di Daniele Bovi

La Procura della Corte dei conti dell’Umbria ha chiesto la condanna a un risarcimento di oltre 40 mila euro per otto tra sindaci, ex sindaci e amministratori comunali per il caso della revoca del consiglio di amministrazione di Vus, la società in house che si occupa della gestione dei rifiuti e del servizio idrico nel Folignate-Spoletino. Il caso è stato discusso mercoledì mattina di fronte alla Sezione giurisdizionale della magistratura contabile.

Gli imputati L’atto di citazione riguarda il sindaco di Foligno Stefano Zuccarini, quello di Sellano Attilio Gubbiotti, quello di Gualdo Cattaneo Enrico Valentini, di Castel Ritaldi Elisa Sabbatini, di Montefalco Luigi Titta, di Giano Manuel Petruccioli, l’ex primo cittadino di Nocera Umbra Giovanni Bontempi e il vicesindaco di Norcia Giuliano Boccanera. A Zuccarini, che per la Procura sarebbe il «dominus della questione», vengono chiesti 20 mila euro mentre agli altri 2.800 euro a testa. Soldi che tutti i chiamati in causa dovrebbero restituire a Vus.

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La vicenda Il caso risale all’agosto 2019 quando, dopo la tornata amministrativa di primavera in cui diversi sindaci di centrodestra hanno ottenuto un secondo mandato o hanno strappato il Comune al centrosinistra, l’assemblea dei soci di Vus (in tutto 22 i Comuni soci) ha deciso di revocare il vecchio cda – nominato nel 2018 – sulla base di uno spoil system giustificato con i «mutati equilibri politici».

La spaccatura La revoca, per molti una vera e propria forzatura, nell’estate del 2019 ha segnato una spaccatura tra i soci: Spoleto, all’epoca guidata dal sindaco di centrodestra Umberto De Augustinis, e altri piccoli comuni della Valnerina, infatti, temendo conseguenze legali avevano chiesto a Zuccarini una «verifica di legittimità» sull’azzeramento. Questi ultimi però avevano tirato dritto mentre i contrari, in polemica, avevano abbandonato l’assemblea. E così si era arrivati alla nomina del nuovo cda, guidato dall’ex direttore dell’Oma Tonti Vincenzo Rossi e composto anche da Emanuele Lancellotti e Serena Massimi: lui ex consigliere comunale a Foligno col Pdl, mentre l’avvocatessa di Gualdo Cattaneo era stata in passato consigliere di centrodestra del piccolo comune.

La Procura Dalla nomina era scaturito un contenzioso civilistico che ha portato a un versamento da 40 mila euro a favore degli ex membri del consiglio di amministrazione. Da qui, secondo la Procura che ha parlato di un «pericoloso precedente», il danno erariale. La sostituta Stefania Gambardella ha anche ricordato i rilievi e i pareri negativi del collegio sindacale e anche della Presidenza del consiglio dei ministri, sottolineando la mancanza di una giusta causa tale da sorreggere la revoca. Per la Procura i sindaci «erano consci, anche sulla base dei diversi rilievi, della antigiuridicità del loro comportamento» e, inoltre, lo spoil system non è applicabile dato che ai Comuni non viene attribuito un potere di nomina.

Le difese A difendere sindaci e amministratori sono gli avvocati Giada Tenca, Roberto Quirini, Alessandro Longo, Rosaria Francesca Romaniello e Michele Tavazzi. Tutti in primis hanno sostenuto che il giudice titolato a esprimersi su un caso del genere non è quello contabile bensì quello ordinario, sottolineando poi che il nuovo presidente del cda abbia rinunciato al compenso (circostanza per la Procura che è però «occasionale ed estranea all’illecito contestato»), e che il danno, al massimo, si sostanzierebbe in una diminuzione del patrimonio di Vus, senza pregiudizi per l’Erario. Inoltre per i legali il parere della Presidenza del consiglio dei ministri non teneva conto del nuovo statuto. Quanto alla giusta causa sarebbe da individuare nel venir meno del rapporto di fiducia tra soci e cda. Nelle prossime settimane arriverà la sentenza della Sezione.

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