di M.R.

«Sono sorpreso». È la prima cosa che si sente di dire il direttore della Galleria nazionale dell’Umbria, Marco Pierini, sollecitato a esprimersi sull’indignazione che il post di Lercio sembra aver suscitato in larga parte dei ternani: «Io in verità credo che la maggior parte di loro ha sorriso, magari amaramente, ma ha colto la vera essenza della satira, quella che poggia sui luoghi comuni. Quello che mi sento di dire è che non c’era alcuna intenzione di denigrare la città. Abbiamo finanziato inserti su più riviste di arte e non abbiamo mai lasciato indietro Terni, abbiamo sempre dato spazio all’intero territorio regionale».

Investiti 25 mila euro Che il post rientrasse in una campagna pubblicitaria a pagamento, era ben specificato e il direttore a domanda indiscreta non tiene per sé la risposta: «La collaborazione con Lercio, come con altri comunicatori social in grado di intercettare un pubblico molto vasto, è in corso dallo scorso giugno e per 15 uscite più uno show divertente a fine mostra in Galleria, l’investimento si aggira attorno ai 20-25 mila euro». Lercio dunque è solo una delle realtà coinvolte: «C’è anche Taffo e a giorni è attesa l’uscita di Osho. Speriamo non offenda gli spoletini» ironizza Pierini. Poi sottolinea: «Non c’era nulla di offensivo in quel post e una volta commissionato il lavoro, a meno che non ci siano le condizioni, noi non facciamo i censori. Avessero scritto che a Terni sono tutti matti allora sì, ma oggi non vedo margini per dover chiedere scusa».

Città di San Valentino Eppure per il sindaco di Terni si è trattato di uno «Scivolone inaccettabile, mentre si lavora per promuovere il territorio ternano. Il post ironico di Lercio.it sul paragone tra la Perugia del Perugino e della sua splendida mostra e la città di Terni è sicuramente da classificare nella satira. Quella satira che spesso si basa sui luoghi comuni e taglia la realtà con l’accetta. Proprio per sfatare questi luoghi comuni, in particolare quello su Terni da considerare solo città industriale e quindi brutta, abbiamo lavorato in questi cinque anni in maniera concreta e per la prima volta in perfetta sintonia con la Regione Umbria, in particolare con l’assessorato al Turismo». Sul caso, nella serata di domenica si era espresso anche il Partito democratico. Dal museo non ci si spiega come una battuta possa aver suscitato tanta indignazione tra politici e istituzioni: «Generalmente le polemiche restano confinate nella rete dei social». Forse la campagna elettorale rende più suscettibili.

Terni civica Il consigliere Michele Rossi del gruppo Terni civica definisce quel post un atto di «bullismo istituzionale. Sulla vicenda ha già detto molto bene il sindaco, situazioni come queste rischiano di rovinare in un attimo il grande lavoro di promozione dei nostri luoghi, fatto dal comune con il competente assessorato regionale. Rimane da aggiungere che dovrebbero solo scusarsi pubblicamente, sono un ente istituzionale e non possono permettersi di sfottere Terni. Promuovere un evento di rilevanza nazionale denigrando i presunti difetti della seconda città della regione è una vera caduta di stile. Per altro per riprendersi dalla sindrome di Stendhal basterebbe scendere a Fontivegge o a Ponte San Giovanni. E invece di ironizzare sui difetti propri lo si fa su quelli degli altri. Farlo su quelli degli altri è denigrare. Se per il direttore di un museo nazionale – prosegue Rossi – il fatto che una intera comunità si sia sentita offesa da un attacco gratuito e banale è fatto di nessuna rilevanza, perchè il problema è di chi sarebbe troppo sensibile per apprezzare la sottile ironia, dà la misura della superficialità con cui si svolgono ruoli di fondamentale importanza per la crescita culturale e umana di questa nostra regione».