È un 19enne di nazionalità macedone, da tempo residente a Città di Castello, la quinta persona coinvolta per i fatti avvenuti alla fine dell’anno scorso in due distributori dell’Alto Tevere. Secondo quanto riferito in una nota dalla Procura della Repubblica di Perugia, nelle scorse ore le forze dell’ordine hanno eseguito, nei confronti del 19enne, la misura cautelare degli arresti domiciliari. A suo carico nel corso delle indagini sono emersi degli elementi probatori tali da portare all’ordinanza emessa dal gip del Tribunale di Perugia.

Ricostruzione Il primo colpo portato a segno è stato a San Secondo di Città di Castello, il 23 dicembre, dove hanno letteralmente atterrito il titolare di un distributore di carburante, sotto la minaccia di un machete. Una rapina fulminea, il tempo necessario a farsi consegnare 2mila euro e a mettersi in fuga con una grossa auto. La stessa che sarà utilizzata pochi giorni dopo, per terrorizzare anche i presenti all’interno di un’area di servizio, lungo la E45, quella di Pieve Santo Stefano. In questo caso, i rapinatori, allertati da un complice che faceva da ‘palo’ si sono messi in fuga, prima che mettessero le mani sul bottino. Videocamera di sorveglianza e testimoni hanno condotto gli inquirenti ai 5 componenti che hanno un’età compresa tra i 19 e i 28 anni e che ora risultano ristretti ai domiciliari, tranne il 28enne di origine africana, che è solo denunciato.