Giorgio Conte
Giorgio Conte

di Danilo Nardoni

«”Azzurro” di Paolo Conte», risponde Giorgio Conte. Momento di silenzio dell’intervistatore un po’ stupito, ma non fino in fondo per la verità. «Sorpreso?», rilancia il cantautore fratello del più celebre Paolo, come si dice inevitabilmente sempre. Ecco perché la domanda, inopportuna ancora oggi dopo anni e anni in cui gli è stata fatta ad ogni intervista, «di questo problema della fratellanza» gli era stata risparmiata. Ma alla richiesta, per l’intervista concessa ad Umbria24, di quale brano di altri colleghi avrebbe voluto scrivere, quella è stata la sua risposta. E il motivo è presto svelato: «Sei stato molto cortese a non chiedermi niente di Paolo e quindi non ho nessun problema a dirti che è ‘Azzurro’ di mio fratello la canzone che mi sarebbe piaciuto scrivere» afferma dall’altra parte del telefono il cantautore astigiano che poi aggiunge scherzando: «Così dai, ci mettiamo anche lui dentro l’intervista». E poi annuncia: «C’è un episodio su questo problema di anagrafe che svelerò anche durante il concerto». Il live in questione è quello di venerdì 28 giugno, ore 21, che aprirà i concerti serali della tre giorni di Alchemika, festival del teatro di strada, arte circense, musica e poesia che da alcuni anni accende nuove alchimie tra le persone nelle strade e nei vicoli del quartiere perugino rappresentato da via della Viola.

Ritorno a Perugia Giorgio Conte non nasconde la sua felicità nel tornare a Perugia, guarda un po’ proprio a pochi giorni di distanza anche dall’imminente esibizione del fratello ospite di Umbria Jazz: «Sono molto contento anche perché l’ultima volta mi pare è stata 20 anni fa con un concerto alla sala dei Notari». Ed inoltre, non nasconde la felicità per essere stato invitato ad un appuntamento che ha come obiettivo quello di contribuire alla rinascita di una via del centro storico perugino, che ogni volta si trasforma in una via dell’arte, e di far parte di un evento che punta alla socialità, alla condivisione, alla creatività e alla bellezza: «Torno volentieri per questa importante rassegna e anche io darò il mio contributo di normalità a una zona che mi dicono è rinata dopo un periodo di oblio. Porterò musica e spensieratezza, allegria e anche un po’ di meditazione, con la possibilità quindi di stare a diretto contatto con le persone. Mi piace più stare in mezzo al pubblico che sul palco».

Formazione e brani Anche sulla formazione Giorgio Conte anticipa qualcosa: «Sarò in compagnia di due musicisti che mi seguono da tempo. Siamo un trio ma in realtà un quartetto perché basso e batteria saranno suonati contemporaneamente. Siamo in ambito circense no? E allora anche noi abbiamo il nostro funambolo». Una curiosità, insomma, che si integra molto bene con la cifra giocolieristica dell’evento. E in merito alle canzoni? «Il repertorio sarà il solito, con brani naturalmente stagionati ma anche pezzi più freschi. Infilo sempre qualche canzone nuova durante i miei live per tenere alto il morale della truppa».

Carriera importante In gioventù Giorgio Conte unisce gli studi in diritto alla passione per il jazz, la musica popolare e la canzone francese, trasmessagli dai genitori. Una passione condivisa con il fratello Paolo, che li porta ad un sodalizio artistico che passa attraverso i primi gruppi musicali, fino ai contatti con il clan di Celentano e la stesura, a quattro mani, di brani celebri. Quando le loro strade si separano, Giorgio continua la sua attività di autore per interpreti del panorama italiano (tra cui Mina, Ornella Vanoni, Fausto Leali, Rosanna Fratello, Loretta Goggi, Francesco Baccini, di cui è anche produttore artistico del suo album d’esordio) ed internazionale (tra cui Mireille Mathieu e Wilson Pickett). Contemporaneamente al lavoro nello studio legale, si dedica al teatro e collabora a diversi programmi radiofonici. Nel 1993 la svolta: dopo la partecipazione al Premio Tenco, decide di abbandonare la toga di avvocato per dedicarsi solo alla musica, iniziando dall’estero. Ad un rapido sguardo di tutta la sua carriera – oltre che cantautore anche scrittore, disegnatore e con esperienze teatrali e radiofoniche – non ha nessun rimpianto. Anzi forse uno: «Avrei dovuto pensarci prima di smettere di fare l’avvocato. Non bisogna infatti forzare il destino e non bisogna mai rinnegare la parte passionale per soddisfare i desideri di papà».

Futuro ‘Sconfinando’ del 2017 è il suo ultimo (tredicesimo) album, registrato con l’Orchestra Sinfonica Duchessa di Parma. Album che contiene suoi brani editi rivisitati in chiave sinfonica ed alcuni inediti. Ma su prossimi lavori futuri Giorgio Conte dà qualche anticipazione: «Qualcosa bolle in pentola, sto cercando sonorità diverse e di uscire dal quadretto del cantautore con la chitarra a tracolla. Sono idee che ti mantengono vispo». Le parole sono, per lui, non solo «ferri del mestiere» di chansonnier ma anche, se non soprattutto, “strumenti” di quella ispirata giocosità e sagace leggerezza che lo ha fatto definire dalla stampa «umorista che sa commuovere ed intellettuale che strizza l’occhio alle persone comuni». Facendone un artista capace di coinvolgere pienamente, da grande affabulatore ed interprete qual è, il pubblico dei suoi spettacoli. «Mi piace ancora incontrare gente», chiude così l’intervista ricordando il concerto di Perugia. Non c’è infatti da stupirsi visto che il suo motto è da sempre «…e continuo la mia vita al gusto di tutto…».

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