di Chia.Fa.

Sulle biomasse di Madonna di Lugo «non si può tornare indietro». O almeno così hanno sostenuto le istituzioni, buona parte dei rappresentanti eletti e il vicesindaco Stefano Lisci. Un mantra ripetuto per cinque ore abbondanti, tanto è durato il tesissimo consiglio comunale aperto, interrotto solo nel tardo pomeriggio dai quattro interventi dei rappresentanti delle associazioni ambientaliste.

Lisci: «Abbiamo fatto tutto quello che potevamo» Fin dall’apertura dei lavori, affidata alla relazione del vicesindaco socialista con delega all’Ambiente, le facce del centinaio di cittadini presenti in aula hanno iniziato a torcersi in strane espressioni. Sì, perché sull’iter delle tre biomasse, realizzate da altrettante società della Coricelli spa, una cosa è certa: l’amministrazione ha mancato di partecipare il progetto con la città. Non stupisce dunque che l’intervento di Lisci abbia, fin dai primi minuti, provocato non pochi mugugni. «Abbiamo fatto tutto quello che potevamo, nessuno di noi abita nel Winsconsin e tutti ci teniamo alla salute e per questo l’azienda, il Comune e l’Arpa hanno siglato una convenzione non prevista per legge e particolarmente stringente nel caso le emissioni degli impianti vadano oltre i limiti».

«Ci avete preso in giro, dimettetevi» Dichiarazioni che, inutile dirlo, non trovano il benché minimo punto di contatto con quanto sostenuto negli ultimi otto mesi da Italianostra, Rifiutizero e Legambiente. Ad oltre tre ore dall’apertura dei lavori, tra questioni di procedura e di merito, relazioni e interventi di tecnici dell’Arpa, del Comune, dell’Asl, la parola è passata ai cittadini. «Non solo non avete partecipato il progetto nelle fasi iniziali – ha spiegato Marco Capoccia di Rifiutizero -, ma anche dopo quando le biomasse sono diventate di dominio pubblico costringendovi a un mea culpa pubblico e alla costituzione di una commissione fantoccio avete continuato a tenerci nascosti incontri, conferenze di servizi e quant’altro. Per questo – ha concluso – noi ci sentiamo presi in giro e auspichiamo le vostre dimissioni».

«Le vostre scelte sposate su interesse privato» La questione, anche su questo tutti concordano, ha sempre avuto una vocazione strettamente politica. E a mettere i puntini sulle i è direttamente Italianostra. «Comprendiamo – dice l’associazione – le difficoltà dell’amministrazione alle prese con un ginepraio politico e non tecnico, fin dalle prime battute avete preferito un’interpretazione della normativa sbilanciata a favore dell’interesse privato e non pubblico, avreste potuto interrompere l’iter e non l’avete fatto, di conseguenza noi faremo i nostri passi». Probabile, come era già stato annunciato, che le associazioni verde decidano di presentare un ricorso al Tar.

Nuovo consiglio comunale Alle 21, dopo l’ennesima sospensione, il massimo consesso cittadino ha deciso di aggiornarsi alla prossima seduta, stavolta su convocazione ordinaria, durante la quale dovranno essere votati gli emendamenti e, poi, la deliberazione che prevederebbe un’analisi a posteriori dell’intero iter autorizzativo