Villa maria luisa

di Marco Torricelli

Maria Luisa Massoli, co-titolare della casa di riposo Villa Maria Luisa, e l’operatrice sanitaria Franca Manciucca – indagate nell’ambito dell’inchiesta sui presunti maltrattamenti ai danni degli anziani ricoverati all’interno della casa di riposo di via dei Pressio Colonnese – tornano in libertà. A deciderlo è stato il tribunale del riesame, che ha accolto le istanze dei legali delle due donne.

La decisione Per Massoli e Manciucca, dopo gli interrogatori di garanzia dello scorso 29 luglio, il gip del tribunale di Terni, Pierluigi Panariello, aveva confermato gli arresti domiciliari, contro i quali avevano subito presentato istanza i legali delle due donne – Massimo Proietti per la prima e Francesco Crisi per la seconda. La decisione del tribunale del riesame, ora, ha dato loro ragione. Tra le motivazioni c’è che il gip avrebbe emesso il provvedimento «in una prospettiva di totale ed acritica adesione della ipotesi accusatoria», cioè senza aver «autonomamente e criticamente sottoposto al vaglio le risultanze esposte dal pubblico ministero».

Il rinvio L’esame della richiesta relativa al divieto di avvicinamento alla struttura, emesso nei confronti di Sandro Vitali, è stato rinviato a settembre. Allo stesso Vitali, amministratore unico della società titolare dell’attività, era però già stato concesso di continuare ad occuparsi della gestione finanziaria e amministrativa del ricovero.

Il precedente Il 31 luglio scorso lo stesso tribunale aveva già revocato gli arresti domiciliari a Rodolfo Vitali, l’uomo, indicato dagli inquirenti come ‘gestore di fatto’ della casa di riposo Villa Maria Luisa e che era stato arrestato lo scorso 9 luglio nell’ambito dell’indagine della guardia di finanza di Terni, coordinata dal sostituto procuratore Elisabetta Massini.

Avvocati soddisfatti Massimo Proietti e Francesco Crisi, i due legali, ovviamente esprimono «grande soddisfazione», per il risultato. «Il tribunale – dice il primo – ha demolito l’impianto accusatorio e la nostra linea difensiva è stata nuovamente riconosciuta valida dai giudici. Questo dimostra, oltre alla loro serenità di valutazione, la correttezza dell’impostazione del lavoro svolto e ci fa molto ben sperare per il prosieguo della vicenda». Mentre Francesco Crisi spiega che «la posizione della mia assistita si sta rapidamente chiarendo e siamo fiduciosi di arrivare, presto, al pieno riconoscimento della verità».

La storia Villa Maria Luisa era finita nell’occhio del ciclone giusto un mese fa, quando, dopo un’indagine di oltre tre mesi, la guarda di finanza di Terni aveva arrestato quattro persone e posto sotto sequestro la struttura, che opera in regime di convenzione con la Asl, nella quale sono ospitati circa 20 anziani. L’operazione si era svolta anche grazie alle denunce di alcune persone che lavorano a Villa Maria Luisa e che non se la sono più sentita di tacere di fronte agli episodi a cui avevano assistito. Un’indagine complessa, che ha richiesto un continuo lavoro di osservazione all’interno della struttura sanitaria – la guardia di finanza aveva reso pubblico anche un video, peraltro oggetto di una lunga dissertazione nella sentenza – accompagnato da riscontri, pedinamenti e identificazioni di persone.

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