di Mar.Ros.
Entro dieci giorni l’esito dell’istruttoria europea sulla richiesta di finanziamenti, mentre già la prossima settimana sono calendarizzati due incontri dei vertici di Acciai speciali Terni: uno con Invitalia, l’altro con il minisetro dell’Ambiente e della sicurezza energetica. Il percorso per la sottoscrizione dell’Accordo di programma sblocca-investimenti non è ancora terminato. La nuova deadline è gennaio 2024.
Arvedi-Ast Questa la sintesi di quanto emerso al tavolo di confronto di martedì mattina tra il ministero delle Imprese e del Made in Italy e le organizzazioni sindacali dei metalmeccanici sul futuro dell’acciaieria ternana di proprietà del gruppo Arvedi. «L’Accordo di programma per Arvedi-Ast è cosa fatta» aveva detto il titolare del Mimit Adolfo Urso alla vigilia, parlando agli industriali umbri all’assemblea generale dell’associazione di categoria ad Assisi, ma è innegabile che il traguardo sia stato ulteriormente spostato in avanti di un paio di mesi. I sindacati lo stigmatizzano e chiedono di affrettare i tempi.
Le reazioni «Auspichiamo – scrivono a margine dell’incontro romano Guglielmo Gambardella (segretario nazionale Uilm) e Simone Lucchetti (segretario generale Uilm Terni) – che la tempistica indicata dal Mimit per la definizione del Contratto di Sviluppo e la firma dell’Accordo di Programma di Terni, entro il mese di gennaio 2024, venga confermata. Stiamo parlando di un investimento complessivo di un miliardo di euro, tra fondi pubblici e privati. Riteniamo che il rinvio del rilancio industriale ed occupazionale di Ast Terni sia durato fin troppo per un’azienda che deve competere in un mercato difficile come quello dell’acciaio. Ci auguriamo che l’approvazione da parte dell’Unione europea del finanziamento previsto per la realizzazione del piano industriale di Acciai Speciali Terni non ritardi per questioni burocratiche. Abbiamo accolto positivamente che Arvedi stia già anticipando il lavoro di adeguamento del piano secondo le prescrizioni richieste dall’Ue. Ora è necessario confrontarci quanto prima con l’azienda per discutere su un piano industriale definitivo, di cui conosciamo solo le linee guida, per conoscere nel dettaglio investimenti, nuovi impianti, volumi produttivi e livelli occupazionali».
Metalmeccanici Unanime il pensiero delle segreterie nazionali di Fim, Fiom e Uilm. In una nota si legge: «Sicuramente positivo lo sblocco dei finanziamenti che possano portare a compimento gli investimenti ma va purtroppo denunciato che a tutt’oggi non conosciamo nessun elemento di dettaglio del Piano Industriale che chiediamo fin d’ora sia parte integrante dell’accordo di programma, dopo la discussione con il sindacato. Invieremo ufficialmente richiesta di incontro all’Azienda, già nella giornata di oggi, con all’ordine del giorno la discussione del piano industriale. Chiederemo che il Mimit sia garante della trattativa e che l’eventuale accordo sindacale sia parte integrante dell’accordo di programma tra le istituzioni firmatarie».
Fismic-Confsal «Non è la prima volta – è la riflessione del coordinatore nazionale Ast della Fismic Giovacchino Olimpieri e del delegato Marco Bruni – che vengono date rassicurazioni durante questi incontri ma ad ora risultano non ancora ottemperate. Non sussiste una vera responsabilità oggettiva da imputare ad un soggetto specifico, ma questa lentezza e incertezza crea grossi problemi. Quest’anno per la prima volta il budget si chiude sotto il milione di tonnellate di fuso, con il rischio di perdere dei clienti, come continuano i problemi legati all’insicurezza energetica. I lavoratori di Ast necessitano di avere certezze e garanzie maggiori. Serve più sicurezza tramite un percorso definito e, a tal proposito, inizieremo immediatamente la discussione con l’azienda sul piano industriale, che risulta essenziale per avere un quadro più chiaro rispetto alla situazione di incertezza che sta avvenendo all’interno azienda e nell’indotto».
Partito democratico «Manca poco, forse – è il commento di Daniele Lombardini (responsabile Lavoro della segreteria regionale del Pd dell’Umbria). Ma quest’ultimo miglio sull’accordo di programma sembra proprio essere più lungo del previsto. Il Ministro Urso parlando all’ assemblea generale di Confindustria Umbria ha rassicurato la platea sulle risorse aggiuntive provenienti dall’Unione Europea da destinare al Piano Transizione 5.0, rivolte all’efficientamento energetico delle imprese. Risorse aggiuntive a quanto già stanziato dal Governo per i prossimi due anni. Che quindi da sole non paiono sufficienti per un rilancio complessivo della competitività del settore. E nell’immediato? Sempre Urso ci dice che l’Italia dell’acciaio è un asset diviso in ‘poli’ (Taranto, Terni, Piombino, Brescia e Sondrio), senza un disegno complessivo del Governo, una strategia pronta o tantomeno l’imminente condivisione di un Piano nazionale della siderurgia, nel quale far confluire le misure infrastrutturali ed energetiche che imprese e territori aspettano da tanto tempo. E da quello che è emerso da questo nuovo incontro al Mimit non sembrano, in questa direzione, esserci particolari novità. Tutto (solo) futuribile».
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