Gli operai davanti ai cancelli (foto Fabrizi-U24)

di Chia.Fa.

«Per senso di responsabilità e nonostante le provocazioni del direttore generale Massimo Santoro, noi operai della Ims, ex-Pozzi, abbiamo deciso in maniera unanime di riprendere l’attività lavorativa da domani (giovedì, ndr)». Autonomamente le tute blu di Santo Chiodo diramano una nota stampa con cui annunciano lo smantellamento del presidio e il ritorno in fabbrica allo scopo di evadere le commesse della ghisa che da tempo, a causa delle difficoltà di approvvigionamento delle materie prime, attendono di essere prodotte.

La visita di monsignore Renato Boccardo Ma prima di decidere lo stop dello sciopero ad oltranza, arrivato ormai al sesto giorno, i lavoratori hanno ricevuto la visita dell’arcivescovo di Spoleto-Norcia, monsignore Renato Boccardo. «Seguo con particolare attenzione le vicende della Ims – ha spiegato il presule – sono costantemente in contatto con le istituzioni per capire l’evolversi della vicenda e mi auguro di poter tornare qui tra voi, presto, in una situazione di normalità lavorativa». Al fianco dell’arcivescovo anche il sindaco Daniele Benedetti che, martedì prossimo, si recherà nel quartiere generale del Casti group, proprietario della Ims, per incontrare il manager Gianfranco Castiglioni.

«Torniamo a lavoro per senso di responsabilità» Alla metà della mattinata, invece, gli operai hanno reso nota la decisione di interrompere lo sciopero ad oltranza e di rientrare in fabbrica. «Le maestranze delle Industrie Metallurgiche Spoleto srl e Isotta Fraschini srl – si legge nella nota stampa redatta dai lavoratori – nonostante l’atteggiamento provocatorio, intimidatorio, irrispettoso e di sfida continuamente manifestato nei propri confronti dal direttore generale Massimo Santoro, anche se preoccupate per la mancanza di risposte ai dubbi e alle perplessità più volte manifestate, facendo leva sul proprio senso di responsabilità e di rispetto sempre dimostrato nei confronti della proprietà aziendale, nella quale nutrono ancora fiducia, decidono in maniera unanime di riprendere l’attività lavorativa a partire da giovedì 10 maggio 2012».

Gli operai davanti ai cancelli (foto Fabrizi-U24)

«Ma non cediamo alle minacce» Poi il chiarimento sulla scelta: «Si tiene a precisare che la ripresa dell’attività lavorativa è volta esclusivamente a dar continuità all’attività produttiva, allo scopo di salvaguardare e mantenere la clientela esistente e non è quindi una decisione presa in seguito alle minacce di chiusura delle due aziende fatte lunedì dalla direzione generale».

Casa rossa: «Costituiamo un comitato cittadino» L’attenzione, però, non è destinata a scemare. La prossima settimana ci sarà la missione del sindaco a Varese e il prossimo 21 marzo le sigle sindacali, probabilmente affiancati da una delegazioni di lavoratori, come suggerito da Giorgio Cremaschi, tornerà a sedersi al tavolo con la proprietà per valutare l’opportunità di richiedere anche la quarta e ultima tranche di cassa integrazione che non dovrebbe interessare tutte le maestranza. Nel frattempo Casa Rossa ha proposto di «costituire un fronte ampio di cittadini che appoggi le rivendicazioni degli operai: pagamento degli stipendi dovuti, rotazione della cassa Integrazione e chiarezza sui tempi della ripresa del lavoro e sulle prospettive dell’azienda».

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