La conferenza stampa dei carabinieri

di Fabio Toni

Dopo una giornata di indagini e ricerche, culminata nell’arresto di un 53enne originario del foggiano (E.S. le sue iniziali), i carabinieri sono riusciti a mettere le mani anche sul secondo protagonista della rapina compiuta lunedì mattina ai danni dell’ufficio postale di Marmore.

L’OPERAZIONE DEI CARABINIERI: IMMAGINI

Incastrato Si tratta del 36enne M.A., anche lui originario della provincia di Foggia, sottoposto a fermo di polizia. L’uomo è stato rintracciato nella tarda serata di lunedì all’interno della sua abitazione nella zona di Papigno.

Ore contate Sfuggito in un primo momento all’arresto – inizialmente i militari erano riusciti ad intercettare solo il complice a bordo di un’auto -, il soggetto è stato individuato grazie alla complessa attività investigativa messa in campo dai carabinieri della compagnia di Terni e delle stazioni di Papigno e Piediluco. Il cerchio intorno al 36enne ha iniziato a stringersi con il passare delle ore, fino a culminare nel fermo di lunedì sera.

La rapina Il blitz nell’ufficio postale di Marmore è stato messo a segno lunedì mattina intorno alle 8: M.A. si è presentato con in mano un coltello da cucina con manico rosso e il viso nascosto da un passamontagna e un cappello mimetico. Ha sorpreso la direttrice della filiale negli istanti dell’apertura, spintonandola all’interno dell’ufficio – per lei una prognosi di sette giorni – e costringendola, dietro la minaccia dell’arma, a consegnare i soldi presenti in cassa: 1.400 euro in totale. Poi è salito in sella a una mountain bike ed è fuggito.

Fuga Purtroppo per lui, alcuni passanti hanno notato gli strani ‘movimenti’ all’interno del locale e hanno pensato bene di chiamare subito il 112. Fra loro, c’è chi ha avuto anche la prontezza di accorgersi della direzione presa dalla bici, verso vocabolo Rancio, fra Marmore e Miranda, dando così ulteriori elementi utili ai militari.

Il primo arresto Subito si sono messe in moto le pattuglie dei comandi stazione di Piediluco e Papigno e quest’ultima, nel perlustrare la strada del Rancio, si è imbattuta in una Wolkswagen Passat blu con a bordo due soggetti. Il mezzo ha fatto velocemente marcia indietro per un tratto di circa 800 metri e il passeggero – M.A., l’autore del colpo – ha approfittato della polvere alzata dalla strada sterrata per fuggire a piedi. L’altro, E.S., è stato invece arrestato in flagrante: la perquisizione del mezzo ha portato alla luce il cappello mimetico e un coltello simile a quello usato per la rapina. A pochi passi, nascosti dietro ad un cespuglio, sono stati trovati anche la mountain bike e il passamontagna.

Indagine a tappeto A quel punto sono partiti i riscontri che hanno portato ad acquisire elementi certi in ordine alle responsabilità del soggetto fermato – con diversi precedenti per reati contro la persona, il patrimonio e per spaccio di droga – e che, al tempo stesso, hanno permesso di risalire con certezza all’identità dell’autore materiale della rapina, il 36enne M.A.. Grazie alle testimonianze e all’analisi dei tabulati telefonici, è stato verificato come entrambi i banditi si trovassero nei pressi dell’ufficio postale proprio nell’orario della rapina. Intensi anche i contatti fra i due, telefonici e non solo: nei giorni precedenti erano stati trovato insieme dai militari durante un controllo.

Fermo di polizia Gli elementi raccolti dagli inquirenti hanno portato all’applicazione del fermo di polizia nei confronti del secondo soggetto, sottoposto peraltro a sorveglianza speciale e all’obbligo di firma, ogni sera alle 19 e 30 al comando carabinieri di Papigno. Non è un caso che lunedì sera non si sia presentato in caserma: un aspetto che ha dato consistenza al possibile pericolo di fuga, riscontrato dal pm Elisabetta Massini. Ora la misura è in attesa di convalida da parte del gip.

Valore aggiunto Il valore dell’operazione è stato sottolineato dal comandante della compagnia carabinieri di Terni, Dario Allegretti, e dai comandanti delle stazioni carabinieri di Papigno e Piediluco: Alberto Bazzurri e Luigi Lepore: «Decisiva ai fini del buon esito dell’indagine – hanno detto – è stata la preziosa collaborazione da parte dei cittadini che con le loro segnalazioni hanno dato il via a ricerche tempestive ed efficaci. Questa sinergia fra cittadini e istituzioni rappresenta un valore aggiunto di assoluta importanza, esempio di come si possa contribuire alla sicurezza del nostro territorio»

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