Si fingevano onlus ma erano vere e proprie aziende le tre attività con scopo di lucro scoperte dai finanzieri del comando provinciale di Terni che hanno accertato complessivamente un reddito non dichiarato per oltre 300 mila euro, con 120 mila euro di tasse evase, 22 lavoratori impiegati in nero e 110 mila euro percepiti indebitamente oltre all’emissione di fatture per operazioni inesistenti. Sulla base di tutti gli elementi acquisiti, le attività controllate sono state riqualificate alla stregua di aziende e il volume d’affari da sottoporre a tassazione è stato segnalato all’Agenzia delle entrate.

Guardia di finanza scopre finte onlus a Terni Attraverso mirati controlli, le Fiamme gialle sono riuscite a smascherare i furbetti di associazioni operanti in diversi settori quali assistenza alle persone, turismo e tempo libero e sport, accomunate da un unico obiettivo: evitare il pagamento delle imposte ed usufruire del regime di tassazione agevolato riservato dal fisco a questo tipo di enti no profit, quali in verità non erano. Per tutte e tre è stata accertata l’assenza del vincolo associativo nonché, in alcuni casi, un’irregolare distribuzione di utili, l’indebita erogazione di rimborsi spese e l’inattendibilità della rendicontazione delle entrate e delle uscite, tutte circostanze che hanno comportato la perdita del diritto al trattamento di favore previsto dalla vigente normativa. Molte delle persone qualificate come soci, sentiti dagli inquirenti hanno dichiarato di non conoscere il regolamento o il funzionamento dell’associazione alla quale erano iscritti. Le Fiamme gialle – fanno sapere dal comando ternano – continuano l’attività di controllo economico del territorio a tutela degli imprenditori onesti i quali, rispettando le regole, subiscono la sleale concorrenza di coloro che, dissimulando la propria natura, utilizzano indebitamente un regime fiscale agevolato al fine di conseguire un illecito arricchimento.

Confcommercio L’operazione, all’indomani della giornata di mobilitazione nazionale ‘Legalità mi piace’ ha riscosso l’applauso di Confcommercio Umbria: «Quella emersa è una forma di concorrenza sleale, fortemente penalizzante per le imprese che operano nel rispetto delle regole, che utilizzava indebitamente un regime fiscale agevolato e perfino contributi pubblici percepiti in modo indebito. Il lavoro della Guardia di finanza, su questo fronte, è veramente prezioso. Tutti i fenomeni di illegalità commerciale, che segnaliamo costantemente alle autorità competenti, impattano pesantemente sul sistema economico-sociale, perché determinano la chiusura di imprese oneste e la perdita di posti di lavoro, colpiscono la tutela dei consumatori, la sanità e la sicurezza pubblica, causano un danno d’immagine all’intero Paese. Confcommercio si batte per un’economia più sana e più forte, per un Paese più civile».

 

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