Steps Ahead in concerto (foto F.Troccoli)

di Daniele Bovi

Chi si aspettava una di quelle reunion un po’ stanche e nostalgiche, sarà rimasto sicuramente sorpreso. Sabato sera all’arena Santa Giuliana è stato il turno degli Steps Ahead, nuovamente insieme (anche se con molte varianti rispetto al gruppo storico), sotto la guida del suo leader, il vibrafonista Mike Mainieri che insieme alla pianista Eliane Elias costituisce il nucleo originario della formazione che ha fatto la felicità di decine di migliaia di musicofili in giro per il mondo. Oltre a loro sul palco sono saliti Billy Kislin alla batteria, Marc Johnson al contrabbasso e Donny McCaslin al sax, tra i musicisti dell’ultimo album di David Bowie, Blackstar, al quale anche l’Arena, quando Mainieri lo ha ricordato, ha riservato un applauso. L’impressione complessiva ricavata dall’ora di set è quella di una musica fresca, di un jazz a tratti scintillante che molto si regge sulle gambe di Elias. Suo il pezzo che arriva quasi a metà serata, «Bowing for Bud», dedicata a uno dei giganti del piano jazz, ovvero Bud Powell; un lungo brano sul quale si stendono frasi oblique di McCaslin.

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FOTO: IL CONCERTO

Arriva Miller La serata prosegue con un adattamento di una sonata per piano di Aaron Copland e poi con un pezzo chiamato «B for butterfly», dove Elias e Mainieri duettano, oltre a Pools, vera e propria hit del gruppo dei primi anni ’80 riadattata in un nuovo contesto musicale dove grande importanza ce l’ha il fraseggio di McCaslin. Dopo gli applausi, un bis e una mezzora di cambio palco, fa il suo ingresso in scena a sei anni di distanza dall’ultimo concerto a Umbria Jazz Marcus Miller con il suo «Afrodeezia», un viaggio musicale sulle tracce delle influenze di suoni, ritmi e melodie lasciate da milioni di schiavi tra Africa e continente americano e ispirato, con tutta evidenzia, dal ruolo che l’Unesco gli ha attribuito di Artista per la pace. Un disco Il concerto finisce là dove era iniziato quello del 2010, ovvero da Tutu, disco di Miles Davis nel quale al basso c’era proprio Miller. Una versione torrenziale del brano che ha dato il nome all’album di Davis e alla quale ha partecipato, alle tastiere, anche Cory Henry che si è gustato lo show dal backstage. Con Miller all’Arena ha suonato un gruppo di giovani musicisti: Brett Williams alle tastiere, Alex Han e Alex Bailey ai sax e Russell Gunn alla tromba. Uno show tra vecchi successi e brani dell’ultimo disco andato avanti fin quasi all’una di notte, molto applaudito dal pubblico dell’Arena.

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Pavone in festa Qualche ora prima un Pavone in festa ha salutato il trombettista Fabrizio Bosso e che insieme a un folto gruppo di musicisti ha dato vita a «Duke», omaggio alla musica di Duke Ellington che è anche il titolo del disco eseguito dal vivo sabato pomeriggio. Ad accompagnare Bosso il suo quartetto al quale si è aggiunto un gruppo di ottoni arrangiati e orchestrati da Paolo Silvestri. Prima dell’inizio del concerto al trombettista è stato consegnato il premio «Ambasciatore dell’Umbria nel mondo», assegnato ogni anno a un musicista dalla Fondazione Cassa di risparmio di Perugia. «Grazie, sono onorato. La banca – scherza – mi aprirà un conto super agevolato. Per me è un onore poter portare in giro la mia musica e rappresentare in giro per il mondo questo festival incredibile». Poi tocca alla musica, a Ellington che rappresenta per Bosso «un grande amore. Ho iniziato a suonarlo quando ero ancora piccolissimo». «Quando gliel’ho proposto Paolo Silvestri era spaventatissimo ma credo che anche Duke da lassù sia contento: Paolo è colui grazie al quale tutto questo è stato possibile».

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Duke Lungo il concerto scorrono brani celebri («In a sentimentali mood», «Perdido», «Caravan», «Solitude» e altri ancora) elegantemente rivisitati e orchestrati da Silvestri, sui quali si innestano gli assoli di Bosso. Un Pavone all’interno del quale si sprigiona la forza melodica e la freschezza della musica di Ellington e nel complesso un concerto dove ognuno dei musicisti trova il suo spazio. Prima della fine non manca qualche parola di Bosso per quanto sta avvenendo in questi giorni, a Nizza come in Turchia ma non solo: «Abbiamo una grande fortuna – dice – ovvero che per 90 minuti riusciamo a estraniarci dalle cose brutte che succedono là fuori, anche se nel resto della giornata il pensiero va a Nizza e a Bari, dove ho vissuto per anni. Sicuramente però la musica ci aiuta». Poi la festa finale, con Bosso e il resto dei musicisti che scendono nella platea a suonare «When the saints go marchino in». Un Pavone in marcia con la musica di Bosso.

Twitter @DanieleBovi

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One reply on “Umbria Jazz, all’Arena la freschezza degli Steps Ahead mentre tutto il Pavone ‘marcia’ con Bosso”

  1. ….da domani 18 luglio,tutti questi illustri e rispettabilissimi “gezzofili” che in questi giorni,si son riempiti la bocca di paroloni e commentoni…tutti alla sagra della porchetta! 😀
    aaaaaaaaaaaaaaahahahahaahah
    .

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