di Mar. Ros.
Sono scattati nella notte tre arresti per associazione a delinquere e furto aggravato, in manette tre rumeni di età compresa tra i 30 e i 31 anni, specializzati in furti di tir e appartenenti ad una banda, della quale questura, e in particolar modo la Digos diretta da Marco Colurci, in stretta collaborazione e sinergia col sostituto procuratore della Repubblica di Terni, Marco Stramaglia, stanno tuttora cercando di definire i contorni. La sensazione è che il numero di arresti sia destinato a salire nei prossimi giorni perché il modus operandi del sodalizio, che nel giro di otto mesi ha messo a segno almeno nove colpi in tutto il Centro Italia, era piuttosto complesso e articolato. Tra i mezzi pesanti rubati, anche uno carico di coils di acciaio inox prodotti dalla Thyssenkrupp-Ast di Terni. Il Carico di acciaio come il tir che ha recentemente seminato il panico ai mercatini di Natale a Berlino, attacco simile a quello di Nizza. Dietro l’operazione, dunque,lo spettro terrorismo: «Ecco perché le indagini sono state condotte dalla Digos e non dalla Mobile». ha spiegato il questore.
Ladri di camion in azione, ecco come agivano La banda – è emerso dalla conferenza stampa alla presenza del questore Carmine Belfiore e del procuratore della Repubblica Alberto Liguori – agiva nelle ore serali; i componenti del gruppo partivano organizzati da località del basso Lazio per raggiungere nelle prime ore notturne i luoghi da colpire, preliminarmente individuati in sede di accurati sopralluoghi compiuti nei giorni precedenti all’effettiva entrata in azione. Una volta commesso il furto, il gruppo riprendeva la via del ritorno percorrendo presumibilmente strade secondarie per eludere i controlli della polizia (nel caso dei furti avvenuti in provincia, la Flaminia) fino a raggiungere le località di partenza. I ricettatori, poi, provvedevano a ‘ripulire’ i camion per rimetterli nel mercato, sia nazionale che estero, sostituendo i telai originali e falsificando le carte di circolazione. Una strategia, questa, che presuppone delle professionalità non indifferenti e altra ragione per cui si pensa che il numero di persone coinvolte nel giro d’affari potenzialmente milionario visto l’immenso valore di certi camion, sia molto più grande di tre sole unità.
Cellulari intestati a prestanome Durante i furti ed i relativi sopralluoghi, la banda era particolarmente accorta a non lasciare alcuna traccia, come impronte o eventuali presenze sulle immagini delle telecamere a circuito chiuso, ed aveva adottato alcuni accorgimenti per evitare di essere rintracciata, come l’uso di schede telefoniche intestate a prestanome (cittadini irregolari) che venivano periodicamente sostituite insieme ai cellulari, talvolta persino distrutti subito dopo aver commesso un furto. Il sodalizio aveva la sua base logistica nella provincia di Latina, ma dal maggio scorso operava a Terni e nelle province di Grosseto, Latina, Frosinone e Perugia. Le indagini hanno consentito di identificare i componenti della banda e l’operazione di polizia è ancora in corso da parte degli uomini della Digos di Terni con la collaborazione delle questure di Grosseto e Latina e della polizia stradale di Latina.
Le perquisizioni domiciliari e i 10 mila euro Contestualmente agli arresti sono state compiute una serie di perquisizioni domiciliari e presso capannoni industriali della provincia di Roma e Latina, utilizzati per nascondere i mezzi rubati. All’esito dell’attività di ricerca, sono stati rinvenuti 4 tir, un escavatore Caterpillar, una macchina rullatrice da asfalto, sofisticati sistemi elettronici per inibire anche i più evoluti sistemi di allarme e geo-localizzazione, numerosissime chiavi di automezzi rubati, targhe, motori Mercedes di tir rubati, telefonini, una centralina elettrica per memorizzare i codice delle chiavi elettroniche, altro materiale edile ed industriale provento di vari furti e 10.000 euro in contanti. Tutto è stato sottoposto a sequestro per la restituzione ai legittimi proprietari. Curioso come nel corso della conferenza stampa, i telefoni cellulari sequestrati continuassero a squillare. Le indagini proseguiranno per risalire alla ‘mente’ che gestiva i tre (se non di più) esecutori materiali dei furti.
I colpi messi a segno Il primo furto si era verificato nella notte tra il 29 e 30 maggio 2016 ai danni della Asciutti Autotrasporti a cui erano stati rubati tre tir Mercedes Actrose 3 semirimorchi con all’interno rotoli di acciaio. Il secondo furto si era verificato tra il 22 e 23 luglio 2016 ai danni della Nizzi Autotrasporti di Terni. In tale occasione era stato rubati 3 trattori marca Mercedes Actros e 3 semirimorchi di dei quali carichi di Coca Cola e uno di rotoli di acciaio, Altro furto aveva riguardato il 15 ottobre 2016 la Società Adrilog Benvenuti (ex Cuam) dove erano stati rubati tre tir Mercedes Actros e 2 semi rimorchi carichi di olio e vino. Il fenomeno aveva destato comprensibile allarme tra le associazioni di categoria degli autotrasportatori e della stessa Confindustria ed il prefetto di Terni aveva riunito più volte il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica per individuare le migliori strategie per la risoluzione del problema, tra cui l’implementazione del sistema di videosorveglianza nelle aree industriali della Provincia di Terni: «Pensate al danno economico e non solo – riflette Liguori – che può subire un’azienda depredata di un mezzo pesante, talvolta pure cario di merce». L’operazione inizialmente denominata ‘Actros’ ha preso il nome di ‘operazione Luciano’: «Un nostro operatore di polizia – ha spiegato Belfiore – venuto a mancare proprio oggi per una grave malattia».
Lo sfogo del procuratore Alberto Liguori Non ha lesinato apprezzamenti il procuratore Liguori per la «brillante operazione ancora in corso, indagini che hanno messo in luce il grande senso di responsabilità del Corpo di polizia, le capacità della Digos e del capo Marco Colurci, il coraggio di Stramaglia e l’amore che tutte le forze coinvolte mettono nel proprio lavoro a difesa della comunità che rappresentano. Certo è però – ha ammesso -, che se da un lato abbiamo un patrimonio umano di così alta qualità, abbiamo dei freni investigativi significativi come le banche date che non sono in rete e talvolta le scarse dotazioni. Non lasciateci soli nel nostro lavoro – ha aggiunto – perché c’è bisogno di tutti. Il prossimo 11 febbraio – ha annunciato – presenteremo il bilancio sociale dell’ultimo triennio». La procura ha pronto un dossier con i dati dei reati in calo e di quelli in ascesa nel dipartimento di Perugia, in cui è ricompresa anche la provincia di Terni: «La mia volontà – ha aggiunto – è quella di fornire anche uno studio economico e sociale in grado di fornire ai potenziali investitori sul territorio quali sono i vantaggi e quali le difficoltà».
Il vicepresidente della giunta regionale, con delega alle politiche per la sicurezza urbana, Fabio Paparelli, rivolge vivo apprezzamento alla procura e alla questura di Terni:«Un risultato importante – afferma – che conferma la brillante e continua attività investigativa e di controllo svolta dalle forze di Polizia impiegate nella città di Terni. La Regione Umbria – sottolinea – rafforza ulteriormente il proprio impegno nell’ambito del Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica di Terni anche attraverso il potenziamento dei sistemi di videosorveglianza nelle zone industriali. A questo scopo abbiamo emanato uno specifico bando, stanziando 140 mila euro per finanziare i progetti volti a migliorare la sicurezza nelle zone industriali di Perugia e Terni che saranno messi al più presto a disposizione dell’Amministrazione comunale per la realizzazione degli impianti, importanti per coadiuvare le forze dell’ordine e rafforzarne l’attività».
@martarosati28