di Enzo Beretta
Il titolare di un’azienda agraria di Bastia Umbra è indagato dalla Procura della Repubblica di Perugia per il reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. Secondo quanto hanno ricostruito le indagini «utilizzava, assumeva e impiegava manodopera sottoponendo» alcuni stranieri originari della Nigeria e del Bangladesh «a condizioni di sfruttamento approfittando del loro stato di bisogno, dovuto all’impossibilità di trovare altro lavoro, all’assenza di un luogo dove alloggiare, alla necessità di inviare denaro ai propri familiari e alla scarsa conoscenza della lingua italiana e dei diritti dei lavoratori dipendenti».
Sfruttamento È emerso che il 62enne «approfittava del fatto» che due di loro fossero «privi del permesso di soggiorno e che, quindi, non potevano essere impiegati in attività lavorative». Nella richiesta di rinvio a giudizio il pm Mario Formisano precisa che l’indagato «corrispondeva al lavoratore retribuzioni palesemente inferiori rispetto a quelle previste dai contratti nazionali o territoriali, omettendo in alcune occasioni di retribuire le ore di lavoro effettivamente svolte».
240 euro al mese per 10 ore al giorno Nelle carte giudiziarie ci sono alcuni numeri: uno di loro è riuscito a farsi pagare solamente «240 euro al mese per l’attività svolta tutti i giorni da lunedì a sabato, per dieci ore al giorno di lavoro». I conti sono presto fatti: 60 ore a settimana per quattro settimane, 240 ore, in cambio di 240 euro. Il quoziente fa 1, un misero euro per ogni ora di lavoro. C’è stato anche un mese al termine del quale «ometteva di conferire qualsiasi tipo di retribuzione».
Normative L’indagato – si legge – «imponeva orari di lavoro superiori a quelli previsti in violazione della normativa relativa ai periodi di riposo, al riposo settimanale e alle ferie, impiegando i lavoratori tutti i giorni della settimana per otto ore al giorno». E «ometteva di adottare misure di prevenzione infortuni nei confronti dei lavoratori, non sottoponendoli a visite mediche per l’idoneità al lavoro e a corsi sulla sicurezza del lavoro, e non fornendogli scarpe antinfortunistiche e indumenti adatti a svolgere le proprie mansioni».
Tugurio In un caso, «dietro pagamento di 180 euro al mese» forniva a uno dei suoi lavoratori «una camera presso un alloggio degradante sprovvisto di luce, gas e acqua nei mesi invernali».
Le urla Nell’azienda agraria di Bastia succedeva anche che il titolare «urlasse contro i lavoratori, minacciandoli di mandarli via se avessero chiesto ulteriori denaro rispetto a quello versato» oppure «nell’impedire a uno di lavorare per due settimane a seguito della sua richiesta relativa al versamento di una paga congrua alle ore di lavoro effettivamente svolte». Il 62enne è difeso dall’avvocato Andrea Partenzi.