Un sismografo

Il forte terremoto registrato sabato a Gubbio, spiega l’Ingv in un’analisi della situazione, è avvenuto in un’area la cui sismicità, così come rappresentata dal catalogo parametrico più recente, è frequente ma relativamente moderata. La storia sismica di Gubbio mostra 95 eventi risentiti nella regione con magnitudo superiore a 4 e risentimento massimo nella città pari al VII-VIII grado della scala Mercalli. Più recentemente, il 23 marzo 1961, è avvenuto un evento con epicentro vicino a quello odierno, ma con magnitudo superiore (5), con intensità pari al VII grado della scala Mercalli.

TERREMOTO A GUBBIO: «PAURA MA NIENTE DANNI»

L’analisi Il sistema di faglie è quello dell’Alta Valle del Tevere, dominato in profondità dalla presenza di una grande faglia normale a basso angolo d’immersione (15°-20°), nota in bibliografia con il nome di Faglia Alto Tiberina. È una faglia che per le sue dimensioni (60 chilometri per 30) potrebbe generare un forte terremoto, fino a magnitudo 7. L’assenza di un evento di tali dimensioni nei cataloghi di sismicità storica, il basso angolo di immersione inferiore 30° che ne fa una struttura geologica sfavorevolmente orientata per la riattivazione rispetto al campo di sforzi regionale, e la continua e costante occorrenza di piccoli terremoti, con occasionali eventi di moderata grandezza (fino a magnitudo 5.6 il 29 aprile 1984), fa dell’Alta Valle del Tevere un laboratorio naturale per lo studio delle modalità con cui le faglie accomodano la deformazione tettonica.

La mappa Per quanto riguarda il terremoto di sabato, la mappa di scuotimento calcolata dai dati delle reti sismiche e accelerometriche Ingv e Dpc mostra dei livelli di scuotimento fino al VI grado Mercalli. Il terremoto è stato risentito ampiamente in Umbria e in gran parte dell’Appenino umbro-marchigiano, come si evince dai dati raccolti dal questionario di «Hai sentito il terremoto?»: i risentimenti stimati, al momento, sono fino al V grado Mercalli.

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