L'interno del Turreno ©Fabrizio Troccoli

di Dan. Nar.

Le opposizioni, in consiglio regionale e comunale di Perugia, si mobilitano e lanciano l’allarme cultura, spettacoli e spazi. Perché il coronavirus, sottolineano, rischia anche di dare il colpo di grazia alla vita culturale in assenza di strategie. I consiglieri Tommaso Bori e Michele Bettarelli (Pd) annunciano la presentazione di una mozione per impegnare la Giunta regionale a prevedere «nuovi strumenti e sostegni straordinari per tutto il settore della cultura, arte, spettacolo e impresa creativa». Per i consiglieri Dem sono necessari «sgravi, un fondo di solidarietà, teatro, cinema e concerti all’aperto, una piattaforma online e la modalità drive-in per il rilancio dell’intero comparto». Il tema cultura è anche al centro dell’Ordine del giorno presentato in Consiglio comunale dal gruppo consiliare di opposizione Idee Persone Perugia insieme ai gruppi consiliari del Partito Democratico e di Giuliano Giubilei, che sarà discusso urgentemente nelle prossime settimane. E Fabrizio Croce, consigliere comunale di Idee Persone Perugia, si fa portavoce chiedendo «di accelerare la riqualificazione e la riapertura degli spazi pubblici inattivi presenti in città, come S. Francesco al Prato, l’Auditorium Santa Cecilia o il Mercato coperto, e di informare il Consiglio Comunale sullo stato di avanzamento dei progetti relativi al recupero e alla ristrutturazione degli spazi privati (Turreno, Pavone, ex-Carceri) di cui il Comune è tornato in possesso e su cui potrebbe impostare un piano di rilancio del tessuto economico e culturale cittadino».

Sostegni straordinari e strumenti nuovi «Torniamo a produrre e consumare cultura, in piena sicurezza. Sostegni straordinari e nuovi strumenti per il settore dell’arte, dello spettacolo e dell’impresa creativa della nostra regione, un comparto che crea ricchezza e che dà lavoro a migliaia di persone». A chiederlo sono quindi Bori e Bettarelli, auspicando dalla Giunta regionale «un impegno concreto ed efficace per chi ha dato lustro negli anni all’Umbria, regione geograficamente piccola ma dall’altissimo profilo culturale e simbolico». «L’Umbria – spiegano Bori e Bettarelli – è caratterizzata da un fiorente tessuto culturale, ricco di associazioni e operatori che vanno dal grande evento internazionale ai preziosi appuntamenti locali. Realtà come Umbria Jazz, il Festival dei Due Mondi, il Festival Internazionale del Giornalismo hanno contribuito alla crescita di numerose professionalità, facendo dell’Umbria un importante hub di produzione e fruizione artistica. Il tutto – continuano – avvalorato dalle tante istituzioni culturali presenti, come l’Università degli Studi, l’Università per Stranieri, l’Accademia di Belle Arti e i Conservatori. In questo comparto – commentano – hanno trovato occupazione molte professionalità: prima della pandemia erano registrate 31 industrie culturali per 1337 addetti, a cui aggiungere i professionisti della comunicazione e i produttori di beni e servizi che vi gravitano intorno. Oltre all’amplissimo settore degli artisti indipendenti e delle produzioni locali, che non fanno parte di teatri e che contribuiscono a far crescere i territori con il loro fondamentale contributo».

Piano regionale di aiuti «La pandemia ha bloccato tutto – proseguono Bori e Bettarelli – ed ecco, quindi, la necessità di un nuovo modello di fruizione di beni culturali, musei, teatro, musica, cinema. Il Governo sta facendo la sua parte con fondi e stanziamenti per sostenere l’emergenza del settore, che al momento contano già 130 milioni di euro disponibili, che coprono anche i lavoratori intermittenti e le partite iva. Altri 20 milioni andranno ai professionisti esclusi dal Fondo unico dello spettacolo. Sospese poi le scadenze tributarie specifiche e il versamento dei premi assicurativi per chi gestisce teatri e sale da concerti. Un importante impianto di aiuti, dunque, e la Regione deve fare altrettanto, anche andando a ripensare alcuni format tradizionali». Bori e Bettarelli auspicano quindi che «anche la Regione Umbria faccia la sua parte con la possibilità di riscoprire la modalità drive-in per il cinema, mentre per il ritorno del teatro all’aperto si potrebbero utilizzare gli spazi già esistenti, con location che meglio si adattano alle mutate esigenze».

Fondo solidarietà e consulta permanente «Va istituito subito – proseguono – o un fondo regionale di solidarietà per la cultura, accompagnato da agevolazioni, sgravi fiscali e recupero dei costi Siae. Utile dialogare con il Governo per la piattaforma online di digital tour, per la messa in onda di spettacoli musicali, teatrali e performance artistiche dal vivo, attraverso l’utilizzo da parte degli artisti e dei lavoratori dello spettacolo di spazi oggi vuoti come teatri e cinema. E una piattaforma on demand che raccolga tutti gli spettacoli fin qui realizzati in Umbria. Per coordinare il tutto – concludono – è necessario istituire una ‘Consulta regionale permanente’ come luogo di confronto, studio e progettazione».

Spazi pubblici inattivi Accelerare la riqualificazione di spazi pubblici inattivi per dotare Perugia di una rete di strutture funzionali a ospitare eventi; implementare il ruolo dell’azione privata nel panorama dell’offerta culturale; supportare un settore ed una categoria fortemente penalizzati dalla pandemia. Ѐ questo inoltre l’oggetto dell’Ordine del giorno – presentato nei giorni scorsi dal consigliere comunale Fabrizio Croce a nome del gruppo consiliare di opposizione Idee Persone Perugia, insieme ai gruppi consiliari del Partito Democratico e di Giuliano Giubilei – al presidente del Consiglio comunale Nilo Arcudi. «La Pandemia in corso ha imposto il fermo, a tempo oggi indeterminato, di tutte le attività culturali e ricreative – sottolinea Croce – facendo di fatto esplodere anche in città i problemi di una categoria molto eterogenea come quella dei ‘lavoratori dello spettacolo’: l’intero comparto, infatti, in una situazione straordinaria e imprevedibile come questa, si è scoperto privo di adeguati scudi previdenziali, nell’indeterminatezza sui tempi e sui modi di una futura ripresa». L’intervento deciso richiesto dall’opposizione a Palazzo dei Priori si basa «su azioni concrete e di facile attuazione», come sottolineano, seguendo le stesse «Linee Programmatiche di mandato della Giunta (punti n. 6 e 9), che, ad esempio, indicano tra le direttrici principali delle politiche culturali proprio lo sviluppo e la messa a sistema dell’ampio tessuto associativo cittadino che a vario titolo concorre alla vita intellettuale e artistica cittadina».

Contenitore polifunzionale Nell’Ordine del giorno presentato si chiede quindi prima di tutto di «accelerare la riqualificazione già in essere e la riapertura dei tanti spazi pubblici inattivi presenti in città». Accanto a questi interventi già in essere, poi, perché non prendere in considerazione – come si legge nell’Odg presentato – lo studio di nuovi possibili progetti per la realizzazione di un grande contenitore polifunzionale «da collocare in un’area pubblica cittadina degradata o bisognosa di interventi di riqualificazione (quale potrebbe essere l’ex-carcere di Piazza Partigiani) con il supporto di finanziamenti regionali, ministeriali e, soprattutto, europei che premino progetti di partenariato pubblico-privato per la valorizzazione del patrimonio culturale, di rigenerazione urbana e di rilancio economico di un settore?». Anche perché sostengono le opposizioni, numeri alla mano, «Perugia ha subito negli anni una drastica riduzione della capacità di accoglienza per le attività culturali e l’intrattenimento, passata dalle circa 38 mila unità degli anni ’80 alle attuali 12 mila a causa del ridimensionamento degli spazi di socialità pubblici e privati».

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