di Maurizio Troccoli e Ivano Porfiri
Sono ore di trepidazione per i familiari di Ilaria Abbate, la mamma 24enne colpita dal suo ex Riccardo Bazzurri domenica mattina a Ponte Valleceppi.
Il bollettino medico «Le sue condizioni sono peggiorate», è quanto comunicato dall’ospedale perugino. Il monitoraggio costante che viene fatto alla giovane donna rimasta vittima di un colpo di pistola alla testa fatto esplodere dal suo compagno, la scorsa domenica, mentre teneva in braccio il proprio figlioletto di due anni, anch’egli in gravissime condizioni al Meyer di Firenze, purtroppo questa mattina lascia emergere un peggioramento delle sue condizioni cliniche, considerate «disperate» già dall’arrivo dei soccorsi sul luogo della tragedia.
Alcuni particolari Ma la speranza che si potesse salvare non è stata mai del tutto spenta da parte dei parenti e di quanti si sono interessati alla tragedia di questa famiglia. Speranza che anche in queste ore di forte trepidazione non viene meno anche se pare di capire che ci vorrebbe soltanto un miracolo per tirarla fuori dal coma.
A poche dal trapianto Dopo poche ore dalla notizia del trapianto degli organi di Riccardo Bazzurri, che danno speranza di vita a otto persone in diverse parti d’Italia, ritorna la trepidazione per questa mamma e per questo bambino attaccati alla vita da un filo.
La sua paura La giovane e bella mamma Ilaria temeva la gelosia di Riccardo e la sua incapacità di accettare che quel rapporto fosse finito. Temeva le sue reazioni. E l’epilogo è andato al di là dei suoi sospetti. I familiari di Ilaria sono in stretto contatto con la direzione dell’ospedale perugino e sono stati aggiornati rispetto ai peggioramenti del suo quadro clinico.
Marini: «Umbria con Ilaria e il bimbo» Nel pomeriggio a fare visita alla giovane mamma e all’altra donna ferita è stata la presidente della Regione, Catiuscia Marini. «In questo momento io ma anche tutti gli umbri stiamo vicini a Ilaria e al suo bambino perché tutti sperano che possano superare questa situazione difficile. Porto la mia solidarietà personale e quella della gente della regione per questa vera e propria tragedia che interroga le coscienze di tutti. Questa vicenda ripropone in termini tragici e drammatici il tema della incapacità di certi uomini di avere rispetto della vita delle compagne. Di queste cose – ha aggiunto – non dobbiamo accorgerci il giorno dopo vicende del genere, ma è necessario un lavoro di lunga lena che serva a mettere anche gli uomini che hanno difficoltà relazionali nelle condizioni di rifiutare la violenza. In questo le istituzioni il lavoro lo stanno facendo ma bisogna fare di più dal punto di vista educativo per evitare che relazioni malate sfocino nella violenza».
L’amica voleva proteggerla Marini, accompagnata nella visita dal direttore dell’azienda ospedaliera Walter Orlandi e dal direttore sanitario Manuela Pioppo, si è soffermata a parlare con la donna ferita in maniera meno grave. «Ha cercato di proteggere la sua amica – dice Marini – di metterla al riparo, dato che aveva intuito il pericolo ma non ha fatto in tempo a portarla in salvo con il suo bambino». In un lungo colloquio Ilaria Toni ha raccontato alla Marini non solo il giorno della tragedia, ma anche le settimane precedenti. «Da ‘sorella’ più grande capiva che quel rapporto stava diventando pericoloso – riporta la presidente – e ha cercato di starle vicino, non l’ha mai abbandonata».
Grazie agli operatori Marini ha poi ringraziato le strutture sanitarie per l’intervento «tempestivo ed efficace», in special modo Neurochirurgia, Otorinolaringoiatria e Rianimazione. «Ho trovato professionalità straordinarie – ha detto – con professionisti che hanno operato anche se si sono sentiti emotivamente e psicologicamente coinvolti». La presidente ha infine voluto soffermarsi con alcuni professionisti dell’Azienda ospedaliera di Perugia, tra cui il dottor Massimo Lenti, responsabile della struttura di Chirurgia vascolare, che ha fatto parte della equipe che ha proceduto al trapianto di un rene a un paziente umbro di 57 anni, con il dottor Mario Capruzzi, direttore del 118 e del pronto soccorso del S.Maria della Misericordia e con la caposala della Rianimazione Moira Berti.