L'ex governatrice dell'Umbria Maria Rita Lorenzetti ( foto archivio)

di Francesca Marruco

Con i tempi lunghi che l’hanno contraddistinta, l’inchiesta che coinvolge esponenti di spicco del ceto politico umbro nota col nome di Sanitopoli, o almeno parte di essa, varcherà la soglia di un’aula di tribunale per l’udienza preliminare. E’ di quasi un paio di mesi fa la richiesta di rinvio a giudizio che la procura della Repubblica di Perugia ha avanzato per 12 persone coinvolte nell’indagine.

L’udienza preliminare Ed è invece recentissima la fissazione dell’udienza preliminare per la fine di novembre. A comparire davanti al gup Carla Giangamboni, sembrerebbe il 24 novembre prossimo, saranno l’ex governatrice dell’Umbria Maria Rita Lorenzetti, l’ex assessore Maurizio Rosi, l’ex vice presidente della giunta regionale Carlo Liviantoni, l’ex capo di gabinetto Sandra Santoni, l’ex dirigente della Asl 3 Gigliola Rosignoli, e altre sette persone tra cui funzionari e dirigenti, molti con ruoli marginali nell’indagine.

Gli indagati Davanti al gup arriveranno tutti quelli che finirono nel filone riguardante l’atto in cui di fatto venne sancita la promozione «incriminata» di Sandra Santoni e la delibera adottata dalla giunta regionale in cui arrivò via libera per assunzioni «urgenti» nelle Asl. Quegli atti con cancellazioni e aggiunte a penna. Oltre ai «big», in tribunale compariranno Giancarlo Rellini, funzionario del servizio Affari generali e amministrativi; Francesco Ciurnella, funzionario della direzione regionale della sanità, istruttore e responsabile del procedimento; Giuliano Comparozzi, dirigente di servizio della Regione; Paolo Di Loreto, allora direttore della direzione regionale dell’Umbria sanità e servizi sociali; Luca Conti, allora segretario verbalizzante della giunta regionale; Franco Roberto Maurizio Biti, allora segretario verbalizzante della giunta regionale; Ivana Ranocchia, istruttore direttivo amministrativo.

Il giudice Carla Giangamboni ( foto archivio Troccoli)

La delibera incriminata Secondo l’accusa, titolari dell’inchiesta sono attualmente i due sostituti Mario Formisano e Massimo Casucci e il procuratore Giacomo Fumu, quella delibera sarebbe stata approvata,  «attestando falsamente l’esistenza di presupposti giuridici per l’approvazione della delibera n. 1402 del 05. 10. 2009 da parte della Giunta Regionale dell’Umbria avente come oggetto l’autorizzazione alle aziende sanitarie e ospedaliere ad assumere personale». Altri avrebbero invece «indotto la giunta regionale ad approvare una delibera […] benché tale provvedimento risultasse mancante dei suoi contenuti essenziali. Infatti – scrivevano i pm Sergio Sottani e Mario Formisano nell’avviso di conclusione delle indagini – al momento dell’adozione di tale delibera, richiesta dall’assessore Maurizio Rosi con urgenza il 16 settembre 2009, l’attività istruttoria non era ancora terminata[…] Il contenuto dispositivo dell’atto quindi veniva formato in epoca successiva e verosimilmente dopo il 2 marzo 2010». A tutti loro viene contestata la falsità ideologica in concorso.

Santoni Nello stesso filone investigativo finì anche la richiesta di autorizzazione all’assunzione della Asl 3, in cui di fatto per l’accusa, si diede il via libera all’assunzione di Sandra Santoni alla Asl 3, che è valsa a Lorenzetti, Rosi, Rosignoli, Santoni e Rellini l’accusa di abuso d’ufficio e falsità materiale. Per l’accusa infatti avrebbero «alterato l’atto di richiesta di autorizzazione all’assunzione di personale predisposto dalla Asl 3 modificando il numero dei dirigenti del ruolo amministrativo, portando la richiesta da tre a quattro mediante una correzione a penna operata da Rellini Giancarlo, su indicazione dell’assessore Maurizio Rosi, a sua volta sollecitato da Gigliola Rosignoli e da Santoni Sandra, questa ultima risultava la diretta beneficiaria della correzione, atteso che presso la l’aumento di posti da dirigente era finalizzato a consentire la sua assunzione con tale qualifica presso la Asl».

L'ex assessore Maurizio Rosi ( foto archivio Troccoli)

Archiviazioni e indagini Sia Lorenzetti che Rosi, difesi dagli avvocati Luciano Ghirga e Valeriano Tascini, erano voluti andare dai pubblici ministeri per spiegare loro la correttezza del loro operato. I magistrati tuttavia, almeno per questo filone, hanno ritenuto di dover procedere con la richiesta di rinvio a giudizio. Fatto che non sembra destinato a ripetersi per gli altri filoni, per cui arrivò la conclusione delle indagini nell’agosto del 2011. Per quelli c’è odore di archiviazione. Ancora nel pieno invece la tranche folignate che coinvolgeva il sindaco Nando Mismetti per cui non è arrivata neanche la conclusione delle indagini.

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2 replies on “Sanitopoli, procura chiede il processo per 12 tra cui Lorenzetti, Rosi, Liviantoni e Santoni”

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