Uno dei tre arrestati (foto F. Troccoli)

di Chiara Fabrizi e Ivano Porfiri

«La lite è scoppiata per un parcheggio» e «Filippo dopo il pugno si stava rialzando da terra, ma è stato investito in retromarcia». A raccontarlo ai carabinieri e all’avvocato Alberto Maria Onori, che assiste la famiglia della giovane vittima, è stato un testimone oculare amico di Filippo Limini, il venticinquenne spoletino morto in un’area di sosta nelle prime ore di Ferragosto a due passi dal Country Café di Bastia Umbra, dove aveva passato la serata con un gruppo di amici. Nell’auto Brendon Kosiqi di 19 anni, Denis Hajderlliu di 20 e Kevin Malferteiner di 23, cittadini italiani di origine albanese, tutti reclusi nel carcere di Capanne (Perugia), in attesa della convalida dell’arresto, per rissa aggravata e omicidio preterintenzionale.

FOTOGALLERY: IL LUOGO E GLI ARRESTATI

Indagini sulla rissa Loro dal parcheggio vicino alla discoteca e al palazzetto dello sport sono scappati con alcuni vetri dell’auto rotti, tra cui il lunotto posteriore, e la carrozzeria ammaccata in più punti, forse con un crick, anche se alcuni segni sembrano compatibili coi colpi di un tirapugni. Il più giovane dei tre, che era al volante, ha riportato una ferita al sopracciglio e al braccio. Sono i segni della rissa su cui continuano a indagare i carabinieri del tenente colonnello Marco Vetrulli coordinati dal pm Paolo Abbritti, per identificare tutti i giovani che hanno partecipato alla rissa, alcuni dei quali sarebbero scappati dopo che Filippo è stato investito. Da stabilire ci sono le cause delle morte, unico quesito, insieme all’ora del decesso, a cui deve rispondere il medico legale Mauro Bacci incaricato dal magistrato di eseguire l’autopsia sul corpo di Limini, che dovrebbe essere effettuata tra martedì e mercoledì.

VIDEO: IMMAGINI DELLA TRAGEDIA

«Filippo dopo il pugno si stava rialzando» Secondo il testimone oculare, un giovane spoletino rimasto al fianco di Limini ormai cadavere, «Filippo dopo aver preso il pugno in faccia si stava rialzando da terra, ma in quegli istanti è stato investito dall’auto». Lo stesso giovane ha riferito che «all’interno della discoteca tra i due gruppetti di ragazzi non c’è stato alcun dissapore», che è invece è sfociato nel sangue fuori dal Country café, al momento di recuperare l’auto per tornare a casa. L’amico della vittima racconta che «nel parcheggio i tre giovani avrebbero chiesto a Filippo e agli spoletini di spostarsi per farli uscire, con la vittima e gli altri che gli avrebbero risposto che avevano tutto lo spazio per la manovra». Un colpo di clacson e le grida, poi la rissa e il venticinquenne che viene travolto dall’auto, coi danni alla vettura dei tre che, sempre secondo il racconto del testimone oculare, sarebbero scattati soltanto dopo, quando Filippo era già a terra.

«Non l’ho visto» Una versione, questa, che collima soltanto in parte con quella dei tre. Intanto, Brandon Kosiqi che era al volante non si sarebbe accorto di aver investito Limini, come riferisce l’avvocato Aldo Poggioni che lo assiste con il collega Delfo Berretti. «Il mio assistito è un bravo ragazzo, incensurato e lavoratore, che si è trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato» dice Berretti, aggiungendo che «a me risulta che fosse in corso una rissa e loro volessero semplicemente uscire dal parcheggio. Alla richiesta sono stati accerchiati e aggrediti. Da qui la fuga senza che si siano accorti di aver investito qualcuno e dunque la totale involontarietà». Istanti di follia segnati ancora da alcune zone d’ombra su cui gli inquirenti sperano di far luce anche attraverso alcuni cellulari sequestrati all’alba di Ferragosto, che potrebbero custodire immagini girate o scattate nell’area di sosta in cui è morto Filippo Limini.

@chilodice

 

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