di M.Alessia Manti
Le industrie creative, tema fortemente all’attenzione del nuovo ciclo economico dell’Unione Europea, al centro del quarto appuntamento con I Giovedì della Capitale, una serie di dibattiti di approfondimento sul progetto di candidatura a Capitale Europea della Cultura di Perugia, con Assisi e l’Umbria intorno.
Il focus dell’incontro L’incontro promosso dalla Fondazione Perugiassisi 2019 e che si è tenuto a Palazzo Penna, Centro di Cultura Contemporanea di Perugia, è stato occasione per trattare il tema dell’innovazione ma anche dell’occupazione per i giovani in vista della candidatura per il 2019. Ospiti dell’incontro, moderato dal presidente della Fondazione Perugiassisi 2019 Bruno Bracalente, sono stati il rettore dell’Università degli Studi di Perugia Francesco Bistoni, Fabrizio Montanari dell’Università Bocconi di Milano e Antonio Scuderi, Founder di Capitale Cultura.
Un incubatore di nuova generazione al centro della candidatura «Perugia è una città dal grande potenziale inespresso, manca l’industria creativa – ha detto Bracalente -; ci sono giovani che vantano un’alta formazione che però non viene sfruttata. E’ per questo che la creazione di un incubatore di nuova generazione è al centro della candidatura di Perugiassisi 2019. La trasformazione dell’ex-carcere maschile di Piazza Partigiani in una struttura polifunzionale è uno dei primi passi concreti verso un tipo di start up innovativo».
Università e imprese culturali Del ruolo dell’Università in una città, il cui caso è più unico che raro perchè ospita ben quattro istituti di cultura, nella creazione di un ponte con le imprese ha parlato il Rettore Bistoni. «Attualmente non c’è integrazione tra chi produce cultura e il tessuto produttivo, una delle cause è che in Umbria ci sono per lo più microimprese. In questo senso è importante, partendo dalla politica, darsi un programma: questa è un’occasione di progettualità a lungo termine e andrebbe affrontata proprio come successe quando nacque l’Università degli Studi e si identificò nel progetto di nuova città». Dal Rettore anche la proposta di un incontro a breve tra le quattro istituzioni culturali sul tema della candidatura.
Creare una rete di scambio Di candidatura come occasione per rafforzare il patto di socialità territoriale e per creare una rete di scambi ha parlato Montanari che nella sinergia tra soggetti interni ed esterni individua la direzione per incentivare le industrie creative. «Per favorire l’insediamento e lo sviluppo delle industrie creative si deve lavorare sulla creazione di una vera e propria rete sinergica, un humus in cui i soggetti culturali possano scambiarsi le idee e in cui soprattutto possano nascere esperienze produttive di contaminazione specifica».
Ripartire dal territorio Sulla cultura come industria che genera una quota ingente di Pil si è invece concentrato Scuderi, sottolineando che «per passare da un’economia industriale ad un’economia culturale il punto da cui ripartire è il territorio, con progetti precisi e piccoli obbiettivi e con la consapevolezza che l’industria culturale non è un problema ma un’opportunità». «E’ nel territorio che si trova la mappa delle risorse – ha aggiunto – e i beni culturali sono dei veri e propri media che creano una narrazione del territorio e da cui si generano marketing e fattori di sviluppo».