L'aggressore arrestato Roberto Ferracci ©Fabrizio Troccoli

di Enzo Beretta

Due giudici – Francesca Altrui e Umberto Rana – sono stati accoltellati nel tribunale civile di Perugia. La polizia ha arrestato il 53enne Roberto Ferracci che è entrato in azione intorno a mezzogiorno al primo piano del Palazzo di giustizia in piazza Matteotti con un coltello lungo 25 centimetri. Nella colluttazione è rimasto lievemente ferito anche un dipendente amministrativo. L’uomo, accusato di tentato omicidio e lesioni aggravate, era titolare di un albergo in Umbria e recentemente era stata avviata un’esecuzione immobiliare.

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VIDEO: ECCO L’ARRESTATO

Le urla e il magistrato eroe Secondo una prima ricostruzione Ferracci, originario di Perugia ma residente a Spello, è entrato nella stanza del giudice Altrui della sezione fallimentare al primi piano del palazzo e ha estratto dalla borsa un coltello da cucina per aggredirla. Il giudice ha tentato di difendersi dapprima con il monitor del computer ma nonostante i tentativi di tenere lontano la lama è rimasta ferita alle braccia e alle gambe. Il fendente più preoccupante l’ha attinta al dorso vicino al polmone. Le urla provenienti dall’ufficio hanno attirato l’attenzione del collega Rana che si trovava nel suo ufficio: ha sfondato la porta e per proteggere la collega – salvandole la vita dalla furia di Ferracci – si è preso una coltellata sull’addome.

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I soccorsi E’ stato immediatamente richiesto l’intervento della polizia che dopo aver bloccato Ferracci ha prestato le prime cure ai magistrati feriti in attesa dell’arrivo del 118. I due togati non sono in pericolo di vita e nel corso della giornata sono stati medicati al pronto soccorso. Sono entrambi ricoverati nel reparto di Chirurgia. L’impiegato invece è stato soccorso sul posto. Ferracci – informa la questura – è stato arrestato con le accuse di porto di oggetti atti ad offendere, tentato omicidio pluriaggravato, lesioni personali e danneggiamento aggravato. Ora è in carcere a disposizione dell’autorità giudiziaria.

VIDEO: LA FOLLA IN PIAZZA MATTEOTTI

«Non c’è vigilanza» Sulla scalinata del Palazzaccio il presidente della Corte d’appello Mario Vincenzo D’Aprile ha rilasciato una dichiarazione laconica: «Per stavolta non ci è scappato il morto». Intanto protestano i giudici perché in quella sede giudiziaria «non c’è vigilanza». Due anni e mezzo fa, ormai, dopo i fatti di Milano, l’allora presidente Aldo Criscuolo aveva chiesto di potenziare il livello di guardia del Palazzo delle Poste, sollecitando maggiori controlli e lamentando l’assenza di «tornelli e metal-detector che non ci sono stati mai concessi». Nessuno controlla nessuno.

 

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