In occasione della mostra evento Perugino, Vittorio Sgarbi, sottosegretario al ministero per la Cultura, si diverte nel ricordare gli anni in cui fu trasferito alla Soprintendenza di Perugia: «Mi chiesero di andare da vicario da Venezia a Perugia, sono stato per tre mesi a occuparmi del patrimonio storico artistico con quello architettonico. Urbani mi disse: ‘Sgarbi, lei sta a Venezia, vuole andare a Perugia?’ ‘Per me l’avventura è il presupposto della carriera, è una bella città’. Aggiunse: ‘Ma lei l’ha mai incontrato un umbro? Ho capito che gli umbri se ne stanno bene qui e difficilmente si muovono, mentre ci sono napoletani e calabresi ovunque. Trascorso quel periodo gli dissi guardi io torno a Venezia, e lui: ‘Avevo tanto confidato in lei, comunque faccia una cosa passi gli ultimi venti giorni della sua attività a Spoleto con tutti quei finocchi’. Per lui era il nido di questi. Ci organizzai una ostra ‘Vade retro’, sull’omosessualità, io che contrario a ogni matrimonio sono contrario anche a quello tra omosessuali. Ma fu un’avventura meravigliosa. Ricordo i viaggi in automobile. C’era anche la felicità di incontrare amici come Roberto Abbondanza, Marina Bon Valsassina. Poi è arrivato Pierini da Modena, come riscatto della sua umiliazione rispetto a quando gli volevano far fare cose di gastronomia. Ha compiuto una rivoluzione facendo diventare questa la più bella pinacoteca d’Italia, ora uno non può non venire a Perugia».

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