di colore’, ecco l’aggiornamento sulle vicende dell’acciaieria ternana: dopo l’ok dell’Antitrust europeo, nessuno pare temere il parere dell’autorità turca che deve comunque esprimersi sull’acquisizione da parte del gruppo Arvedi, per la parte di sua competenza territoriale. Il nulla osta dell’Ue ha intanto rasserenato gli animi prima di Natale e altrettanto si può dire del bilancio di Acciai speciali Terni, soprattutto per i livelli produttivi visto che sull’utile pesano gravemente i costi delle materie prime e quelli dell’energia. Quest’ultima voce sta mettendo a dura prova molte aziende, soprattutto quelle energivore come appunto le siderurgiche. Secondo quanto riportato da Milano finanza, alcune imprese stanno valutando, se non già mettendo in pratica, lo stop produttivo per non lavorare in perdita; si teme il default per shock energetico.

San Silvestro Prematuro nel frattempo parlare di nuova dirigenza Ast, quando il closing sull’operazione Arvedi è atteso entro marzo e i nuovi inquilini cremonesi non sono quindi saliti ancora ai piani alti di viale Brin. Quel che è certo è che all’attuale amministratore delegato farebbe piacere rimanere ed è anche ipotizzabile che in un primo periodo gli venga chiesto quantomeno un affiancamento; anche perché, diversamente dall’esercizio finanziario del gruppo italiano, quello dell’acciaieria di Terni è legato al sistema tedesco della storica casa madre Thyssenkrupp, quindi quando ai lombardi verranno consegnate le chiavi del sito siderurgico, i vertici Ast potrebbero essere già alle prese con i numeri del secondo trimestre. Questo solo per dire che un nuovo Ad entrerebbe ‘in corsa’. L’ingegnere Massimiliano Burelli ha già ribadito più volte che la sua posizione sarà valutata ma se è il frutto di interlocuzioni attive e costanti coi futuri proprietari di Ast o solo un modo per manifestare appunto il suo interesse a rimanere, non è dato sapersi. Permangono intanto incertezze sullo show di Capodanno per il quale Rai 1 sta lavorando in questi giorni proprio all’acciaieria di Terni. La decisione sulla partecipazione del pubblico dal vivo è congelata fino al 27 dicembre e la conferenza stampa, dopo che è stato anticipato il cast, non si terrà prima del 30. Secondo quanto trapela, rispetto alla capienza massima inizialmente ipotizzata, questa potrebbe essere ridotta del 50%.

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