Scatta oggi, venerdì 4 settembre, il fine pena di Luigi Chiatti, il Mostro di Foligno condannato a 30 anni di carcere per aver ucciso Simone Allegretti, 4 anni, e Lorenzo Paolucci, 13 anni. Ma come già emerso nelle scorse settimane, il geometra folignate non tornerà libero.
Ultimo giorno di carcere per Luigi Chiatti Intorno alle 12 Chiatti ha lasciato il penitenziario di Prato ed è stato trasferito in una Rems (residenze per l’esecuzione della misura di sicurezza sanitaria) dove rimarrà per altri 3 anni, così come previsto dalle misure di sicurezze contenute nella sentenza della Corte d’Assise d’appello di Perugia che, oltre a condannarlo a 30 anni di reclusione, ne riconobbe la seminfermità mentale e la pericolosità sociale. La notizia è rimbalzata tra la serata di giovedì e la prima mattinata di venerdì nei maggiori quotidiani nazionali con alcuni, è il caso del Corriere delle Sera, che pur parlando di ultima notte di carcere per Chiatti riferisce anche di come secondo alcune fonti, il fine pena del Mostro di Foligno sarebbe già scattato da alcuni giorni.
Mostro di Foligno in una Rems della Sardegna Nella tarda mattinata di venerdì si è appreso che il geometra folignate, oggi quarantasettenne, è stato trasferito in una Rems in Sardegna. La destinazione era rimasta stretta nel massimo riserbo e nessuno, compreso l’avvocato Bacino e la famiglia, sembrava conoscere neanche la regione in cui prende posto la struttura sanitaria che lo ha accolto, come il legale ha spiegato all’Ansa. Stando a quanto riportato e confermato dallo stesso avvocato, una volta che Chiatti avrà trascorso tre anni nell’ospedale psichiatrico «la sua pericolosità sociale dovrà essere nuovamente valutata e se accertata la ‘custodia’ verrà prorogata. E teoricamente potrebbe succedere anche a vita».
«Non ha rimorso né dolore, resta socialmente pericoloso» Alla fine del luglio scorso a dichiarare eseguibile la misura era stato il tribunale di sorveglianza di Firenze dopo che i periti nominati dai giudici avevano affermato che in Chiatti «non è stato riscontrato alcun minimo atteggiamento di rimorso o di dolore per i fatti commessi», evidenziando anche come «il quadro psicopatologico presenti aspetti di particolare gravità che inducono a ritenerlo persona socialmente pericolosa».
Luciano Paolucci Chiatti è in carcere dall’inizio dell’agosto 1993, quando venne arrestato dalla polizia subito dopo l’omicidio di Lorenzo Paolucci. «Se avessi la possibilità di parlare con Luigi Chiatti gli direi di togliersi di dosso le cose brutte della vita e di pensare solo a fare cose buone, perché oltre la vita terrena c’è un’altra vita. Gli direi di comportarsi bene con le persone”. Così Luciano Paolucci, il padre di Lorenzo, uno dei due bambini uccisi dal mostro di Foligno. Paolucci ha ricordato di aver perdonato in passato Chiatti «per le violenze che lo stesso aveva subito da bambino» ma non ha dimenticato che «lo stesso Chiatti affermò che se fosse tornato libero avrebbe ucciso ancora. Le persone che decideranno della sua libertà – ha ribadito Paolucci – dovranno tenere bene a mente questa cosa».
Picuti: «Stato garantisca internamento» Dure le parole anche dell’avvocato Giovanni Picuti, legale dei familiari della vittime: «Le famiglie delle giovani vittime non si sentono rassicurate dal trasferimento del Chiatti nella Rems sarda. Il fatto che sia stato trasferito sull’isola conferma i timori dei magistrati in relazione alla sua particolare pericolosità sociale, ma non risolve il problema». Ad affermarlo l’avvocato Giovanni Picuti, legale delle famiglie delle vittime del mostro di Foligno. «Lo Stato – prosegue il legale – prima di tentare di guarire i criminali psichiatrici deve garantire il loro internamento e l’incolumità dei cittadini