A stretto giro di posta l’assessore alla Cultura Agabiti risponde al consigliere Tommaso Bori che, attraverso una riflessione pubblicata su questo giornale, ha considerato insoddisfacente il lavoro compiuto sul nuovo marchio ombrello della Regione. Agabiti parla di «affermazioni prive di senso e inesattezze che mirano a liquidare sprezzantemente un lavoro di mesi da parte di professionisti qualificati a livello mondiale – la prestigiosa agenzia Armando Testa – con l’apporto delle strutture regionali e il lavoro condiviso della Camera di Commercio e delle associazioni di categoria». L’assessora precisa, come in passato, la differenza tra il marchio ombrello e quello istituzionale dei tre ceri, garantendo che rimane. Poi difende il lavoro parlando di «un logo dotato della forza di identificare i valori, la storia, le tradizioni ed i costumi della nostra regione, veicolandoli a livello nazionale ed internazionale ed esaltandone il loro significato e la loro forza intrinseca». Puntualizza poi che «la nostra regione sa manifestare quale territorio posizionato al centro della nostra penisola, non al centro dell’Europa, come sostiene chi è legato politicamente ai promotori di campagne che promuovevano il nostro territorio con immagini della Val d’Orcia». Sempre rivolgendosi a quanto scritto da Bori afferma: «dimenticano colpevolmente i 23 milioni stanziati da questa giunta alle strutture ricettive umbre. Oltre alle risorse a sostegno all’intero comparto turistico, culturale ed enogastronomico stanziate in questi tre anni». Ribadisce quindi i «record che la regione Umbria ha stabilito in quest’estate 2022 e nell’anno precedente. Quanto al nuovo logo «vorremmo far comprendere – continua Agabiti – che dietro questo brand ci sono il colore della nostra terra, l’abbraccio caloroso dei nostri concittadini, la forma delle nostre architetture, il segno del nostro paesaggio, l’anima della nostra cultura e delle nostre tradizioni e, soprattutto, finalmente, una visione e promozione unitaria dell’intero nostro territorio». Rispetto al claim ‘cuore verde d’Italia’ aggiunge: «Sappiamo valorizzare ciò che di buono è stato fatto, non rifiutando a priori ciò merita di essere salvato e valorizzato. Atteggiamento mentale, il nostro, che non è proprio del PD umbro». L’assessore conclude: «Non accettiamo lezioni da chi ha amministrato per decenni conducendo all’immobilismo un’intera regione ed un intero territorio. In ogni caso, siamo sicuri che i cittadini umbri sapranno valutare e mettere a confronto le differenti politiche delle diverse amministrazioni, al momento rendendone il responso nelle forme che la democrazia prevede».
Due esposizioni a confronto: a destra il nuovo marchio.