di M.R.

Migliore colonna sonora. Questo il primo premio assegnato nell’ambito del Terni film festival, in anticipo sulla ‘notte degli angeli’ approfittando, domenica pomeriggio, della presenza, al cinema Politeama, di Giovanna Marini. È a lei che il direttore artistico Moni Ovadia, spendendo straordinarie parole di lode, ha consegnato il riconoscimento. Sue, e non potrebbe essere altrimenti, le musiche che accompagnano l’intero appassionante docufilm di Chiara Ronchini; un lavoro straordinario che racconta attraverso la diretta testimonianza della cantautrice folk, una donna che ha fatto della musica la sua ragione di vita consegnando un patrimonio inestimabile di memoria storica prima ancora che sonora. «Non si deve interrompere il filo di quel canto popolare che racconta la gente, gli avvenimenti, la vita – ha ammonito -. Valentino Paparelli – dice suscitando la commozione della moglie e del fratello presenti nella sala del cinema Politeama – questo lo aveva capito e ha fatto tanto». Alla Marini il primo Angelo di Dominioni della 18esima edizione del Terni film festival: «Grazie. È bellissimo, sembra abbracciare tutti».

IL VIDEO DELLA GIORNATA

Giovanna Marini Nel documentario la brava regista Ronchini ripercorre attraverso il racconto di Giovanna, la sua evoluzione musicale restituendo anche un pezzo significativo della storia d’Italia che rivela un Pasolini eccezionale ballerino di Samba, porta lo spettatore nei campi, nelle fabbriche, nelle piazze del Movimento operaio e in quelle di Berlinguer e del Partito comunista, del quale Giovanna Marini fece la tessera, come scelta di chi decide da che parte stare. «I canti politici però, laddove troppo espliciti, mi disturbavano. Non c’era poesia». A chi prova a definirla con sostantivi diversi da quello di musicista non si ritrova: «Ho incontrato l’antropologia, in parte la ricerca ma se proprio dovessi definirmi diversamente da musicista direi l’avvoltoio in cerca di brani belli da fare miei». Nel docufilm corrono i racconti dei viaggi di Giovanna Marini, i suoi brani, le lezioni impartite agli allievi nella scuola di Testaccio a Roma e la passione musicale del suo quartetto (lì compare anche Lucilla Galeazzi). Arriva insomma con tutta la forza, l’immagine di un personaggio straordinario del panorama nazionale, fin troppo poco conosciuto. L’augurio di Moni Ovadia è che il film faccia il giro del Paese: «Sia proiettato in tutte le scuole». Intanto a Terni c’è chi quel filo della memoria non l’ha interrotto: il coro Ticchetettà che ha omaggiato i presenti con alcuni canti popolari.

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