Liliana Cavani pensa ad un nuovo film su San Francesco. Sarà il suo terzo film sul Poverello d’Assisi. Ad annunciarlo la stessa regista domenica a Terni, nel corso della giornata inaugurale della settima edizione del Festival Popoli e Religioni Umbria International Film Fest, dove ha presentato la versione restaurata di «Francesco d’Assisi», il suo film d’esordio come regista (1966). «La biografia di San Francesco, scritta da Paul Sabatier alla fine del XIX secolo – ha detto la Cavani – mi piacque moltissimo perché non era un testo agiografico ma un vero romanzo di formazione. Rimasi stupefatta dall’attualità e dalla modernità di questa figura, e questo per diversi motivi: primo, perché Francesco non è un francescano; secondo, perché la sua era una rivoluzione generazionale, e per questo sempre attuale. In effetti io immagino il movimento francescano un po’ come quello sessantottino, non a caso il mio film è stato percepito nel ’66 come qualcosa di nuovo. Si afferrava che c’era qualcosa di nuovo nell’aria, perché c’era in Francesco».
Francescanesimo, un po’ di ’68 Ventuno anni dopo, Liliana Cavani è tornata a raccontare la storia di Francesco d’Assisi in un secondo film, perché «in quella prima versione non ero riuscita – ha spiegato la regista – a raccontare l’episodio delle stimmate sul quale invece mi concentrai nel secondo film, interpretato da Mickey Rourke». Per la Cavani, proprio Terni potrebbe essere la location ideale per il nuovo film che, secondo il vescovo della città umbra, monsignor Vincenzo Paglia, ideatore del festival ternano, «potrebbe rilanciare anche il polo cinematografico umbro, che dopo i successi di “La vita è bella” e delle fiction sta attraversando un momento di stagnazione».