di M.C.

Svolta nelle indagini sulla scomparsa di Barbara Corvi, la donna recentemente ricordata tra le vittime delle mafie: «Ho rivisto davanti a me le carte quando ho sentito del ricordo della donna in quella circostanza. L’ho sentita a me vicina per tutto il corso dell’ultimo anno e posso dire oggi che non è stata uccisa dalla mafia ma dalla mentalità mafiosa» ha detto il procuratore capo Alberto Liguori in conferenza stampa a poche ore dall’esecuzione dell’arresto del marito, Roberto Lo Giudice, accusato di omicidio. A giorni l’interrogatorio di garanzia.

Barbara Corvi Scomparsa 12 anni fa e sempre ricordata dalla popolazione di Amelia e dalle istituzioni, la stessa per la quale le sorelle hanno sempre chiesto verità e giustizia. Alcuni mesi fa ‘Chi l’ha visto’ aveva riacceso i riflettori sul caso, riportando come fossero indagati il marito e il cognato della donna. La procura aveva riaperto il caso: martedì è scattato l’arresto del marito per omicidio. «Il caso era stato chiuso con una archiviazione nel 2015, ma ricostruendo la storia dell’uomo, del perché si fosse trasferito qui dalla Calabria e soprattutto attenzionando il caso della cognata di Barbara, anch’essa uccisa, Angela Costantino – ha detto Liguori – ci siamo interrogati sulla possibilità dell’esistenza di un legame tra i due fatti di sangue. Lei aveva 25 anni e quattro figli, Barbara scomparve a 35 anni e aveva due figli. Il movente comune: la gelosia».

LE IPOTESI SUL MOVENTE

Liguori «L’esito istruttorio della prima fase – ha ripercorso il procuratore – aveva fatto sì che le carte giudiziarie parlassero di una donna, Barbara, allontanatasi volontariamente da casa, lasciando due figli e contestualmente prosciugando il conto corrente di famiglia. I parenti della donna non hanno mai creduto a tale versione e considerato anche a chi il marito aveva intestato i propri averi, abbiamo voluto approfondire. La coppia – rivela Liguori – aveva parallele relazioni extraconiugali e la tensione nel rapporto era palpabile». Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Barbara, il giorno prima di sparire nel nulla, aveva inviato un messaggio al proprio amante ‘Non ce la faccio più, la faccio finita’, ma nel pc della donna pare fosse stato installato un programma gestito da remoto.

Le indagini Riaperto il caso, la ricostruzione dei fatti è stata analizzata punto per punto: «L’intuizione – spiega Liguori – nace da elementi che colpiscono. Balza agli occhi ad esempio come Barbara si fosse allontanata senza portare con sé documenti o indumenti, nemmeno una borsa. Abbiamo ascoltato l’indiziato, i suoi familiari e portato a galla le intimidazioni e i depistaggi che hanno costellato questa vicenda, finché l’autorità giudiziaria non ci ha dato ragione».

Arrestato un uomo per omicidio All’alba di martedì 30 marzo, i carabinieri di Terni, su disposizione del procuratore capo della locale procura della Repubblica Alberto Liguori, hanno dato esecuzione ad un ordine di carcerazione per omicidio a carico del marito della donna. Alle 12 il procuratore capo Liguori terrà una conferenza stampa presso il locale comando provinciale dei carabinieri nel corso della quale saranno forniti i dettagli dell’operazione.

Questo contenuto è libero e gratuito per tutti ma è stato realizzato anche grazie al contributo di chi ci ha sostenuti perché crede in una informazione accurata al servizio della nostra comunità. Se puoi fai la tua parte. Sostienici

Accettiamo pagamenti tramite carta di credito o Bonifico SEPA. Per donare inserisci l’importo, clicca il bottone Dona, scegli una modalità di pagamento e completa la procedura fornendo i dati richiesti.