di Mar. Ros.
Una prima linea di taglio tubi sarebbe stata messa a punto all’interno del sito di Maratta controllato da Arvedi-Ast. Secondo indiscrezioni il settaggio delle lame attualmente in corso non dovrebbe necessitare più di un paio di giorni; dopodiché, se la volontà della direzione aziendale è quella di renderla effettivamente operativa, non resterà che armare una squadra di lavoratori. Accanto a questa, altre due macchine dedicate al taglio dei tubi, sarebbero in fase di montaggio in un capannone attualmente nelle disponibilità di Ast, in affitto, per vecchie lavorazioni dismesse, che il cavaliere si dice vorrebbe acquisire in modo definitivo per attrezzare l’area (si parla di 5 mila mq) proprio al taglio dei tubi. Di questo servizio, come ormai ben noto, per l’acciaieria si occupa attualmente Tct, con la quale Ast, dopo mesi di tensioni, ha recentemente trovato un’intesa al tavolo del Prefetto. Secondo quanto pattuito a Palazzo Bazzani, l’azienda di Gino Timpani, a garanzia di salvaguardia dei lavoratori e del contratto in essere col sito siderurgico, dovrebbe onorare gli impegni sottoscritti sino allo scadere (2024); eppure, pare che una sorta di ‘guerra fredda’ tra le due parti continui a trascinarsi. Sicuramente Ast non vuole farsi trovare impreparata al termine dei rapporti commerciali con Tct e ha tutto il tempo per farlo, ma non è nemmeno del tutto escluso che voglia anticipare i termini. Del resto Timpani, poco più di un mese fa, si era detto pronto a chiudere e quindi cessare l’attività a servizio di Ast.
Arvedi-Ast Quel che è certo è che per il Tubificio martedì si apre la discussione per il premio di risultato che, per come elaborato per i lavoratori Ast, ha già il benestare delle Rsu. Le rappresententanze sindacali unitarie hanno valutato positivamente l’ipotesi di accordo sottoscritto dai segretari metalmeccanici ma i dettagli dell’intesa devono essere veicolati tra le maestranze. Per questa ragione saranno presto richieste assemblee retribuite. Per i delegati sindacali il patto rappresenta un passo in avanti nel consolidamento delle relazioni con l’azienda. Il tetto massimo di importo raggiungibile, considerata la quasi totale assenza di contrattazione in viale Brin da circa dieci anni, è considerevole, ma certo non sfugge che il premio (valido solo per il 2023) sia stato elaborato secondo certi parametri senza il dettaglio del piano industriale. Argomento che, presumibilmente in parte e in modo ancora superficiale, sarà oggetto di confronto in Regione tra metalmeccanici e presidente Tesei, che ha convocato i sindacati per il 23 febbraio prossimo. Negli stessi giorni, il board aziendale di Cremona dovrebbe essere a Terni quindi non è escluso che per le segreterie un’altra chiamata arrivi dai piani alti di viale Brin. In acciaieria intanto, scongiurate le fermate paventate dopo il lungo stop natalizio, si continua a lavorare a pieno regime. Voci di fabbrica riferiscono giusto di un probabile scarico produttivo del Centro di finitura, tanto che proprio da lì sarebbero state trasferite delle maestranze per colmare carenze di organici in area a caldo e sempre da lì dovrebbero essere trasferiti gli operai addetti alle nuove linee di taglio (da qui a breve tre, più di 10 quelle che vanta invece Tct).