La Fontana Maggiore

di Ivano Porfiri

Bene i monumenti e i festival, male la creazione di posti di lavoro, l’apertura e la tolleranza. Con un punteggio di 23.3 Perugia si piazza al 104esimo posto su 168 città europee votate alla cultura, decima su 17 a livello italiano. È la pagella europea del Cultural and Creative Cities Monitor, uno strumento interattivo e multimediale sviluppato dal JRC – Joint Research Center, il servizio della Commissione europea che ha l’obiettivo di fornire un supporto tecnico alle politiche dell’Ue.

Città della cultura Il Cultural and creative monitor viene descritto da Artribune come «uno strumento che mette a confronto, secondo specifici indicatori, le esperienze in ambito culturale e creativo di 168 città europee, con l’intento di favorire lo sviluppo della cultura attraverso lo scambio reciproco e l’apprendimento basato sull’esperienza di altre città europee». Tra le 168 città inserite in questa ricerca ci sono le capitali europee della cultura, le città creative dell’Unesco e altre città che ospitano almeno due festival culturali internazionali. Le valutazioni sono fatte sulla base di 29 indicatori, che prendono in considerazione tre aspetti principali delle città: Vivacità culturale (cultural vibrancy), Economia creativa (creative economy) e Ambiente favorevole (enabling environment). Per l’Italia selezionate 4 capitali europee della cultura (Bologna, Firenze, Genova e Matera), 4 candidate come capitali europee della cultura (Cagliari, Lecce, Perugia e Ravenna), 3 città creative dell’Unesco (Parma, Roma e Torino) e 6 città che ospitano almeno due festival internazionali (Brescia, Milano, Napoli, Venezia, Trento e Trieste).

Punti di forza Nella descrizione, Perugia viene descritta come “città dell’arte” per il suo «ricco patrimonio di arte e architettura» e anche come “città universitaria” con gli oltre 30 mila studenti tra i due Atenei. Tra gli esempi di architettura antica Palazzo dei Priori, la Fontana Maggiore, la Rocca Paolina, tra le chiese la Cattedrale di San Lorenzo, ma anche San Domenico e San Pietro. Tra i plus anche la vicinanza ad Assisi. L’offerta culturale regionale – si aggiunge – è arricchita da un ampio numero di musei, ma anche di eventi tra cui vengono citati Umbria Jazz, il Due Mondi di Spoleto, il Festival del giornalismo, Eurochocolate, il Perugia Social Photo Fest. Citati come centri per l’educazione superiore l’Accademia, il Conservatorio, e la Scuola di giornalismo Rai.

Perugia in Europa Andando alla classifica, Perugia con un indice di 23.3 si piazza al 104° posto nella graduatoria generale distante anni luce, come ovvio che sia, dal 63.2 di Parigi, ma anche dal 49.9 di Copenhagen e dal 49.5 di Eindhoven che la seguono a ruota. È proprio la città olandese a comandare il gruppo delle città di medie dimensioni, cioè con popolazione compresa tra 100 e 250 mila abitanti, il gruppo dove Perugia si piazza al 26esimo posto. E l’Olanda domina questa graduatoria per dimensioni medie, piazzando due città nelle prime tre (’s-Hertogenbosch è terza dietro all’austriaca Linz, seconda) e ben cinque nelle prime dodici.

Perugia in Italia Guardando alle sole città italiane, Perugia è decima. A guidare la classifica è Milano con 38.4, seguita da Firenze, poi Venezia e Bologna. Davanti al capoluogo umbro ci sono anche Roma, Parma, Torino, Trieste e Trento. Dietro, invece, ad esempio Matera capitale della cultura europea 2019 (punteggio di 20.5), ma anche Napoli, Genova e Cagliari. Tra le città italiane di dimensioni simili, Perugia è quarta dietro a Parma, Trieste e Trento, davanti a Cagliari, Ravenna e Brescia.

Categorie: buona vivacità Guardando alle tre categorie che formano l’indice globale, nella Vivacità culturale Perugia fa registrare un 26.1 da metà classifica, in Economia creativa 23.0, mentre è da retrocessione la posizione in Ambiente favorevole allo sviluppo di attività culturali con un misero 18.5. Guardando alle dimensioni, ovvero le sotto-categorie, che contribuiscono a stilare la graduatoria, Perugia eccelle – a livello italiano – in Proprietà intellettuale e innovazione, dove è seconda solo a Bologna. Ma il punteggio più elevato è quello per la qualità della governance, con un 48.3.

Bocciata in lavoro e tolleranza Male, invece, le Sedi e i servizi per la cultura con un 27.7 che vale il sestultimo posto italiano e malissimo il 10.2 nella creazione di nuovi posti di lavoro nei settori creativi e soprattutto il 10.5 nella graduatoria per Apertura, tolleranza e fiducia che vale l’ultimo posto assoluto a livello italiano e il quartultimo a livello europeo davanti solo alle bulgare Varna e Sofia e alla greca Patrasso. L’indice – viene spiegato – misura la tolleranza della diversità e la fiducia reciproca tra abitanti usando indicatori sul numero degli stranieri laureati, abitanti nati all’estero, percezione dell’integrazione degli stranieri e fiducia reciproca attestati dalle statistiche dell’Eurobarometro nella ricerca ‘Qualità della vita nelle città’.

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One reply on “Cultura, l’Europa dà la pagella a Perugia: buona vivacità, male lavoro e tolleranza”

  1. Se uno chiedesse permesso invece di sfondare la porta le cose andrebbero diversamente

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