Un momento della riunione

Più acqua dall’invaso di Montedoglio per permettere alle aziende umbre di poter irrigare le colture che in questo momento sono nella loro prima fase di sviluppo, come tabacco, mais e tante altre. La richiesta all’Ente acque umbre toscane è partita mercoledì da Perugia dove, negli uffici della Regione di piazza Partigiani, l’assessore all’Agricoltura Fernanda Cecchini ha riunito il tavolo tecnico con all’ordine del giorno l’agricoltura e i problemi connessi al caldo. Alla riunione, convocata dall’assessore «per condividere le scelte da adottare nell’immediato per risolvere i problemi di approvvigionamento e a più lungo termine per evitare che si creino situazioni di emergenza», hanno preso parte rappresentanti della Provincia di Perugia, della Comunità montana Alta Umbria, delle organizzazioni agricole, dirigenti dei Servizi regionali competenti.

La richiesta La Regione vorrebbe veder garantiti 3,5 metri cubi al secondo invece degli attuali tre. «Un aumento sostenibile – ha detto Cecchini – per quanto riguarda la disponibilità idrica e che consentirà di fronteggiare le maggiori necessità irrigue legate alla situazione meteorologica. A questo fine, la Provincia di Perugia garantisce che le istanze di richiesta di licenze annuali di attingimento dal fiume Tevere saranno immediatamente evase, compatibilmente al rispetto del minimo deflusso vitale». Il problema approvvigionamento al momento riguarda principalmente l’Alta valle del Tevere e nel corso dell’incontro è stata fatta una ricognizione anche delle altre aree, specialmente di quelle dove più sono diffuse le coltivazioni di mais e tabacco, che richiedono in questo periodo un maggior apporto d’acqua.

Medio periodo Al tavolo tecnico sono stati esaminati, inoltre, gli interventi da attuare nel medio periodo «affinché l’approvvigionamento idrico sia garantito e omogeneo in tutto il territorio dell’Alta Valle del Tevere, a cominciare dall’ammodernamento e potenziamento della stazione di sollevamento sul Singerna, per la quale è già stata redatta la progettazione e c’è la disponibilità di finanziamenti da parte del Ministero delle Politiche agricole. Riserveremo la stessa attenzione per le esigenze di approvvigionamento idrico di tutto il territorio regionale».

Marsciano Nel frattempo a Marsciano il sindaco della città Alfio Todini vista l’ondata di calore, l’assenza di precipitazioni e la necessità di preservare la falda acquifera ha emanato mercoledì un’ordinanza con cui si vieta, su tutto il territorio comunale e fino al 30 settembre, «di utilizzare l’acqua proveniente dall’acquedotto pubblico per usi diversi da quello potabile e domestico». Vietato quindi innaffiare con l’acqua di casa orti, campi e giardini, lavare auto o altri mezzi, riempire vasche e piscine o più in generale tutto ciò che esula «dalle normali necessità domestiche e produttive». Per quanto riguarda il comune capoluogo, a Perugia al momento non è in programma l’emanazione di un’ordinanza simile.

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