di Lucia Caruso

Venerdì una conferenza stampa a cui hanno partecipato organizzatori, istruzioni, addetti ai lavori e giornalisti da ogni dove, ha alzato il sipario sul più importante evento dell’anno in Umbria: la monografia dedicata a Luca Signorelli.

GUARDA LA FOTOGALLERY

«Un piccolo miracolo», come l’ha definita Fabrizio Bracco,assessore ai Beni e alle Attività Culturali della Regione Umbria, «non solo perché mostre di questo spessore dedicate al pittore toscano non ce ne sono mai state, ma anche per la cura minuziosa dall’organizzazione all’allestimento, che ha dato vita ad ampie sinergie, consentendo la realizzazione di un evento davvero eccezionale». La mostra, sotto l’Alto patrocinio del presidente della Repubblica italiana, è stata promossa dalla Regione Umbria e dal ministero per i Beni e le Attività Culturali insieme alle Province di Perugia e di Terni, ai Comuni di Perugia, Città di Castello e Orvieto, alle Diocesi di Perugia, Città di Castello e Orvieto, all’Opera del Duomo di Orvieto, alle fondazioni delle Casse di Risparmio di Perugia, Città di Castello e Orvieto, alle camere di commercio di Perugia e di Terni e all’università degli Studi di Perugia.

I particolari L’organizzazione dell’evento è stata affidata a Civica. Un lavoro dunque che riassume non solo la capacità di dare vita e rafforzare sinergie, ma anche di investire sull’economia locale, attraverso le forze protagoniste del territorio. Per rendere l’idea basti pensare al fatto che la mostra è costata 2 milioni di euro di cui 1 milione coperto delle istituzioni, ben 500mila coperti dalle 3 Casse di Risparmio e i restanti 500mila da Civica.

Il piccolo Louvre d’Italia La Galleria nazionale dell’Umbria, «il piccolo Louvre d’Italia», come è stato definito, ha accolto opere provenienti dai musei di tutto il mondo, ed è solo una delle 5 location inserite nel percorso artistico che racconta Luca Signorelli De Ingergno et spirto pelegrino.

Il Signorelli moderno dallo stile impetuoso «Si tratta di un evento importante – ha ricordato Bracco – perché permette la riscoperta di un artista che è il più moderno rispetto a quelli della sua epoca, quello che in maniera più diretta parla alla sensibilità e al gusto contemporaneo». Vittoria Garibaldi, curatrice della mostra ed ex Soprintendente per i Beni Storici Artistici e Etnoantropologici dell’Umbria, senza nascondere un pizzico di nostalgia per l’incarico che ricopriva, ma entusiasta di dare ancora il suo contributo all’Umbria, ha sottolineato l’importanza di questa monografia che «non è nata per caso» ma è un continuum con il passato, «un lavoro di anni, di un percorso studiato che ha visto nel 2004 come protagonista il Perugino, nel 2008 Pinturicchio e quest’anno Luca Signorelli, che è il terzo grande maestro del Rinascimento. E – continua Garibaldi – se Perugino è il razionale e Pinturicchio il più prolifico affrescatore, Signorelli lascia il segno del suo stile tragico e impetuoso».

Signorelli in App La straordinarietà di questa mostra risiede nel fatto che – come ricorda Bracco – sono state prodotte soluzioni innovative, «l’intervento della tecnologia è stato utile non solo per l’organizzazione e l’allestimento della mostra, ma anche per renderla più fruibile ai visitatori», il cui scopo – sottolinea Fabio De Chirico, soprintendente per i Beni Storici Artistici e Etnoantropologici dell’Umbria, – non è tanto quello «di confezionare un prodotto turistico, bensì di produrre un progetto di comunicazione in grado di avvicinare anche le nuove generazioni a un artista complesso come il Signorelli, di avvicinarle alla mostra, alla Galleria, all’arte». E già perché grazie ad apposite applicazione, compatibili sia con Apple e Android, sia smartphone e tablet realizzate per l’evento umbro l’arte del Signorelli finisce su App, consentendo una visita più semplificata, ma anche più approfondita, attraverso cui conoscere informazioni scientifiche, turistiche e organizzative.

Eco L’allestimento minimale o come suggerisce De Chirico «metafisico», consente una piena lettura delle opere. Ma c’è di più. La sfida più entusiasmante è di certo quella di averlo ideato e realizzato in modo ecosostenibile e, grazie all’uso di materiali riciclabili, lampade a led, vernici biodegradabili e teli fotovoltaici, sono stati ridotti i costi di realizzazione (200mila euro) e i costi di gestione. Dunque minimo lo spreco di risorse e molto risparmio, nel segno di quell’economia verde e di quella politica di sviluppo sostenibile di cui l’Umbria si fa promotrice ormai da anni.

Passione Ma non c’è solo l’attenzione alla salvaguardia e alla valorizzazione dell’anima «verde» dell’Umbria, lo sforzo di apertura alle nuove tecnologie, la corretta gestione delle sinergie tra diversi attori e la scelta di curatori d’eccezione che sono stati capaci di dare forma ad un percorso impegnativo per raccontare la carriera di un artista complesso. Quello che rende questo evento degno di nota è il grande sforzo di quell’impegno e di quel coraggio che si riassumono in una parola: «passione». Quella che ha accomunato tutti gli addetti ai lavori nella realizzazione di questa mostra e che diventa emblema di un sentire comune e di un’Umbria che ha voglia di rilanciarsi continuamente, di sperimentarsi nella cultura,  che a parere di tutti è una sua eccellenza.

Questo contenuto è libero e gratuito per tutti ma è stato realizzato anche grazie al contributo di chi ci ha sostenuti perché crede in una informazione accurata al servizio della nostra comunità. Se puoi fai la tua parte. Sostienici

Accettiamo pagamenti tramite carta di credito o Bonifico SEPA. Per donare inserisci l’importo, clicca il bottone Dona, scegli una modalità di pagamento e completa la procedura fornendo i dati richiesti.