di Enzo Beretta 

La Procura di Perugia ha iscritto nel registro degli indagati, con l’accusa di omicidio stradale, il marocchino 23enne al volante della Volkswagen Golf contro la quale prima di finire fuori strada ha urtato la Ford Fiesta sulla quale nella notte tra sabato e domenica viaggiavano quattro ragazzi protagonisti del dramma di Torricella. L’auto senza assicurazione guidata dall’ecuadoriano Julio Cesar Vera Quinonez, 28 anni, residente a Fontivegge, sprovvisto di patente, è volata giù dal cavalcavia: insieme a lui sono morti sul colpo Nika Mishko, 16enne ucraina, e Ana Maria Tuja, romena di 15 anni. Ricoverato in gravissime condizioni il fratello 22enne di quest’ultima. Atto dovuto oppure altro, l’iscrizione nel registro degli indagati, lo chiariranno le indagini.

UNA NOTTE DRAMMATICA

Esperti Tre i consulenti che i pubblici ministeri hanno deciso di nominare per fare luce sull’incidente, anche partendo dall’«esame degli atti e della documentazione del procedimento» oltre che agli «accertamenti sui veicoli sottoposti a sequestro il 28 maggio». Al primo consulente viene richiesto di «descrivere le caratteristiche essenziali dei veicoli» oltre che di «verificarne lo stato di uso e manutenzione» degli stessi. Vanno quindi «accertate le cause dell’incidente, le dinamiche dell’accaduto con l’indicazione delle eventali condotte colpose dei conducenti coinvolti e i relativi gradi di responsabilità, in nesso ausale con il decesso dei tre e con le lesioni patite dal quarto giovane, nonché di ogni altro particolare tecnico ritenuto utile». Un aspetto sul quale si concentreranno gli accertamenti dell’ingegner Francesco Zucconi riguarderà, inevitabilmente, «la velocità dei veicoli incidentati».

L’auto finita fuori strada a Torricella

L’autopsia Per quanto riguarda gli aspetti medico legali la Procura – che tra le persone offese insieme ai quattro ragazzi elenca i nomi dei genitori, fino ad un totale di otto persone – sempre nella giornata di domani conferirà incarico al dottor Massimo Lancia dell’Università degli Studi di Perugia e al tossicologo Andrea Lazzarini. «Proceda il consulente – si legge – ad accertamento mediante autopsia sul cadavere di Vera Quinonez attualmente custodito presso la camera mortuaria dell’ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia, al fine di accertare l’epoca, le cause della morte ed i mezzi che l’hanno portata, attraverso prelievo di tessuti per eventuali indagini e prelievo di liquidi biologici e tessuti per indagini chimico-tossicologiche, evidenziando altresì ogni altro elemento che possa risultare utile al prosieguo delle indagini». Il marocchino è difeso d’ufficio dall’avvocato Romina Pecci, per le persone offese, tra gli altri, è stata nominata la collega Cristina Zinci.

Sul carro attrezzi l’auto finita fuori dalla carreggiata a Magione

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