Restaurato di recente, ha una storia alle spalle che lo storico Domenico Cialfi ha voluto rispolverare e trasmettere alle giovani generazioni: il Gonfalone di Terni, dalle origini medievali fino al riconoscimento ufficiale avvenuto tramite il Decreto Regio del 4 maggio 1936 in cui viene concesso il diritto da parte del Comune di fare uso del titolo di Città e, previa approvazione della Consulta Araldica, dello stemma e del gonfalone con impresso il Thyrus.

Thyrus di Terni Proprio sulla creatura simbolo della città di Terni si è concentrato prof Cialfi venerdì mattina, mettendo in evidenza l’evoluzione grafico-rappresentativa che ha subito nei secoli dall’originale, reso dalla statua che oggi fa bella mostra di sé a Palazzo Spada, fino al drago rampante che ha finito per essere l’icona più diffusa. Cialfi, autore dell’articolo Disamina della ripresa dell’emblema Thyrus negli anni Trenta pubblicato sul n. 57/2021 della rivista Memoria Storica, ha presentato agli studenti presenti in biblioteca comunale il Decreto originale che autorizza Terni all’uso del titolo di Città del 1936 che va di pari passo al riconoscimento dello Stemma e del Gonfalone. Il documento è conservato, insieme a tutta l’istruttoria della pratica, presso l’Archivio generale del Comune di Terni, che per anni ne ha custodito la memoria. Tra le opere esposte per questo viaggio nella memoria di Terni anche l’acquarello su base acquaforte del MaestroMassimo Zavoli, artista e docente del liceo artistico “Metelliriproducente il Gonfalone di Terni, come pensato da Luigi Lanzi nel 1885. Tra la volontà di dedicare una mostra al Thyrus e quanto fatto sin qui per valorizzare la figura simbolo della città, ecco che sta per andare in porto anche il progetto della statua d’acciaio. Novità, e stavolta non dovrebbero esserci ulteriori rinvii, sono previste per la fine del mese di marzo.

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