di Enzo Beretta e Chiara Fabrizi
Come in Irpinia trentasei anni fa, più forte dell’Aquila e di Amatrice. Il terremoto che ha violentemente svegliato l’Umbria alle 7.41 è tra i più forti avvertiti in Italia negli ultimi 110 anni. Magnitudo 6.5 della scala Richter ed epicentro a Norcia secondo i sismologi dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. Ci sono stati una ventina di feriti tra l’Umbria e le Marche, una decina nella nostra regione quelli accompagnati in elicottero nell’ospedale di Foligno: la più grave è una donna di 55 anni che ha riportato un trauma cranico dopo essersi lanciata dalla finestra per paura dei crolli. Gli altri si sono feriti in maniera lieve mentre ancora assonnati cercavano di guadagnare la fuga oppure a causa della caduta dei calcinacci. Pesantemente compromesso è però il patrimonio artistico del paese famoso per il tartufo nero e i prosciutti: è crollato il monumento simbolo rappresentato dalla basilica di San Benedetto patrono d’Europa. Nessuna chiesa si è salvata dal sisma: lesionata Santa Maria Argentea, crollata la facciata di Santa Rita, implosa quella sconsacrata di San Francesco che si affaccia su piazza Garibaldi, danni alla Madonna dell’Addolorata e a Sant’Agostino. Ai quali vanno sommati quelli delle abitazioni private, dei capannoni industriali, dell’asfalto squarciato delle strade. Dopo la prima «schicchera», così sono abituati a chiamare le scosse in Valnerina, profonda nove chilometri, ci sono state altre due prepotenti repliche (4.6 alle 13.07, 4.5 alle 14.34). Unica nota positiva arriva dal capo della Protezione civile Fabrizio Curcio: «Non abbiamo notizie di vittime e non stiamo cercando nessuno». Ci sono in ogni modo cinquimila persone sfollate. A differenza delle scosse dei giorni precedenti quella delle 7.41 è stata spaventosa per la durata e per l’estensione considerando che le onde sono state avvertite da Bolzano fino a Foggia.
VIDEOREPORTAGE: NORCIA DEVASTATA
I monaci in ginocchio dinanzi alla basilica sventrata Pochi minuti dopo il crollo della cattedrale pregano i monaci in ginocchio davanti alla facciata lesionata mentre le suore di clausura del monastero di Santa Maria della Pace scappano terrorizzate dal convento infrangendo le regole della clausura. «Ci siamo salvate e siamo venute fuori – racconta una clarissa sorretta da un pompiere -. Siamo tutte in buona salute ma per oggi non rientriamo perché non sappiamo se ci saranno altre scosse».
CASTELLUCCIO ALTA RASA AL SUOLO
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SANT’EUTIZIO E SAN SALVATORE DOMENICA
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Il ruggito del mostro Qualche ora prima del ruggito del mostro il termometro a Norcia segnava un grado soltanto di temperatura. Il premier Matteo Renzi ha convocato per domani un Consiglio dei ministri straordinario a Palazzo Chigi ma ha già messo in chiaro che «per le primissime settimane gli sfollati andranno in albergo poiché con l’inverno alle porte non è possibile pensare a soluzioni come le tende o le new-town».
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«E’ pericoloso restare qui» «Non è sicuro restare qui» ripete Catiuscia Marini agli sfollati. La presidente della Regione nel giro di poche ore ha trovato 1.500 posti letto negli alberghi del Trasimeno ma alcuni non vogliono lasciare il loro paese. «Anche se qui è sembrato di vivere la fine del mondo» raccontano. «Non deportiamo nessuno – ha detto la Marini – ma andare altrove è sicuro. Con un po’ di buon senso ci aiutate. Qui è venuto giù perfino il Coc che era la struttura più sicura. Sono venuti giù i pilastri, i piloni di cemento. E’ pericoloso restare qui». Come detto sono circa tremila gli sfollati perché più della metà delle case sono segnate dalle crepe, inagibili e crollate. Molti hanno deciso di trasferirsi temporaneamente al lago rincuorati dalle parole del commissario del governo per la ricostruzione Vasco Errani secondo cui «il primo problema è garantire assistenza e sicurezza alla popolazione che sta vivendo una situazione molto pesante. L’impegno è quello di ricostruire tutto per offrire una prospettiva ai territori e alle comunità». «Dateci il tempo di organizzare – rincara il prefetto Raffaele Cannizzaro -. Rientrerete a Norcia appena troveremo una soluzione».
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LA FOTOGALLERY DAI LUOGHI DEL SISMA
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«Uno scenario di guerra» «Se non ci fosse stata una scrupolosa ricostruzione a quest’ora ci sarebbero stati numerosi morti – spiega il sottosegretario agli Interni, Gianpiero Bocci -. Questo terremoto ha distrutto la storia e la bellezza di Norcia, oltre al danno materiale c’è qualcosa di ben più drammatico che leggo nel viso delle persone ossia la perdita della speranza». In piazza Garibaldi c’è uno «scenario di guerra». E’ sufficiente osservare i capannoni squarciati, le tegole cadute, la disperazione dei cittadini, le chiese sbriciolate e le squadre speciali dei vigili del fuoco per comprendere che il dramma del 24 agosto non accenna a diminuire.
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Sisma più violento del Friuli (1976) e L’Aquila (2009) Il sisma di stamani è il più violento degli ultimi decenni. In Friuli, nel 1976, fu di magnitudo 6.4, quello del 1997 in Umbria e Marche del 6.1. Anche quello del Belice, del 1968, fu del 6.1. Solo in Irpinia, nel 1980, la magnitudo fu del 6.5, pari a quello di stamani: causò 280 mila sfollati, 8.848 feriti e 2.914 morti.
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Cardinale ai parroci: non celebrate messe nelle chiese L’indicazione del cardinal Gualtiero Bassetti ai parroci dell’Umbria è quella di non celebrare funzioni religiose nelle chiese dell’Umbria. Troppo pericoloso secondo il presidente della Conferenza episcopale umbra che ha consigliato ai sacerdoti di dire messa soltanto in spazi aperti.
Ingv: area 20 chilometri e decine di altre scosse Il terremoto di stamani ha interessato una zona che si estende per almeno per 20-25 chilometri. Ha spiegato il sismologo Alessandro Amato dell’Ingv: «Interessa un’area ampia localizzata tra quella che si è attivata con il sisma del 24 agosto e quella che si è attivata il 26 ottobre». Dopo la scossa delle 7.40 – è spiegato nel sito dell’Ingv – sono stati localizzati decine di altri eventi sismici nella zona al confine tra Marche e Umbria.
SCUOLE E LUOGHI PUBBLICI CHIUSI NELLA REGIONE
A Norcia e Preci non bere acqua dei rubinetti «La società Vus, Valle Umbra Servizi, che gestisce la rete idrica anche della Valnerina, comunica che a scopo precauzionale è preferibile evitare il consumo dell’acqua per usi alimentari a Norcia e Preci. Sono state fatte verifiche in tutti i comuni dell’area della Valnerina». Il messaggio proviene da un post scritto su Facebook dalla presidente Marini.
Sostegno psicologi per i terremotati Riattivato il posto di aiuto psicologico a Norcia – informa l’Ordine degli psicologi dell’Umbria -. Alcuni psicologi sono già in Valnerina per offrire conforto alle vittime dell’emergenza.
Nessun danno basilica San Francesco «Tutto regolare» ad Assisi ha garantito il sindaco Stefania Proietti, spiegando: «Già effettuati i sopralluoghi all’ospedale della città serafica, a Porta Nuova e alla basilica di San Francesco».
«Norcia fu distrutta dal terremoto del 1702. La ricostruiremo come fecero i nostri antenati». Così a Il Sole 24 ore Brunello Cucinelli legatissimo alla basilica e al monastero di San Benedetto, simbolo della terribile scossa del 30 ottobre. Così legato che padre Cassian, il priore americano del monastero di San Benedetto che nel 2000 raggiunse Norcia, è il suo padre spirituale: «Avevo aiutato i frati ad allargare le loro cellette, ristrutturare la cucina, imbiancare la sala da pranzo, creare una piccola fabbrica di birra. Ora sono afflitti, è comprensibile. si sono salvati perché si erano trasferiti nel monastero fuori le mura e continuano a ripetere che tutte le chiese sono distrutte ». E poi sempre Cucinelli: «Anche le calamità hanno un anima, diceva Aristotele. La terra è materia viva, non può stare ferma. Norcia fu distrutta dal terremoto del 1702. La ricostruiremo come fecero i nostri antenati. E poi trovo straordinario che sia rimasta in piedi la facciata, col il suo rosone e le statue di Benedetto e di sua sorella, Santa Scolastica. Dopo questa catastrofe, anche la regola benedettina ritroverà nuovo slancio»