Luca De Filippo in una scena

di Lucia Caruso

Apre la Stagione di Prosa del Teatro Morlacchi una commedia di Edoardo De Filippo scritta dal drammaturgo partenopeo nel 1946. A firmarne la regia è il figlio Luca, che indossa anche le vesti del protagonista, Libero Incoronato, un uomo semplice e onesto, la cui vita viene sconvolta da varie vicende, amplificate da equivoci, pettegolezzi e litigi che avvengono all’interno di un caseggiato napoletano.

Il filo conduttore dell’opera Già il suo titolo, “Le bugie hanno le gambe lunghe”, mette in luce il filo conduttore dell’opera che si realizza in una continua tensione tra menzogna e realtà e trova la sua morale in un’affermazione dello stesso autore: “le bugie con le gambe corte sono quelle dei bambini, mentre quelle con le gambe lunghe sono quelle che tutti noi dobbiamo aiutare a camminare per non far cadere l’impalcatura della società”. Dunque nel rovesciamento del senso del detto popolare che vuole le bugie con le gambe corte, affiora una sorta di dolorosa rassegnazione dinanzi al fatto che la bugia si mostra come unica strada per la sopravvivenza.

Analisi della borghesia partenopea La commedia, che è un’attenta analisi comportamentale, e se vogliamo sociologica, della borghesia napoletana post-bellica concentrata nella salvaguardia della vuota apparenza, si rivela oggi molto attuale, mettendo a fuoco alcune dinamiche tipiche anche dalla società odierna, la quale, cosparsa di ipocrisia ed egoismo ha fatto della falsità il suo fondamento. La bugia diviene quindi la logica indispensabile per stare dentro al sistema, per avere rapporti con vicini e parenti, per dimostrare ciò che non è, perché non è più importante l’essere ma l’apparire, mostrarsi agli occhi degli altri come qualcosa di altro da sé, a qualunque costo. E l’esasperazione di questi atteggiamenti porta inevitabilmente ad una confusione tra menzogna e verità, sostanza e apparenza, fino all’indebolimento  dei confini tra l’una e l’altra e alla conseguente difficoltà di distinguere la realtà dalla finzione. Gli olfatti più fini non possono fare a meno di sentire profumi di pirandelliana memoria.

Amara ironia Il contenuto dell’opera è dunque suggellato da un’amara ironia, da verità difficili da accettare e da dubbi esistenziali incapaci di risolversi, ma il suo contenitore, la sua forma, la commedia, gli concede un’estrema leggerezza rendendola fruibile a tutti gli spettatori. D’altronde è questa la grandezza e l’unicità di un autore come Edoardo De Filippo che, da profondo conoscitore del contesto storico, sociale e politico di quegli anni, riesce, guardando il mondo da inusuali angolazioni, a portare in scena null’altro che la vita, con le sue storie, i suoi dilemmi, le sue situazioni grottesche, il suo continuo alternarsi di sorriso e amarezza. Perché in lui il teatro è vita e la vita è teatro. E anche qui diventa difficile scindere questi due mondi, che combaciano con delicatezza condizionandosi fino a divenire un unico racconto.

L’appuntamento L’appuntamento è per mercoledì 19 ottobre alle ore 21 presso il teatro Morlacchi. Assieme a Luca De Filippo altri interpreti di spessore, quali Anna Fiorelli, Fulvia Carotenuto, Carolina Rossi, Nicola Di Pinto e Massimo De Matteo. Lo spettacolo sarà replicato, tutti i giorni, fino a domenica 23 ottobre.

Info biglietti La prevendita dei biglietti viene effettuata, dal lunedì al venerdì, dalle 10 alle 13, presso l’Agenzia n°2 dell’Unicredit, in via Mario Angeloni 80 e tutti i giorni feriali, dalle 17 alle 20, al botteghino del Teatro Morlacchi. Si può prenotare telefonicamente, al Botteghino Telefonico Regionale 075/57542222, tutti i giorni feriali, dalle 16 alle 19. I biglietti prenotati vanno ritirati mezz’ora prima dello spettacolo, altrimenti vengono rimessi in vendita. E’ possibile acquistare i biglietti anche on-line sul sito Teatro Stabile dell’Umbria www.teatrostabile.umbria.it e presso il Piccadilly Box Office di Collestrada